La felicità è una scelta

Commento al Vangelo Gv 15, 1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Ogni tralcio che non porta frutto Dio lo taglia.

È forse il Dio del vecchio testamento a parlare? Quello lontano e vendicatore? No, è Gesù, sì proprio lui, quello che da molti viene presentato come un hippy dalla fresca tunica e il capello ondulato. Peccato che è tutt’altro, se lo si conoscesse, se si leggesse il vangelo ci si renderebbe conto di come Gesù invece fosse molto duro in alcune occasioni, e a volte le metafore che utilizzava erano dirette e taglienti. Aveva poco tempo e doveva farsi capire, non poteva lasciare un messaggio vagamente salvifico ma totalmente chiaro e stravolgente. Così disse chiaramente a chi lo ascoltava che chiunque, pur conoscendo la parola di Dio, non fosse rimasto ancorato a Cristo non avrebbe germogliato e portato frutto e quindi sarebbe stato tagliato via. Non si scherza, eh? Vengono quasi i brividi. Ma tutto sta lì, in quel “pur conoscendo”: la libertà è sacra, Dio non ti forza ad amarlo, a seguirlo, ad ascoltarlo.

Dio è il prototipo dell’amore vero, ti mostra come si ama, ossia gratuitamente e liberamente.

E nella libertà si può scegliere una via piuttosto che un’altra. Ecco che se scelgo di non seguire Dio sono io stesso a non voler restare su quella vite. Sono sempre rimasta molto colpita dalla spiegazione dell’inferno che sentii qualche anno fa da uno dei sacerdoti della mia parrocchia: Dio è amore, è infinita misericordia, non potrebbe mai rifiutare un’anima, non potrebbe mai gettare un’anima nella dannazione eterna. È l’anima stessa a farlo, a scegliere un’altra strada, perché non sopporterebbe la vista di Dio avendo scelto Satana fino all’ultimo istante, fino all’ultimo respiro. Ecco che se capiamo questo ci rendiamo conto che Dio non punisce, Dio salva se si vuole essere salvati. E quando si sceglie di restare aggrappati alla vite, a Cristo, è Dio stesso che si permette di chiederti di fare spazio alla luce. Ti mostra che solo tagliando via le foglie secche dalla tua vita potrai permettere alla luce di entrare tra uno spiraglio e l’altro, altrimenti, senza luce, non potrai far fiorire la tua vita. In poche parole, non potrai essere felice. Perché Dio vuole solo questo, che tu scelga di essere felice, di amare e di lasciarti amare, in un intreccio di grazie che solo il tralcio che sta aggrappato a Cristo può conoscere.

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