Il passo indietro di Sorella Ann Nu è più avanti dell’esibizione di Achille

Trovo che la performance di Sorella Ann Nu Twhang

per difendere i manifestanti di Myitkyina sia stata molto più originale e “avanti” di quella di Achille Lauro all’Ariston. Sicuramente con un pubblico un tantino più difficile ed armato rispetto a quello del “politically correct” che osserva e non esprime più nessun parere, né un cenno di dissenso, per non esporsi come la pecora nera del gregge, non escludere, non confondere o sconvolgere l’animo sensibile di qualche essere in ascolto in questo universo, non sia mai che si crei un vero moto di turbamento che faccia maturare qualcuno. Molto più coraggiosa: insomma, non ci stanno andando piano in Myanmar con tutti i giovani che si oppongono pacificamente senza violenza, ed esporsi così inerme e sola davanti a chi può ucciderti, beh ha del fegato!

Molto più sovversiva: non solo l’intenzione, ma il gesto in sé, quell’inginocchiarsi umile e silenzioso, senza dover scioccare, urlare o far parlare di sé da un palco, dovrebbe insegnarci molto a noi con la verità pronta e sempre in tasca dal nostro divano sicuro. Molto più inclusiva: mica tutti i giovani manifestanti che ha difeso saranno stati cattolici, etero, praticanti e compagnia, magari qualcuno odia pure quell’abito da consacrata. Invece le lacrime che ricordano quelle di un qualche miracolo mariano, usate per non si sa quale scopo, davvero mi hanno fatta sentire un pochino più vuota: perché oramai vale tutto, anche le lacrime di una madre, anche quando stanno a ricordare l’amore, qualcosa che unisce, solo per fare show. Mentre essere cattolici inizia a valere sempre un po’ meno, spero che abbia anche molto più share, sorella Ann, che mostra il significato di quelle lacrime di madre: amore senza vergogna e senza paura.

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