Don’t call it Xmas Magic

Quanto sono belle queste case

tutte addobbate e curate nei minimi particolari: dall’albero gigante che padroneggia il salotto, tutto color oro con finta neve bianca spruzzata qua e la (che se confrontato con il mio, sintetico, spelacchiato e con palline spaiate mi fa salire una tristezza che mi vien voglia di metterlo via!) alle luci da interno e da esterno che sembra di essere a Dyker Heights e ancora dalla cassetta della posta color rosso, rigorosamente stile americano (ohi, manco quelle sappiamo fare noi eh) in un angolo, per poter imbucare la fondamentale lettera da scrivere a babbo natale, agli gnomi con la barbetta bianca e il lunghissimo cappello a punta rosso che no, non fanno da ferma porta (e io che pensavo servissero solo a quello), ma sono i veri protagonisti della scena. E poi i finti camini costruiti con il cartone davanti a cui lasciare una tazza di latte caldo e alcuni biscotti per l’ospite tanto atteso. Che poi dimentichiamo forse la vera star della festa? Come dici, non sai chi sia? Ma è elf, ovvio! Il famosissimo elfo burlone che ne combina di tutti i colori, perché il disordine provocato dai bambini a noi mamme non ci basta, dobbiamo aggiungere anche quello di un elfo. E per l’elfo costruiamo una simpaticissima porticina da cui può arrivare in casa nostra direttamente da… non so dove a dir la verità…e per lui imbastiamo un calendario dell’avvento con un regalino al giorno per i nostri bambini. Perché se non arrivi al 25 che hai già scartato una trentina di regali non hai davvero capito il significato del Natale. Ah, ovviamente il calendario dell’Avvento lo facciamo iniziare il primo dicembre non la prima domenica di avvento perché quello che davvero importa è la magia del natale, non tanto il festeggiato o il significato della festa.

La magia, eccola la parola più usata in questo periodo dell’anno: natale uguale magia uguale addobbi uguale tanti soldi spesi in cose materiali.

Ed ecco, che queste case esteticamente meravigliose, e ve l’assicuro, ogni anno cerco di prender ispirazione per quello dopo sperando di poter riprodurre almeno in parte tanto splendore (poi il budget limitato mi riporta sempre coi piedi a terra), sono certamente piene di tutto ma spero, al tempo stesso, non vuote dell’essenziale.

Perché oggi come allora, per Gesù non c’è posto. Soprattutto se in balcone c’è già la renna luminosa a grandezza naturale, in cucina tazze a tema su ogni mensola e cibo per sedici persone in crociera intorno al mondo, all’ingresso gli gnomi da sfamare anche loro e la ghirlanda e i festoni di arance secche che a me, nel forno, non si seccano mai.

Non c’era posto nelle locande, non c’è posto nella nostra casa. Come nei libri che compriamo per i nostri bambini, perché trovare un libro a tema natalizio con protagonista Gesù è diventata un’impresa.

Non c’è posto nelle recite scolastiche, nelle vetrine che bisogna essere politicamente corretti, negli auguri che poi mi vergogno se gli amici pensassero che per caso Natale per me sia qualcosa al di là di tombola e pandoro.

Non c’è posto per Lui soprattutto nei nostri cuori. Cuori pieni di attesa, di magia, di affanni, preoccupazioni, desideri, speranze ma vuoti di Lui. E la casa, che è il posto dove possiamo essere noi stessi, ci rispecchia perfettamente. Siamo talmente presi dal riempire ogni angolo, anche con tanto sacrificio e quintali di colla a caldo, che ci dimentichiamo di lasciare uno spazietto al presepe. D’altronde il presepe fa vecchio stile e cozza un po’ con tutto il resto, ma sarebbe bello se riscoprissimo la sua potenza, la sua storia e lo vivessimo con i bambini. Se capissimo che in quel presepe, prima che farlo, dovremmo davvero prendere posto. Dedichiamo del tempo ad abbellire il luogo dove viviamo, perché anche l’occhio vuole la sua parte certo, ma non trascuriamo il vero ospite d’onore. Perché calata la magia, il 6 gennaio, tutto ritornerà come prima, meno luminoso e più monotono…e meno “magico”. Invece con Gesù, che nasce a Natale, che si fa bambino, piccolo e indifeso e vuole solo essere accolto in casa nostra e nel nostro cuore, ogni giorno può essere sorprendente e Natale può essere tutto l’anno.

2 commenti
  1. vitaincasa il lato rosa
    vitaincasa il lato rosa dice:

    Se fossimo blogger americane ora risponderei “amen” a questo post! (Ho visto che tra di loro almeno quelle cattoliche si usa rispondere amen ai post che trovano rappresentativi del loro stesso pensiero)!
    Inizia a stonare un po’ questo abuso della parola “magia” legata al Natale, mi rattrista e quasi mi ferisce perché si perde il vero significato della festa… Inutile cercare chissà dove e non voltarsi nemmeno un istante nella direzione giusta.
    Domenica scorsa sul mio blog ho condiviso un piccolissimo pensiero in cui ho scritto che l’Avvento è un percorso da fare seguendo la cometa. Lei ci indica la strada per trovare il senso del Natale! Non gli elfi… 🙂

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    • marthamaryandme
      marthamaryandme dice:

      Esattamente, hai centrato il segno: meravigliosi gli addobbi e tutto il resto, che ci sta ed è anche bello che ci sia, ma va sempre ricordato il vero significato del Natale e chi è il vero Festeggiato. E se seguiamo la cometa, come tu dici, non possiamo sbagliare 😉

      Rispondi

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