Se son fiori… Tu portameli!

Allora, cari mariti, fratelli, amici, papà, fidanzati, se ogni tanto volete anche voi ricevere dei fiori, basta che ce lo dite, che a noi, una scusa in più per andare dal fioraio non dispiace averla, eh. Però, per favore, continuate a regalarceli anche a noi, i fiori, per lo meno a noi che non siamo cantanti (o forse hanno sdoganato cantantesse? Nel caso, mi scuso) di San Remo e che le rose rosse le vorremmo ricevere tutti i giorni anche tre volte al giorno senza paura del maschilismo o del patriarcato a quanto pare nascosto in questo gesto e finalmente smascherato all’Ariston dalle donne in gara che hanno ceduto i loro mazzi floreali ai compagni maschi. Va beh, ne avevano già ricevuto uno la prima sera, ma non vorrei fosse passato il messaggio che non apprezziamo e che preferiremmo che so, due biglietti per Inter/Juve o i tappetini per l’auto, ecco.

Parità tra sessi?

Continuo a pensare che c’è parità solo nel rispetto della diversità e che mio marito lo prenderebbe pure, un bouquet, per carità, ma preferirebbe che lo lasciassi in pace a guardarsi la Champions tipo, senza me che chiedo ogni due minuti “chi è quello?”. Comunque se mio marito fosse riuscito a zittirmi o a “farmi stare al mio posto” o a comprare il mio consenso o lo sguardo di approvazione quando abbina improbabili camicie ai pullover o veste la figlia per andare all’asilo che Pippi Calzelunghe scansate o continuo a far valere la mia tecnicissima opinione sull’auto che dobbiamo comprare in base alla palette tappezzeria disponibile, solo con un mazzo di rose al giorno, credo che a quest’ora avrebbe aperto una fioreria e non se ne parlava più. La verità è che un mazzo di peonie rosa o di anemoni non mi ha mai fatta sentire meno di ciò che sono o “comprata”, svilita nella mia dignità di donna da quei fiori che, come molti hanno detto, sono un metodo compensativo, un modo per ricordarci che siamo solo una decorazione, noi eterne seconde col premio di consolazione come si fa coi bimbi quando perdono. A me, quei fiori, ricordano che sono amata e preziosa, che sono bella come quelle ortensie anche in quei giorni che non esco dal pigiama e se lui torna a casa pure con la rosa rimediata all’incrocio io mi sento subito Elodie in abitino scintillante tutto di fili Oscar De La Renta ed extension e ancheggiata alla JLo. Quei fiori mi dicono che qualcuno, marito, amico, papà, fidanzato mi vede così, come una rosa, e vuole prendersi cura di me come si fa con quelle cose uniche della vita. Che non sono una decorazione, ma quel qualcosa che rende bella la vita: come un mazzo di fiori che arriva all’improvviso. E no, comprarmeli da sola, anche se mi piace farlo, ogni tanto, non sarà mai la stessa cosa. Comunque, ti pareva che ci facevamo sfuggire l’occasione pure per dare agli uomini una scusa per non regalarci più nemmeno due tulipani? Io dico, boh!

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