Quaresima con Tolkien #13 – CANCELLI DI MORANNON

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Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.

Dal libro del Deuteronòmio

<< Era questo Cirith Gorgor, il Passo Maledetto l’entrata al paese del Nemico. Le alte creste da ambedue le parti si abbassavano, e all’imboccatura si ergevano due rupi scarne e nere, sulle quali s’innalzavano i Denti di Mordor, due possenti e imponenti torri. In tempi assai lontani erano state costruite dagli orgogliosi e potenti Uomini di Gondor per impedire che Sauron, dopo la disfatta e la fuga, tentasse di riprendere l’antico reame. Ma la potenza di Gondor s’indebolì, e gli Uomini dormirono, e da lunghi anni ormai le torri erano vuote. Poi Sauron tornò. Ora le torri di guardia, che stavano cadendo in rovina, erano state riparate ed empite di armi […] ogni feritoia era piena di occhi sempre desti. Fra una parete e l’altra della gola, l’Oscuro Signore aveva costruito un bastione di roccia. In esso si apriva un unico cancello di ferro e sul suo parapetto le sentinelle montavano la guardia ininterrottamente. […]Nessuno poteva oltrepassare i Denti di Mordor senza sentirne il morso, a meno di non essere stato invitato da Sauron, o di conoscere i segreti lasciapassare che aprivano Morannon, il nero cancello del suo paese. I due Hobbit fissarono le torri e le mura con disperazione. […] “Ebbene, eccoci qui”, disse Sam. “Qui è il Cancello, ed ho l’impressione che più avanti di qui non andremo. […] (Frodo) “Mi è stato ordinato di recarmi nel paese di Mordor, quindi io vi andrò”, rispose Frodo. “Se non vi è che un’unica via, dovrò prendere quella. Ciò che accadrà dopo sarà inevitabile”.[…] (Gollum) Si inginocchiò ai piedi di Frodo, torcendosi le mani e piagnucolando. “Non di qui, padrone!”, supplicava. “C’è un’altra via. Sì che c’è. Un’altra via più sicura, più difficile da trovare, più segreta. Ma Sméagol la conosce. Permetti che Sméagol te la mostri!”. >>

Il Signore degli Anelli, Le due torri, libro II, cap.III, “Il Cancello Nero è chiuso”

Il cancello è chiuso,

il bene viene divorato dai “denti” ed “inghiottito” nelle sue profondità: questa spianata non è altro che un bel piatto d’argento dove al male viene servito il bene per farlo a brandelli. Roba da martiri? Nient’affatto, roba da sciocchi. Qualsiasi cosa di buono proverete a far avanzare davanti un “cancello” chiuso al bene, non solo non verrà ascoltata ma sarà abbattuta prima che ne possiate dar voce, prima di renderne giustizia. Il cancello resta chiuso, non possiamo entrare e redimere il male, neanche se fossimo i più santi della terra. Conosco solo Uno che c’è riuscito, uno che continua a sbaragliare anche le porte dell’anima serrate, uno che dopo aver abbattuto il muro del male, letteralmente “entra a porte chiuse”. Ma non è chiesto questo a noi, grazie al cielo, o meglio, grazie a Lui. Magari a qualcuno è dato di leggere nei cuori, certo, ad alcuni è stato domandato di “sconfiggere” qualche demonio, di scacciarli, di sopportare e resistere, ma il potere di annientare non ci è stato dato, perché “senza Dio non possiamo nulla”.

Non saremo noi ad eliminare il male da questo mondo, cancellandolo una volta per tutte.

Al contrario, nella quotidianità siamo chiamati solamente a stanarlo, il male, a riconoscerlo, a smascherarlo, a mostrarlo per mettere in guardia chi ci è vicino. In fin dei conti, ciò che ci è chiesto è di poca cosa, gesta poco eroiche: evitarlo. I comandamenti, lo stesso “Atto di dolore”, in fondo ci chiedono di “fuggire”. Che vigliacchi questi cristiani, eh! Come Frodo che una volta arrivato al Cancello Nero se la fa sotto. Ma come? Non hai fatto tutto il viaggio proprio per arrivare qui? Eppure Dio rincalza: “C’è saggezza in questo, verrete invidiati, per la vostra intelligenza”. Che saggezza c’è nella fuga dei codardi? Il mondo ci insegna in ogni occasione a far valere le nostre ragioni, a prendere l’armatura sfolgorante e abbattere tutto. Ma anche Gandalf dà una lezione a tutti noi, nelle profondità di Moria: “Fuggite, sciocchi!”. Sì perché il male ci risucchia, il male ci avvinghia, il male ci travolge. E noi, piccoli esserini, come vogliamo averla vinta a muso aperto contro il male? Possiamo forse guardare Satana negli occhi e non morire di paura, senza che Dio lo impedisca?

Qui Tolkien ci ricorda che la fuga non è codardia, ma saggezza.

“Siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”, perché non sposteremo le montagne con le nostre forze ma con la fede di un granello di senape. Ha mai funzionato urlare le nostra ragioni di fronte a chi chiude le porte al dialogo? Spesso, anche per dare ragione alla verità, dobbiamo trovare strade segrete. Non perché la verità non sia abbastanza, ma perché ci rendiamo Suoi strumenti, veramente, per “entrare” anche nei cuori più desolati, in punta di piedi, senza clamori, facendo trionfare il bene nonostante la desolazione che li abita, certi di quel “finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto”. Frodo e Sam, dopo tutta la fatica, non sprecano gli sforzi fatti, non assaltano la guarnigione nemica in un impeto di pazzia. Sono pronti a sacrificarsi, ad andare fino in fondo, certo, ma non cercano l’impresa eroica o di dimostrare la loro fedeltà a tutti i costi. Così la provvidenza risuona nelle parole di Gollum che svela la possibilità di “un’altra via”. E noi, davanti ai cancelli chiusi, davanti ai cuori gelati e sordi alla Verità, cosa facciamo? Ci ergiamo a paladini della giustizia, o cerchiamo di entrare davvero nel loro cuore, per vie diverse, magari mettendo da parte il nostro ego che vorrebbe gridare le nostre (seppur giustissime) ragioni?

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