Vogliamo SOLO amore – Martha, Mary and MIX
“Uno, due, tre
Ultimo, SOLO
Uno, due, cento
Uno, due, tre
Uno, due, cento”
Certo che tua figlia di tre anni che canta questa canzone, pensi che non sarà di aiuto alle sue capacità aritmetiche, ma da quando l’uomo vestito di rosso – no, non è babbo natale, sarebbe leggermente in anticipo – ci ha consegnato il nuovo disco di Ultimo, lei si incanta ogni volta che lo metto nello stereo. E pure io, eh.
“Se negli occhi ho luce è perché luce ho sulla pelle
Quella luce che guardavo su quando contavo le mie stelle”
Mia figlia è uno spettacolo di bellezza e stranezza. Per tipo un anno e mezzo le ho cantato ogni giorno miliardi di volte milioni di canzoni per bambini, tipo il seccante elefante che non ha niente di meglio da fare che dondolarsi, o whisky il ragnetto, che non capisco se è un messaggio subliminale per indurre minorenni all’alcolismo, ma di certo i genitori ce lo fanno un pensierino dopo la decimillesima volta che la cantano in una giornata. Sta di fatto che compiuti i suoi diciotto mesi circa, giorno più giorno meno, questa piccola peste non ha più voluto sentire nessuna canzone del genere, ha bandito tutto il repertorio, compreso “Tanti auguri a te”. Voi direte ma che vuol dire “bandito”, beh vuol dire che se ci azzardiamo ad intonare “Alla fiera dell’est” o “Ci son due coccodrilli” lei si mette a piangere, e non è un pianto tipo mamma voglio la cioccolata e voglio metterla nella pasta, se non me lo fai fare piango, no, è proprio un pianto vero, di tristezza direi. Tanto che crescendo, questa signorina ha mostrato di avere un linguaggio che fa invidia pure a noi genitori, e ci ha spiegato che queste canzoni di quando era piccola – perché ora, si capisce, è una donna di mondo – la fanno commuovere. Si commuove, le viene la tristezza, la nostalgia ci ha detto. E questo accade con tutte le canzoni, tranne i canti della messa – è una corista in erba e quando cantiamo “Mira il tuo popolo oh bella Signora” alza il braccio tipo ultrà allo stadio – e le canzoni di Niccolò Moriconi alias Ultimo. E quindi lui ci accompagna in macchina, durante i viaggi, e spesso anche a casa, soprattutto nei pomeriggi lunghi, lenti e piovosi. E lei da perfetta mini adolescente quale è si mette sdraiata a terra e canta, tutta seria. E quanto è bello vedere quella luce negli occhi di una piccola creatura che sogna!
“Sto mondo è un posto senza alibi, alibi,alibi
Ma per fortuna tu lo abiti, abiti, abitiAmore, vedi, sono solo
Non vedi, sono solo”
Questo disco è bello, profondo, malinconico, e parla un po’ di tutte quelle emozioni che abbiamo provato in questi ultimi due anni, da quando questo virus maledetto ha iniziato la sua corsa. Ma tra le righe, tra la solitudine che Ultimo scrive e canta, c’è sempre la speranza, c’è sempre una cosa, anche piccola, che aiuta il domani.
Se vi dicessi che questa pandemia e l’isolamento non ha toccato la nostra famiglia direi una bugia, perché quando è stato necessario stare in quarantena per un mese e mia figlia era ormai abbastanza grande da sentirsi stringere addosso le mura di casa, abbiamo dovuto affrontare una valanga di emozioni che avremmo voluto risparmiarle.
“Io come te cerco solo l’amore”
Puoi essere una bambina che gioca con Elsa, una ragazza al primo innamoramento, una giovane donna o una mamma, il filo che ci unisce è sempre uno, sempre quello, è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, per dirla alla Dante. È l’amore che ci tiene in vita, per gli amici che ci rendono tutto più leggero, per i mariti e le mogli, con cui condividiamo l’esistenza intera, per i figli, per i quali proviamo un amore viscerale, unico, intenso. L’amore per i nostri genitori, per coloro che ci hanno donato questa vita.
Posso solo dirvi di ascoltare questo disco, tutto intero, dall’inizio alla fine. Perché è diverso da tutta la musica che ascoltereste in questo periodo dove se si canta il dolore lo si fa solo per urlargli contro. Qui c’è di più, qui si parla di tristezza e di giorni bui ma con una spinta al bello, alla felicità, alla gioia, perché si è vissuto tutto questo, si sa che esiste, che c’è, e questo momento difficile è solo una parentesi, e anche se fa male, pure tanto, sappiamo che non ci distruggerà.
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