Quella volta che Dio mi ha chiesto se volessi una storia seria con Lui

Commento al Vangelo Gv 15, 9-17

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Quando ero ragazzina c’era questo ragazzo che mi piaceva tanto ma lui evidentemente terrorizzato dal mio irrefrenabile entusiasmo mi placó subito dicendomi che non era affatto interessato ad avere una storia seria. Non sia mai. Certo che a quindici anni di base sarebbe meglio non avere storie importanti per tutta una serie di ragioni, prima fra tutte: “Hai presente sì cosa voglia dire vivere un fidanzamento casto per dieci anni (e spera siano solo dieci)?!”. (Vedo già alzarsi in protesta la schiera di donne che hanno avuto fidanzamenti casti, lunghi, felici e semplicissimi da portare avanti, ma abbiate pietà!). Il fatto è che per me la cosa non aveva senso, io anelavo al per sempre, all’amore totalizzante e di certo quello non lo fu, anzi direi che fu totalmente “nullizzante”, di quelli che ti rendono nullo, uno zero, un niente.

Perché anche se si è giovani o giovanissimi, abbiamo inscritto in noi l’amore vero, perché noi ne siamo frutto e in quanto tali potenzialmente siamo in grado sia di darne che di riceverne.

Il problema, se così si può dire, è che cerchiamo quell’amore originale, archetipico, massimo, pieno, ed è difficile da trovare, questo è certo. Ma ciò che i romanzi rosa e le serie TV non ci raccontano è che questo amore è tanto raro quanto più noi non amiamo noi stessi: meno ci amiamo, meno ci rispettiamo, meno ci trattiamo come creature speciali anelanti il paradiso, meno possibilità avremo di incontrare quel grande amore. Dobbiamo imparare il linguaggio dell’amore eterno, decifrato nei dieci comandamenti, per poter amare noi e il prossimo. E la grande rivoluzione di Dio sta nel fatto che amando lui amiamo noi stessi e gli altri. La nostra è una fede che vuole tutto di noi perché ci dona tutto, è una fede totalizzante e incredibilmente generosa. Ma molto esigente, Gesù lo dice, se mi seguite, se fate ciò che vi dico, che altro non è che la legge naturale scritta nei vostri cuori, vivrete del mio amore, sarete miei amici e sarete felici.

Dio è come un bellissimo ragazzo che viene da voi e vi chiede: “Vuoi avere una storia seria con me?”.

E voi rimanete spiazzati perché non siete abituati a questo, il mondo vi ha abituati alla mediocrità, all’accontentarsi, alla falsità. Invece Dio vi dà tutto ma è un futuro sposo molto esigente e vi chiede tutto: lui vuole che ogni vostro pensiero, ogni vostra azione, ogni vostra intenzione e progetto abbiano come centro Dio, anzi come fine. Ma in cambio vi promette la vita eterna. Ed ecco che quando fai quell’incontro con questo fidanzato così esigente non riesci più a togliertelo dalla testa, anche se ti chiede grandi sacrifici tu capisci che non potrai più farne a meno e che non incontrerai mai nessuno come lui. È allora che tutto cambia, che le difficoltà, le tristezze, i dolori, le malattie, le perdite, le sconfitte diventano pietre di un mosaico meraviglioso che se visto da lontano è il disegno della tua vita che punta in alto.

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