Lettere dal generale Cristeros – 19 febbraio

cose di lassùCi sono uomini che “San Valentino per me è tutti i giorni”,

quindi snobbano la festa e probabilmente ripetono la stessa frase anche l’8 marzo e, gravissimo, a volte pure il giorno dell’anniversario, perché sono quelli che l’amore va festeggiato tutto l’anno, e noi speriamo per quelle donne che sia così e non una scusa per non impegnarsi. Ci sono uomini che invece amano i grandi gesti, sono quelli che organizzano un’uscita, con una coperta al chiaro di luna sulla spiaggia oppure in mezzo ad una prateria, e tirano fuori dallo zaino due calici e una bottiglia sia pur di birra che l’importante è brindare. Ci sono uomini classici da golfino e camicia sotto all year long, quelli precisi che ogni San Valentino si presentano alla loro innamorata con un mazzo di rose rosse, tassativamente in multipli di sei, e in corredato c’è sempre una scatolina di velluto contenente qualcosa che brilla.

Fosse vissuto oggi, io il generale Enrique Gorostieta me lo immagino come questi ultimi, in cappotto scuro, con sotto un bell’abito elegante, e mi immagino che il giorno di San Valentino si sarebbe presentato dalla sua Gertrudis con un mazzo di cento rose rosse.

Sono trascorsi novantaquattro anni da quando Enrique scrisse questa lettera a sua moglie. Era il 19 febbraio e desiderava tanto che lei la ricevesse il 22, il giorno del loro quinto anniversario di matrimonio. Enrique era in guerra a capo dei Cristeros e sua moglie era a casa con i loro figli e credo che ogni volta ricevere una delle lettere del marito fosse per lei una grande gioia ma anche un grande dolore, per quanto le mancava.

“Saranno cinque anni che guidati dalla nostra passione e forse dall’istinto che ci diceva che stavamo facendo bene, abbiamo giocato l’uno con l’altra il gioco più difficile che esista nella vita dell’uomo. Un gioco a cui partecipano quasi tutti e pochissimi vincono”.

Il gioco dell’amore eterno, quello in cui non ci sono uscite d’emergenza, ma c’è solo una strada che si percorre in due. Enrique ricorda a Gertrudis che quelli sono stati anni difficili, dove i problemi soprattutto economici non sono mai mancati, tuttavia dice

“nonostante le fatiche e le amarezze, questo anniversario ci trova non solo più uniti, più capaci di identificarci l’uno nell’altra, ma – per miracolo di Dio nostro Signore! – anche più innamorati l’uno dell’altra rispetto a quando eravamo fidanzati”.

Enrique ringrazia Dio per questo ma non si ferma, da uomo profondo qual è, si domanda perché,

“Cos’è accaduto? […] Perché abbiamo saputo fare della nostra unione una fonte di felicità in pieno deserto, un Eden tra veleno, rovi e spine?”.

A questo punto stila una lista, e già questo a noi donne piace tanto, nella quale elenca tutti quei fattori che secondo lui hanno reso forte il loro matrimonio.

” […] ci siamo sposati con l’assoluta certezza del nostro amore reciproco, nonostante sia stato messo a dura prova. In questo non abbiamo merito, è stata un’inclinazione mille volte benedetta che è sorta in noi fin da quando eravamo bambini e per la quale non ci resta che ringraziare Dio”.

“[…] un enorme spirito di tolleranza che ha reso possibile che tu ed io, dotati entrambi di un carattere molto forte, sopportassimo le reciproche debolezze; tolleranza che ha reso possibile che scontri che senza di essa sarebbero diventati tempeste con conseguenze disastrose, si sono trasformati in ridicoli litigi che al massimo ci hanno fatto ridere”.

“Una fiducia cieca l’uno nell’altra, fiducia che ha fatto sì che tutti i dardi avvelenati non ci raggiungessero. Fiducia che è diventata la nostra torre di avorio”.

“Spirito di completo sacrificio l’uno per l’altra. Sacrificio e rinunce reciproche, che ci hanno permesso di godere di una pena e di una punizione convinti di farlo per l’altro così da trarre piacere dove altri ricavano dolore e rancore”.

“Fede cristiana che ci ha resi più vicini alla verità, più vicini a Dio […]. Fede che ci dà fiducia nel futuro e che tempera le nostre ambizioni e le nostre aspirazioni”.

“Rispetto e stima reciproca, che portati all’estremo come nel mio caso fanno sì che io veda in te la miglior donna del mondo, e ciò mi eleva e mi rende orgoglioso dell’idea di essere colui che sta con questa donna”.

“Per ultimo, angelo mio, l’amore per i nostri figli. Catena questa che è di per sé capace di legare anche le bestie […]”.

Enrique, dopo aver parlato di tutto ciò che li ha uniti in questi cinque anni, le fa una promessa importante:

“[…] in quanto a me, mia cara, ti giuro, e non invano, che mi impegnerò con tutto me stesso a farli crescere (tutti questi fattori) e ad esser degno di te e di tutte le benedizioni che insieme a te sono arrivate. Possiamo così, mia bella ragazza, guardare avanti ad un futuro luminoso, non basato sulla fortuna, così effimera ed insidiosa, ma sull’impegno che dipende da noi e che solo Dio ci può portare via”.

Ecco la ricetta dell’amore indistruttibile:

non esiste la cattiva sorte né la sfortuna, esiste solo l’impegno reciproco che trae forza da sentimenti di rispetto, tolleranza, amore, fiducia, ma che non viene meno neanche quando questi sentimenti, per qualche motivo, si indeboliscono. Perché l’uomo ha una virtù che lo eleva da qualsiasi ombra del cuore ed è la volontà. Uomini, e direi pure donne, per questo San Valentino potete fare una lista alla Enrique o regalare rose o preparare un dolce al cioccolato, non importa, quello che conta è che diciate con le vostre parole al vostro amato che nulla potrà mai distruggere il vostro rapporto perché voi farete di tutto per difenderlo. Perché come ci ricorda il generale, sotto l’abbraccio di Dio nulla può toccarci! Buon San Valentino a tutti!

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