SOLO CHI AMA

Commento al vangelo Gv 18, 33-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Il mio Re

è un bambino nato in una stalla, da una giovane mamma che ha fatto un lungo viaggio su di un asinello con il pancione, insieme a suo marito.

Il mio Re è nato più di duemila anni fa e da allora stravolge tutte le cose: ciò che per noi è povertà per lui è ricchezza, ciò che per noi è brutto per lui è bellezza, ciò che per noi è umiliante per lui è motivo di orgoglio.

Il mio Re mi ha insegnato

che non è l’oro ad ornare la testa di un sovrano ma la luce della sua santità.

Il mio Re mi ha mostrato

che non esistono ceti, classi sociali, caste, ma solo persone e che le persone valgono in quanto tali, senza dover dimostrare nulla, senza dover raggiungere traguardi, vincere premi.

Il mio Re ha incontrato

uomini e donne, e ha parlato loro non dall’alto in basso ma ponendosi di fronte ad essi, alla loro altezza.

Il mio Re ha tuonato

contro ogni tipo di male fatto ai più piccoli, in un periodo in cui i piccoli, i bambini, contavano quanto gli animali al mercato. Oggi come allora.

Il mio Re mi ha preparato

un Regno dove non esiste sofferenza ma solo amore, e lo ha fatto salendo su di una croce e squarciando il tempio, spalancando le porte del paradiso ed aprendole a tutti coloro che lo desiderano.

Il mio Re ha preso

il mio dolore, la mia stanchezza, le mie tribolazioni e mi ha mostrato che io vedo solo il brutto di esse, il male, il buio, ma dall’altra parte della medaglia tutte queste sofferenze brillano di luce celeste, una luce che non si spegne neanche dopo la nostra morte ma che continua a illuminare i cuori e le menti di chi ci stava accanto.

Il mio Re mi ha visto

fare cose orribili, pronunciare parole che tagliano, mentire, ferire, ingannare, giudicare, eppure non mi ha condannata, non mi ha imprigionata, non mi ha chiusa in una cella. Mi ha perdonata e non come fanno gli uomini ma come può fare solo Dio, perdonando e dimenticando, cancellando il peccato e ricominciando da capo.

Ma il mio Re è giusto,

e mi ha fatto vedere che lui può cancellare il peccato ma solo io posso porre rimedio alle sue conseguenze, se ho fatto del male devo fare del bene.

Il mio Re guarda

i poveri, i malati, i soli, i sofferenti e vede in loro tutto l’amore del Cielo.

Oggi voglio festeggiare il mio Re,

che mi protegge dagli attacchi dei nemici e difende la mia anima costruendole intorno mura fortificate, ma tra pochi giorni inizierò il cammino di attesa del giorno in cui il mio Re si è fatto bambino, piccolo e indifeso, per insegnarci che solo chi ama si salva.

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