Best girl ‘Eva
Solo una é campata all’errore di Eva. A quel sì che ha cambiato la nostra storia e che poi, Maria, ha cambiato a sua volta con un altro sì. Totalmente diverso, totalmente altruista, uno che, a differenza di quello di Eva al serpente, non era per sé stessa, per soddisfare un desiderio o una presunzione, ma detto per qualcun altro. Per molti altri.
Eva me la immagino
con i capelli rosso fuoco, quel rosso da “mela di biancaneve” (o magari anche la sua!), lunghi lungo la schiena e con delle belle onde ampie, occhi verdi come la birra dell’Heineken, fisico da paura. Era nuda sì, ma quando la immagino io indossa una canottiera bianca con la scritta di un qualche band, comprata ad un concerto rock, jeans e un giubbino di pelle rigorosamente nero e borchiato (o al massimo rosso ciliegia, come il mio). Una ribelle dalla testa ai pieni, ma sexy da paura. Caratterino pepato, pronta alla rivolta. E se fosse tutto sbagliato? Se Eva fosse stata una di quelle timide, silenziose, che amano la vita in qualsiasi forma? Sì magari era dolce, tanto. Magari era divertente, una che sapeva fare le batture e con una risata di quelle che ascolteresti per ore per quanto sono armoniose.
Non era così Punk-Rebel la nostra Eva.
Voleva una vita piena, voleva imparare, capire, scrutare la profondità di ogni cosa. In fondo era come me. Una che pensa, una che sospira, una che cerca il bello di questo mondo (ehm, dell’altro mondo). Una che non è mai sazia della realtà che la circonda e cerca di leggerci dentro. Una che nella vita si fa delle domande. La verità, la Bellezza, la Giustizia, Dio. So chi è Dio, ma posso dire di conoscerlo esattamente? Quando guardo la mia vita, tutte quelle domande irrisolte, le notti passate a pensare, a pregare. Quante volte ho appiccicato a Dio etichette comode, solo per cercare di definirlo un po’, per cercare di districare quell’ammasso di idee e sensazioni che ho dentro. Quante volte le ho strappate via tra le lacrime: ogni etichetta una delusione, ogni parola, ogni aggettivo, un fallimento, un tradimento.
Perché è assolutamente illogico cercare di capire Dio.
E da pazzi pensare che possa rispecchiare una delle nostre insulse idee, così incomplete, così piccole, così infantili nella nostra mente umana, così corrotte dalla realtà. Amore. Neanche possiamo a spiegarci cosa sia il “Perfetto Amore“. Nessuno l’ha mai visto, tranne lei ed Adamo. Quello che conosciamo noi è frammentato, si sgretola in una manciata di parole. Le parole, l’unico nostro appiglio come nel Vangelo, che quell’Amore l’ha vissuto. E lei, era come te, come me. Curiosa di capire, desiderosa di scoprire, bramosa di conoscere davvero la verità della sua esistenza, conoscere sul serio l’essenza di quel Dio che con le nostre menti non si riesce a contenere. E lì un serpente, qualcuno che le spiega che quell’albero in realtà non è male, che con quel morso potrà davvero capire le leggi cosmiche: a partire da quelle indistricabili della complessissima diversità di Adamo, che non riesce a trovare i calzini da solo. Un morso di distanza e potrà davvero essere tutt’uno con quel Dio che ama, che finalmente potrà capire davvero.
Ma il Divisore, non può riunirla a Dio come lei vorrebbe.
Non ci è riportato che abbia tentato anche Adamo. Forse perché Eva è davvero l’incarnazione dell’animo “femminile”, o meglio rimanda a quel tipo di anima che il più delle volte non ha bisogno di ordine fisico, ma mentale. Quelle anime che bruciano per la conoscenza. Quell’anima di chi Ama davvero e vuole essere perfetta anche nella relazione con Lui.
Questa è Eva, e questa sono anche io.
Che non mi so arrendere nelle Sue braccia. Che non smetto di cercare di capire la Sua immensità. Che devo avere tutto chiaro, non subito ma ORA. Che sento l’urgenza di risolvermi ad ogni costo, “manco fossi un rebus!”. Non ti biasimo più Eva, perché come me hai bramato qualcosa che non sa di umiltà. Come me, che ogni giorno mi affanno a “risolvermi” la vita, che ogni giorno analizzo il tassello che mi manca e mi logoro finché non trovo la sua soluzione, finché non lo ottengo e lo incastro, solo per accorgermi del prossimo vuoto: giorni, mesi, anni… Non posso biasimarti perché non so che età avevi quando hai sbagliato ma io a 30 anni ancora non faccio progressi. Perché è tutto qui: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. E “convertire” è proprio spostare lo sguardo, volgere tutti noi stessi in altre direzioni. Il mio personale “opposto” di pretendere di capire: fidarmi di Dio. Il mio opposto di ordinare la vita: viverla. Eva, non ti incolpo di nulla perché la prima a vivere questa esistenza in un’onda distorta, da mare in tempesta mai calmo, sono io. Cara sorella, tu che c’hai sbattuto il muso prima di me, che sei rimasta intrappolata nella mente, proprio come me, insegnami a non comprendere niente, insegnami a vivere tutto, insegnami a chiudere gli occhi e lasciarLo fare, lasciarGli rendere la mia vita la meraviglia più straordinaria di tutta la creazione. Insegnami a camminare con Maria, la ragazza dal sì sicuro, dal sì entusiasta, dal sì da brivido che ti sconvolge la vita e la rende un Suo capolavoro. Lei sì la vera best girl forEVA!
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!