NON PASSERANNO

Commento al Vangelo Mc 13, 24-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Stanchezza, giorni che passano uno dietro l’altro, fatiche quotidiane, brutte notizie, figli che si ammalano, notti in bianco, tante che non le conti neanche più. Ti dicono “guarda il bello della vita” ma te sei così immersa nella melma da non sapere neanche cosa guardare per poterlo vedere, questo bello. Poi ti ricordi di non essere sola, allarghi un po’ le braccia e dentro ci entrano un marito e due figli, apri le orecchie e alzi gli occhi, che ti eri ormai abituata a tenere bassi, e vedi che intorno a te c’è un mondo, vivo, vero, fatto di persone che come te ogni giorno prendono su il loro carico di fatiche e vanno avanti. Ma non è il solito discorso del “mal comune mezzo gaudio” che onestamente mi conforta come farebbe un bicchiere di acqua calda in una giornata afosa. No, è tutt’altro.

È quella cosa che si chiama Chiesa,

che se leggi i giornali sembra qualcosa di orrendo, colma di persone orribili. Ma sappiamo bene che così non è, senza dover per forza citare tutte le opere di carità e le comunità di religiosi che fanno del bene negli angoli più poveri e difficili della terra.

La Chiesa siamo noi che ogni giorno ci alziamo e cerchiamo di vivere con Cristo, per Cristo e in Cristo, nonostante la notte passata a pulire nasi, a cullare e a cambiare lenzuola bagnate. La Chiesa sono quegli amici, vicini e lontani, i quali se dici che hai un problema non ti rispondono con un “che sfiga che hai” ma con un “pregherò per te”, e ci aggiungono un sorriso che male non fa, anzi. La Chiesa è una famiglia dove si impara a voler bene all’altro che non ti somiglia, che ti sta pure antipatico, che ti fa rabbia, ma che come te, con tutti i difetti, le debolezze, le tentazioni che ha, cerca di vivere con quella Parola tatuata nella mente, nella bocca e nel cuore. È così che ci aveva insegnato il nostro parroco di quando feci la prima comunione, ci disse che al momento del Vangelo dovevamo segnarci con una piccola croce la fronte, la bocca e il cuore e dire dentro di noi:

“Gesù nella mia mente, Gesù nella mia bocca, Gesù nel mio cuore”.

Tutte le nostre piccole cose da piccoli uomini e donne stanchi e acciaccati passeranno, noi passeremo, ma la Parola di Dio non passerà mai e la cosa straordinaria è che possiamo concorrere all’eternità della sua Parola qui sulla terra. Come? Soffiando nasi con pazienza, cambiando lenzuola con gentilezza, facendo un sorriso al marito che torna a casa da lavoro stanco anche se tu ti senti stanchissima e vorresti vederti riconosciuta anche la tua di stanchezza. Ecco proprio lì, in quel piccolo, ma neanche troppo, sacrificio, lì sta la parola di Dio, che tutto ama e tutto sopporta, fino alla morte in croce.

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