MA PERCHÈ PROPRIO A ME?

Commento al Vangelo Gv 16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

“Mamma ma quando andremo in Cielo da Gesù?”.

“Mamma ma quando non ero ancora nata dove ero?”.

“Mamma ma perché Dio ha mandato il diluvio universale?”.

“Mamma ma il Paradiso è sopra il cielo?”.

Ti fanno questo genere di domande i figli e di solito te le fanno quando sei in bagno a farti la ceretta o mentre sei piegata a mettere il sale nella buchetta della lavastoviglie. E fino ai tre anni circa te la puoi cavare con una risposta vaga, puoi riuscire pure a deviare il discorso intonando “Ci son due coccodrilli ed un orangotango”, ma tranquilla che non sarà così per sempre. Mia figlia fiuta i miei cambi di discorso come un segugio e non appena ne coglie uno mi ripropone la domanda senza scomporsi, forse pensando com’è smemorata mamma.

Le domande sono sempre più spinose, difficili, dirette e riguardano le cose importanti, mica le sciocchezze di cui siamo soliti parlare noi grandi. Molto spesso vorrei dirle tante cose, riempirla di spiegazioni, ma poi devo ricordarmi che dietro a quello sguardo sveglio e attento c’è comunque una bambina che ha diritto a ricevere risposte della sua misura. Così parlava Gesù agli apostoli, con discorsi semplici, adatti a loro. Non è un caso che amasse utilizzare le parabole, perché in questo modo sapeva che lo avrebbero compreso. Sapeva anche che magari si sarebbero fermati al significato superficiale dei suoi racconti, che non avrebbero colto tutto quello che c’era dietro perché era troppo grande per loro.

Serviva lo Spirito Santo,

solo la terza persona della Santissima Trinità avrebbe potuto donare loro la comprensione delle cose, necessaria per essere veri testimoni di Cristo con le genti. 

A volte penso a loro, agli apostoli, a quanto sono stati fortunati, e al tempo stesso resto meravigliata dal fatto che pur avendolo avuto lì accanto fecero comunque difficoltà a credere a Gesù, a comprenderlo, a capire cosa volesse dire, cosa significasse tutto, la sua vita, la sua morte e soprattutto quella risurrezione di cui parlava. 

Fu necessario che lui passasse prima che essi riuscissero a capire. Ed è quello che accade nella nostra vita: spesso ci succedono cose grandi, difficili, brutte, dolorose, incredibili e mentre le viviamo non ci capiamo nulla, non facciamo che chiederci

“Ma perché proprio a me?”.

Poi trascorrono anni, e ad un certo punto ci rendiamo conto di quello che aveva significato, di ciò che ha portato quel momento, di come siamo cambiati o di come sono cambiate le persone accanto a noi. Per molte cose non riusciremo a capirci nulla fino alla fine dei nostri giorni.  Una cosa è certa: molto più della comprensione conta la fedeltà, verso Dio e verso le creature. Questo lo capiamo pienamente divenendo genitori: milioni saranno le occasioni in cui non capiremo i nostri figli, le loro scelte, le loro azioni. Ciononostante prima di tutto li ameremo e saremo genitori fedeli, testimoni veri dell’amore di Dio Padre che mai abbandona e che sempre perdona.

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