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40 giorni di “tempo”

digiuno e altri rimedi quaresimali

cose di lassùHo appena terminato di mangiare l’ultima fetta di pandoro ed è già Quaresima. Fortuna! L’occasione per darmi una regolata con tutti questi dolci che mi trascino da Natale (e le colombe arriveranno almeno fino a Ferragosto che credete!). Eh si, perché che Quaresima sarebbe senza un minimo di penitenza?! E’ vero che ultimamente la parola penitenza non fa tanto tendenza, ma siccome io non rischio l’anoressia e non ho problemi di cuore ci voglio provare.

Benedetto XVI nel messaggio del mercoledì delle ceneri del 2011 (sì lo so che sono 7 anni fa! Ma che ci volete fare, questo messaggio mi è rimasto proprio nel cuore) ha parlato delle tre colonne quaresimali: il digiuno, l’elemosina e la preghiera.

La prima parola risulta come un qualcosa di orribile! Perché digiunare?

Non riuscirei mai a vivere senza il caffè dopo pranzo figuriamoci 40 giorni di fila! Eppure quando mi metto in testa di seguire una dieta pur di dimagrire qualche chilo neanche la fontana di cioccolato mi smuove mentre rinunciare a uno scacco di fondente come fioretto mi sembra impossibile. Ci avete mai pensato che facciamo molta meno difficoltà a rispettare un certo programma alimentare (perché quello certo fa bene alla nostra salute) e invece ci paralizziamo davanti all’idea di rinunciare a una fetta di torta perché siamo in Quaresima?! E la salute spirituale dove la mettiamo?!  Il primo digiuno da fare è di certo dal peccato più che dal cibo, ma qualche rinuncia, soprattutto “magnereccia”, può solo che farci bene. Rifiutare un cibo che ci piace particolarmente offrendolo come sacrificio a Gesù ci purifica, rafforza l’autocontrollo e ci ricorda di vivere in maniera più sobria. E con questa bella reclame non vi ho convinto?!

Anche astenerci dalle cose che più ci piacciono e che magari ci possono distogliere dalla vita spirituale è una forma di digiuno: se almeno tre sere a settimana evitassi di guardare la tv avrei più tempo per dedicarmi a della buona lettura o magari per recitare un Rosario o anche solo parlare con mio marito che se perdo una puntata di Suits la ritrovo sempre li.

Il digiunare aiuta a staccarci dalla logica consumistica del mondo, da quella frenesia che non ci fa vedere e apprezzare ciò che abbiamo, che non ci permette di fermarci a focalizzare le cose importanti.

Ed eccoci agli altri due pilastri.

Se digiuniamo da quello che ci distrae (la tv, i pettegolezzi, l’ossessione per il fitness) ci sarà più tempo per la preghiera. E se sopportiamo qualche privazione impariamo ad essere meno concentrati su noi stessi, meno egoisti e a dedicarci all’elemosina.

Non parlo solo di dare qualche spicciolo al tipo fuori dal supermercato. E’ molto di più. E’ la misericordia che dobbiamo avere verso il prossimo. Tipo quelle sette opere di misericordia corporali e spirituali che abbiamo imparato a memoria per paura della domanda del Vescovo alla Cresima ve le ricordate? Ecco, scegliamone una o due che ci stanno simpatiche e impegniamoci a farle durante questo periodo. Per esempio, io, da donna permalosa, potrei provare (e dico provare!) a perdonare le offese subite o sopportare pazientemente le persone moleste…e le mie amiche già ridono.

Facciamo spazio alla preghiera, al tempo dell’anima: per essere concrete e non trovare scuse con noi stesse alla “mannaggia anche oggi me lo sono dimenticata faremo domani”, diamoci un orario fisso: che so, mi impegno ad andare a Messa tutte le sere? A recitare il Rosario tutti i pomeriggi? O la Coroncina della Divina Misericordia alle 15?
Piccoli o grandi basta che ci siano, i propositi, e che almeno siano costanti (se 40 giorni tutti di fila non li reggete partite da una settimana, tipo). Non c’è niente da perdere: saremo solo qualche passo più avanti sulla via della salvezza!

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