Polemica sul soprannome del bimbo di Emily Ratajkowski: sapete qual è?

“Polpetta”, “tortellino”, “pasticcino”, “bignè” (poi dicono che una pensa sempre al cibo…).

Tutte le declinazioni e i sinonimi esistenti di “tesoro”, “tesorino”, “tesoruccio”. I classici “amore”, “stellina”, “cucciolo”, ” angioletto”. Poi “disastro”, “teppistello”, “terremoto” detti con quel tono di voce mieloso mentre in testa ci escono solo imprecazioni ben più colorite che abbiamo imparato a trattenere. “Ritz” e “burrito vegano” che sono le mie figlie (e non sono manco vegana, per dire). E poi Emily Ratajkowski, chiama il figlio “beautiful boy” su Instagram ed è polemica (la modella aveva dichiarato che sarebbe stato lui a decidere cosa essere, ma, ehi, cercherei di darle qualche attenuante perché magari quel cosino che spruzza pipì a ogni cambio pannolino potrebbe averla tratta in inganno giusto un attimo!). Comunque, alla luce di ciò, io, che avrei tanto desiderato un nomignolo sofisticato coma la regina Elisabetta (Lilybeth per i suoi familiari) e invece per mia mamma sono sempre stata “caccolina” (hello, trauma infantile, my old friend) propongo di istituire il sindacato di quelli che venivano chiamati (teneramente si intende!) “puzzino”, “pisellino” e compagnia o anche di quelli la cui nonna non ha mai e dico mai azzeccato il nome nemmeno per sbaglio e sono sempre stati chiamati come altri nipoti (forse anche immaginari, perché credo che mia nonna ne abbia almeno uno che mangia tre teglie di lasagne da solo) che pure questi son traumi😅

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