La fede è un sacco di grano

Quando ero piccola mamma e papà raccoglievano le pannocchie e le mettevano sopra un carretto al sole così che si seccassero, dopodiché io li aiutavo a sgranarle e i chicchi di granoturco servivano per dar da mangiare alle galline. Si conservavano in sacchi di carta, lontano dai topolini che venivano a rosicchiare, sebbene spesso alla fine i topolini riuscivano a entrare ugualmente perché erano molto abili nel loro mestiere. Se c’erano chicchi in giro caduti per errore, le galline vi si fiondavano a beccare, non perdendosene nemmeno uno.

La fede è come raccogliere un chicco di mais dopo l’altro.

Ogni giorno ti capita di trovarne uno o più di uno sulla tua strada, li raccogli e li metti nel tuo sacco che diventa pian piano sempre più pesante. Ogni giorno incontrerai persone, leggerai pagine, ascolterai parole, vedrai immagini, vivrai esperienze, farai viaggi che saranno per te chicchi di granoturco. Potrebbe accadere che alcuni semi tu li perda, non li veda, perché troppo distratto da altro. Anzi, potrebbe accadere che tu non ne veda moltissimi. Comunque sia, più il tuo sacco sarà pieno più topolini saranno attratti. Verranno da te, tenteranno di fare sempre la stessa cosa: rosicchiare il sacco così da creare un’apertura che faccia scivolare fuori i chicchi. Più grande sarà il buco, maggiore sarà la velocità con cui il sacco si svuoterà. Potremmo portare tanti esempi ma vorrei proporvi questo perché credo possa essere compreso da tutti: potresti incontrare una persona, a te vicina, di cui ti fidi, di cui hai stima, che ti riporta un fatto brutto, negativo, o magari scandaloso che riguarda una persona che tu reputi di gran fede, o addirittura un sacerdote. Se il tuo sacco sarà leggerissimo, potrebbe succedere che quel topolino riesca a bucarlo facilmente e far uscire quei pochi chicchi presenti. Ma se il sacco sarà molto pesante non potrà fare neanche un forellino, non potrà proprio avvicinarsi perché tu lo vedrai subito e lo caccerai gentilmente, perché il tuo sacco è la tua vita e hai imparato a fiutare i topolini che si avvicinano.

Mi ricordo che da ragazzina ponevo sempre al mio educatore del dopocresima la stessa domanda: ma come è possibile che una persona con grande fede l’abbia persa? Può succedere? Ma come può qualcuno che ha creduto realmente nell’esistenza di paradiso, purgatorio e inferno non crederci più? Un sacerdote, ogni volta che gli ponevo domande contorte sulla fede, mi rispondeva con un’irritante ma vera semplicità: “non hai fede!”. Può accadere di credere, di essere convinti di avere fede, perché la nostra famiglia è stata sempre cristiana, perché abbiamo ricevuto tutti i sacramenti, perché siamo andati sempre alla messa. Insomma, abbiamo fatto salve tutte le formalità, tutte le esteriorità e in questo modo abbiamo scritto “cristiano” nella nostra presentazione pubblica. Ma dentro di noi che cosa succede? Si gioca tutto lì: il sacco lo costruiamo nel nostro profondo, negli anfratti del cuore.

Se abbiamo confidenza con Dio, se ci fidiamo, se abbiamo fatto esperienza di Dio al punto non solo da credere ma da non poter non credere, allora nessun topolino potrà farci nulla.

Il nostro compito è duplice quindi: difendere il sacco di granoturco e combattere costantemente con la parte di noi che vorrebbe essere un topolino e andare in giro a bucare i sacchi degli altri. Insomma, una vita impegnativa, non c’è che dire, ma se sapremo essere fedeli alla nostra vocazione alla fine quel mais diverrà farina per i dolci. E potrà accadere che sulla strada incontriamo non un solo chicco ma addirittura una pannocchia intera! E abbrustolirla sulla brace sarà davvero una grande soddisfazione!

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