Bookstorming – Che libri mi dici se ti dico “Pasqua”?

Consigli di lettura e parole di @unabibliotecariapermamma

C’era una volta un albero che amava un bambino.

Ogni giorno il bambino giocava con i suoi rami, ne mangiava i frutti e l’albero era felice. Crescendo, il bambino divenne ragazzo, il ragazzo divenne adulto e poi anziano. L’albero continuò in tutto questo ad amarlo e per vederlo felice arrivò a donargli le sue mele, i suoi rami e lo amò così profondamente fino alla fine…fino a donargli il suo tronco per costruire una barca affinché viaggiasse in luoghi lontani e fosse felice.

E’ così che Silverstein (L’albero, Salani editore) si immagina l’amore di Dio, un amore che dona interamente se stesso per la felicità di suo figlio, per la felicità di ognuno di noi. Sinceramente, chi è capace di un amore così? Un amore capace di morire…

Con i miei bambini leggiamo spesso un piccolo libro prezioso,

Il piccolo bruco mai sazio di Eric Carle, e quando abbiamo trovato nell’orto un bruco non abbiamo esitato a prenderlo e dargli da mangiare. Lo vedi per giorni, terribilmente affamato, nutrirsi continuamente fino a che ad un tratto decide di fermarsi per crearsi il proprio bozzolo. Eravamo pronti, sapevamo cosa sarebbe successo…ma dopo una settimana di silenzio immutato abbiamo pensato al peggio.
Eravamo davvero convinti che il bruco fosse morto.

Ma è stato nel momento in cui abbiamo perso ogni speranza che il bruco ha squarciato il bozzolo ed è uscita una splendente luminosa farfalla.

Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto»

(Giovanni, 3)

Oggi, festeggiare la Pasqua significa questo per noi allora: credere nella promessa di Dio che, se moriremo, in lui avremo davvero la vita piena.

Non sappiamo che frutto daremo, ma certi nella sua resurrezione, sappiamo che solo se il seme muore porta la vita (Il piccolo seme, Eric Carle, Mondadori editore), solo passando per la morte di sé stesso Pietro, con un nuovo nome, potrà edificare la Chiesa di Dio.
(Simone chiamato Pietro, Mauro Giuseppe Lepori, Cantagalli edizioni).

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