La mia Quaresima sulle punte

cose di lassùIo ci provo a farvi appassionare di danza…o di Quaresima?

E comunque, non ho appeso le scarpette al chiodo solo perché non le ho mai avute: non ne capisco nulla di tutù e compagnia, eppure mi sono scoperta appassionata spettatrice di balletto. Sarà che resto ammaliata ed anche un po’ stordita nel contemplare dei talenti così e soprattutto così lontani da ogni mia predisposizione, ma quando vengo catturata da questi nuovi mondi lontani anni luce dal mio inizio ad immedesimarmi e guardare ciò che mi circonda sotto una nuova luce, compresa la fede.
Allora ecco a voi la mia Quaresima sulle punte!

1. Sempre pronti all’improvvisazione

Immaginazione che si muove ad ogni nota. Improvvisazione. Un po’ come le nostre giornate…ma con meno grazia: parlo per me che mi muovo tra impegni in agenda rovesciando sul vestito almeno due tazze di caffè.
Lo sai che in fondo una trama c’è, lo sai che qualcuno sta guardando lo spettacolo oltre la coltre di buio che hai davanti. Lo sai che dovresti dare il meglio. Non sai cosa si aspetta il pubblico ma ciò che ti è chiesto ora è ascoltare le note e lasciare che il meglio di te venga fuori. In silenzio, senza lamentarti, dare il massimo, con la musica che vibra dentro di te. Con quello che hai. Connettersi con ogni nota e vivere il momento, l’oggi, l’istante che passa.
Lasciati ispirare da Dio e dalla sua parola, vivendo bene il presente e non l’angoscia del domani :” Ad ogni giorno basta la sua pena”. Anche in Quaresima, quando spesso ci sentiamo presi dal “non sto facendo abbastanza digiuno/penitenza/preghiera/fioretti: diamo il meglio e in quel poco che riusciamo a fare mettiamo tutti noi stessi. Tutta la concentrazione, tutto l’amore, tutto il nostro esserci, fossero anche solo cinque minuti.

2. Esercizi e prove generali

Sembra improvvisato, semplice e naturale. Come se non avessero fatto altro in vita loro.
Quasi che anche noi crediamo per un attimo che volteggiare leggiadri sia qualcosa da provare per arrivare allo scaffale dei cereali la mattina.
Invece ogni respiro, ogni passo e volteggio sul palco è studiato, memorizzato e calibrato . È la celebrazione di un percorso di sacrifici ed impegno. Nella nostra vita non è semplice intuire la via o reagire bene ai cambi di programma, la resilienza non è qualcosa che si tira fuori dal cilindro all’improvviso. Preghiera, meditazione, adorazione sono la chiave per imparare a destreggiarsi leggiadri anche tra i passi più difficili. Ecco l’importanza di dedicare loro spazio, di ritagliarlo come qualcosa di necessario, che non si può rimandare: ne va di tutta la performance! Poco, ma costante. Che soprattutto in tempi forti come la Quaresima, quella costanza, premia un pochino di più: un po’ come le ultime prove generali prima del grande spettacolo. Sarà che c’è più ansia, più tensione verso la meta. Si sentono già gli applausi…e si vede la Resurrezione!

3. I ballerini

Abbiamo dei compagni in questo spettacolo. Pretendiamo che le nostre giornate si svolgano in modo perfetto e con un bel sorriso stampato in faccia a tutti quelli che compaiono con noi sul palco. Non vogliamo che la nostra performance venga rovinata da ballerini incapaci o senza talento, da chi il sorriso l’ha perso da tanto tempo. Così cerchiamo di isolare il punto debole, rifiutiamo chi non soddisfa le nostre aspettative. Ci sforziamo con tutti noi stessi di allontanare la stonatura.
Spesso invece ci dimentichiamo di pregare per noi: per essere cambiati. Noi. Non gli altri. Per accettate ciò che dobbiamo sopportare, per imparare da Lui a sostenere chi non tiene il passo, ad accompagnare chi incespica tra una piroetta e l’altra.
Ad essere comprensivi, protettivi e pazienti con chi non fa altro che rallentarci ed imbruttirci lo spettacolo. E’ inutile digiunare se azzanniamo il collega. Inutile adorare se perdiamo la calma al telefono appena usciti dalla Chiesa. Lasciamoci cambiare dalla Quaresima. Nel corpo, nelle abitudine, ma soprattutto nel cuore.

4. Il coreografo

La verità è che un cristiano non può fare a meno della Sua “coreografia”, come un ballerino che senza sapere i passi improvvisa, ma non mette in scena “Il lago dei cigni”. Non possiamo fare a meno della Sua parola, della guida ai nostri passi, di colui che sa riconoscere il nostro talento e sa indicarci l’unica coreografia che potrà farlo emergere. Che poi, i ballerini non si stancano mai di mettere in scena sempre lo stesso spettacolo? Come io di leggere sempre la stessa Parola? Eppure, per loro, sembra sempre esserci lo stupore e la meraviglia, il perfezionismo della prima volta. Ecco, questa freschezza, questo amore vorrei: quello che mi fa scoprire che no, non è solo un’altra Quaresima, con le stesse letture e gli stessi riti di sempre. Ogni volta è un nuovo spettacolo, ogni volta è un nuovo innamorarsi, come l’amore di chi danza per quelle scarpette. Ogni sera. Trova nuove sfumature, si abbandona, lascia che sia la coreografia, quella scritta da Qualcuno apposta per te, a parlare al suo cuore. Non dobbiamo arrivare alla fine di un altro spettacolo…o di un’altra Quaresima, ma in fondo al nostro cuore, al mistero, proprio dove Lui ci ha portato con quella coreografia.

5. L’errore

Sapete, non è perché ti alleni poco o perché non sei sicuro di te che a metà spettacolo, mentre sei sulle punte, si nota che i muscoli iniziano a tremare. Scommetto che la ballerina non lo vorrebbe, scommetto che vorrebbe apparire leggiadra e flessuosa.
Invece il corpo ha la meglio e magari ti fa anche sbagliare un passo. Eccolo lì pronto a saltarti addosso: l’errore.
L’incontemplato, quello che quando avviene cadiamo nello sconforto più profondo. Quello che ci mette in crisi e che non vorremmo mai ammettere a noi stessi. Quello che cancella tutto il nostro impegno ed i buoni proposti perché “Ormai ho sbagliato! Non è servito a niente”.
Ed invece dovremmo imparare ad accoglierlo, questo neo di umanità.
Perché anche se ci impegniamo tutti i giorni a seguire Dio e le sue “istruzioni” la verità è che Lui stesso ci ha fatti umani e non dobbiamo pensare che più divertiamo grandi, più saremo immuni dallo sbagliare. Non possiamo pensare che “siamo arrivati” e per questo fuori pericolo. Sempre allerta (“estote parati” come gli scout) e sempre umili: questa è una grande lezione della Quaresima, con le sue mortificazioni, il suo silenzio e anche…i nostri errori!

6. Tieni il tempo

Che sia un lento o un valzer, che sia un trillo di campanelli o una tragica traviata, noi siamo chiamati a danzare a ritmo. Non possiamo lasciarci trovare impreparati alle note stonate delle nostre vite. Dobbiamo tenere il ritmo, rispettare i tempi che Lui ci mette davanti, i momenti di gioia e di prova. Magari non avremo sempre il sorriso smagliante delle ballerine professioniste, magari avremo lo sguardo concentrato ma mai arrabbiato e scontroso. Perché non è ciò che ci è chiesto, perché la musica può cambiare ma noi non possiamo essere da meno. Perché anche l’accordo che non ci piace si può ballare.
È lì che arriva il bello, quando è difficile tenere il tempo, quando sembra tutto sbagliato che il talento si svela ed arriva il momento in cui dare il meglio di sé. I miei tempi non sono i tuoi, Signore. Oppure più spesso ti do’ poco, le briciole e voglio che tu ne faccia ceste di pane tracimanti. Che sia una prova di cui non vedo la fine o una grazia che aspetto da tanto, che sia un giorno di digiuno che sembra durare sette anni (…e non c’è Brad a consolarci) : aiutami a tenere il ritmo! Il tuo, che è quello giusto. Come la lentezza di questi quaranta giorni, che mi chiedono di tirare il freno, col corpo e con lo spirito. La Quaresima è una bellissima lezione di ritmo, in fondo!

7. Passi a due

Avete presente quei salti perfetti? Quelle prese ad effetto nei “pas de deux” dove le ballerine volteggiano leggiadre e sicure tra le ferree prese dei loro partner di danza? Non è magia e neanche fortuna! È allenamento, è fiducia, è tecnica ed impegno.
Nel ballo come nella vita di coppia, niente è a caso e la complicità non si conquista con qualche attimo sporadico di coesione. Sono impegno e costanza che poi illuminano il palco e lasciano tutti a bocca aperta. Nessun ballerino improvviserebbe un solo istante di quella performance così rischiosa per entrambi: e adesso, la lancia…ma la prende? Entrambi i partner devono essere sicuri delle mosse dell’altro per non scontrarsi e affidarsi completamente per non cadere. Prepararsi insieme (non solo in Quaresima) è come un allenamento: compenseremo i passi falsi dell’altro, accoglieremo la sua mancanza, abbasseremo l’asticella del nostro perfezionismo.

Nota di ispirazione : “Dances at a Gathering” della Royal Opera House di Londra, tradotto per i babbani come me in “Balletto sulle note di Chopin con 5 coppie di ballerini”.

DISCLAIMER: immagine non di nostra proprietà, by Griet Dewijngaert da Pexels

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