Posso sempre amare – Beata Chiara Luce Badano

Le ragazze si dice,

sognano da sempre l’abito bianco, i fiori, il grande giorno. Non tutte, io no. Io non ci pensavo, ero in età da marito – se fossi nata trent’anni prima o in un altro paese del mondo probabilmente – e non ero interessata affatto all’argomento. Il “per sempre” mi terrorizzava. Poi ho incontrato lui e ho iniziato a pensare all’abito bianco, ai fiori, al grande giorno, e il “per sempre” non era più una minaccia ma un sogno. Di solito va così, che tu sia promessa sposa ad un uomo o a Dio, ti vesti di bianco e poi inizi la tua vita insieme a lui/Lui. Per Chiara è stato tutto diverso, ma a leggere la sua storia il cuore batte forte come alla fine di un grande romanzo d’amore. Perché lei, Chiara, il suo matrimonio lo ha celebrato durante il suo funerale. Prima di morire, sapendo che non sarebbe sopravvissuta a quel tumore, decise tutto, scelse un abito bianco, i fiori, i canti, tutto ciò che desiderava per rendere unico quel giorno, il giorno in cui tutti i suoi cari l’avrebbero accompagnata all’incontro più importante con Dio, quello della nostra morte. E a leggere la sua storia non si può non pensare a quanto bene farebbe farla conoscere a tanti ragazzi e ragazze che non trovano un senso alla loro vita ma che ne sono affamati e cercano di saziarsi per altre vie, spesso velenose e finte. Ma non solo, la storia di Chiara, di questa giovane ragazza dei nostri tempi, che ha vissuto la malattia e la futura morte con una serenità e una pace impossibili da comprendere al cuore umano, farebbe bene anche a tanti adulti che vivono ogni piccola prova della vita con angoscia e disperazione, che puntano a sopravvivere invece che a vivere, perché il dolore le calpesta. Abbiamo tutti bisogno di esempi come quello di Chiara, che ci insegna come la serenità e la pace si acquistano solo credendo che la morte non è l’ultima scena, ma che la storia continua e il bello, il grandioso, viene dopo.

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