FOLLI ESERCIZI DI FIDUCIA

Commento al Vangelo Lc 9,11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

“Ma la vita vera è tutta un’altra cosa!”.

Forse non lo dicevo ad alta voce ma di certo lo pensavo quando mi si parlava di provvidenza. Eccome se lo pensavo! Quando mi si raccontava esperienze di chi si era affidato a Dio come un bimbo si affida alle braccia della mamma io ascoltavo, certo, ma in fondo non ci credevo davvero, pensavo che non era tutta lì, la storia.

C’era di più, quel di più che non si dice per far sembrare incredibile il tutto.

Ora ci credo, credo davvero che Dio vede e provvede ma se volete che io sia onesta totalmente non sarei ancora in grado di lasciarmi andare del tutto alla provvidenza divina. E un sacerdote amico mi direbbe: “Certo, perché non credi!”. E mi farebbe venire un nervoso, gli risponderei che non è vero, io credo, certo che credo! Ma sarebbe la verità?

Io sono come i discepoli, penso sempre che non basterà, la pizza non basterà, la pasta non basterà, il gelato per il pranzo dalla nonna non basterà. Mi preoccupo di avere tutto sotto controllo, e spesso questo è causa di malumori, rabbia, ansia, agitazione. 

Ma se mi guardo indietro, se guardo la mia storia mi rendo conto di come sia l’amore a spingerci a fidarci di Dio e a lasciar provvedere a lui.

Ogni volta che c’era l’amore che agiva

le ansie, le preoccupazioni, seppur presenti, hanno ceduto il passo alla fiducia.

Penso al mio matrimonio e a come era tutto molto incerto, il lavoro, la casa. Penso alla mia malattia che silenziosa minacciava di rendere la maternità biologica un sogno o comunque una realtà piena di ostacoli.

Quante volte non sapevamo eppure ci siamo affidati, certi che il Dio che ci aveva creati avrebbe fatto bene tutte le cose.

Poi sento storie di famiglie che hanno bisogno di un’auto nuova perché la vecchia si è rotta e in modo del tutto inaspettato salta fuori un’occasione incredibile. Oppure di chi non ha quei cento euro per pagare una bolletta e quei soldi arrivano per vie inimmaginabili.

Detta così, come tutto ciò che riguarda la fede potrebbe sembrare una magia. Ma chi la vive, tra saliscendi, cadute e intoppi vari, sa che Dio non è una magia, Dio è tutto, é la nostra vita e la nostra vita dopo la morte, è dove eravamo prima e dove saremo poi, è il senso di ogni cosa, anche e soprattutto delle cose che non sembrano avere un senso.

E la fede dà il meglio di sé quando incontra l’amore,

allora spinge il piede sull’acceleratore, abbandona le paure e si fida affidandosi a Dio e lasciando che sia lui a pensare ad ogni cosa. E Dio è uno a cui piace gareggiare, per cui quando vede che noi gli diamo fiducia, che gli apriamo la porta desiderosi di vederlo all’opera, lui dà il meglio di sé, ci vuole lasciare a bocca aperta, non ci delude mai.

E se non avete mai provato questo stupore é perché ancora non vi siete fidati del tutto. Provate e vedrete che cosa incredibile è lasciar fare a lui. Oggi è giorno di festa, una festa enorme, durante la quale ringraziamo Dio di averci lasciato il dono del corpo di Cristo. E quale modo migliore per ringraziarlo se non chiudere gli occhi e lasciarci cadere all’indietro? Lui non ci farà mai cadere.

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