Beata Anna Maria Taigi cosa può dire a noi, gente poco straordinaria?

Ci sono santi a cui Dio ha fatto girare il mondo pur facendoli rimanere tutta la vita nella loro piccola casa.

Con Anna Maria Dio ha fatto grandi cose, prodigi incredibili nel senso che davvero si fatica a crederci se non con un atto di fede. Basti pensare al sole che Anna Maria vide ogni giorno per più di quarant’anni davanti ai propri occhi e che rappresentava lo stato delle anime sulla Terra. Dio è stato con lei uno Sposo generoso ma esigente, e lei ha saputo essere degna di tutte le attenzioni che quel Padre celeste le ha riservato per l’intera sua esistenza. Tutto iniziò nella povertà, con un padre terreno poco accorto che mandò la famiglia in malora, ma con una madre esemplare che mostrò ad Anna Maria il significato profondo di fedeltà nel matrimonio, pure quando questa sembra impossibile. La piccola Anna Maria lavorò sempre, lavori umili e spesso poco pagati, tuttavia si faceva bastare il minimo necessario per vivere e il resto lo donava a chi era più povero di lei. Incontrò Domenico con il quale si sposò dopo solo un mese di fidanzamento. Questo marito aveva un carattere burbero e scontroso, ma lei lo amó molto e lo stesso Domenico al processo di beatificazione della moglie racconta i gesti di devozione che lei gli riservava, testimoniando come la sua prima vocazione era sempre quella di moglie. Insieme ebbero ben sette figli. A leggere la vita di Anna Maria, bisogna essere onesti, ci si sente molto lontani da lei e questo ci sconforta perché viene da chiedersi come noi poveri semplici cristiani potremmo mai diventare santi se essere santi significa assomigliare a lei.

Una cosa è certa, ad ognuno è richiesto in misura proporzionale alle proprie possibilità, e questo vale su ogni fronte.

Anna Maria offriva al Signore penitenze dolorose e direi difficili da capire per noi, basti pensare al cilicio. Ma lei aiutò tantissime anime ferite dal peccato a convertirsi e a conoscere Dio, nella semplicità della sua casa ospitava chiunque ne avesse bisogno e curava sia i corpi che le anime, in modo del tutto prodigioso. Anna Maria vedeva Dio, sentiva la sua voce, aveva visioni profetiche che riguardavano il mondo intero. Insomma, poteva sembrare una povera donna, moglie e madre, ma in realtà Dio le affidó molto, un pezzo del suo regno, la chiamò ad essere potente come un’imperatrice e lei, che lo amava in modo smisurato, non gli disse no neanche per un istante di esitazione. Pur volando così alto, come viene da immaginarsela, Anna Maria era fedelissima alle tradizioni religiose popolari, come le novene, i voti, le penitenze, i gesti offerti a Dio. Verrebbe da dire ma come, lei che aveva praticamente un dialogo diretto si impelagava in una fede così “bassa” e semplice? Ebbene sì, a testimonianza del fatto che quella che a noi sembra una religiosità popolare e a volte superstiziosa, in realtà è una parte importante e concreta della dimostrazione del nostro amore a Dio. Come ad un fidanzato a cui si scrivono lettere, per il quale si fa tanta strada, che si segue ovunque e per il quale ci facciamo belle, lo stesso si dovrebbe fare per Dio, per il quale abbelliamo la nostra anima, ripuliamo il nostro cuore dedicandogli anche gesti e preghiere ripetitivi che ci aiutano a stare nel qui ed ora, ad essere pazienti, fedeli e presenti. Beata Anna Maria, noi che ci sentiamo molto lontani dalla tua enorme fede, ti chiediamo proprio questo: facci compagnia e aiutaci ad essere fedeli nel poco, nel semplice, nella preghiera quotidiana che spesso trascuriamo e maltrattiamo; facci comprendere che è proprio quella ritualità che permette al seme di germogliare, di crescere e fare frutto.

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