Quaresima con Tolkien #17 – LA SCALA SEGRETA DI CIRITH UNGOL

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 “ […] per dire ai prigionieri: “Uscite”, e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”. Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua. Io trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate.”

Dal libro del profeta Isaìa

<< (Gollum) “È l’unica altra via. Perché in quel punto le montagne sono più basse e la vecchia strada sale, sale, fino a raggiungere in cima un oscuro valico, e poi scende, scende, di nuovo sino… a Gorgoroth” […] “Hobbit devono comprendere, devono cercare di capire. Lui non aspetta un attacco da quella parte. Il Suo Occhio è ovunque, ma osserva più attentamente certi posti. Non può vedere tutto allo stesso tempo, non ancora. […] Non ha senso il fatto in sé, di cercare di entrare a Mordor. Ma se padrone dice devo andare o voglio andare, allora deve tentare in qualche modo. […]. Lui l’ha trovato. Lui lo conosce”. “Che cosa hai trovato?”, domandò Frodo. Gollum si accovacciò e la sua voce ridiventò un bisbiglio. “Un piccolo viottolo che conduce su nelle montagne; e poi una scala, una stretta scala, oh sì, molto lunga e stretta. E poi altre scale. E infine…”, la sua voce si fece ancor più fioca, “un tunnel, un oscuro tunnel; poi in ultimo una piccola fessura e un sentiero assai più in alto del valico principale. Fu così che Sméagol uscì dall’oscurità. Ma accadde tanti anni fa. Il viottolo può essere scomparso ormai; ma forse no, forse no”. […] “Non è sorvegliata?”, ripeté Frodo. “Sì, sì, forse. Niente posti sicuri in questo paese”, disse Gollum scontroso. “Niente posti sicuri. Ma padrone deve tentare o tornarsene a casa. Nessun’altra via”. Non riuscirono a tirargli fuori altro.>>

Il Signore degli Anelli, Le due torri, libro II, cap. III, “Il Cancello Nero è chiuso”

La scala segreta

che Gollum propone ai nostri due hobbit come alternativa all’entrata del Cancello Nero (impossibile da affrontare), è quella che si trova nei pressi di Cirith Ungol, fortezza dell’omonimo passaggio sulle montagne che porta dall’Ephel Dúath a Mordor, sopra la fortezza di Minas Morgul. Per carità, difficile, in salita, un po’ insicura, ma almeno percorribile.

Siamo disposti, anche noi, a trovarci la nostra “scalinata segreta”?

Oppure cerchiamo sempre e solo un compromesso, noi: la messa in tv anche se ho tutte le carte in regola per andarci di persona, il solito vizio che “tanto non è peccato” perché sguscio e mi trovo l’alternativa, un bel “padre-ave-gloria” così mi porto a casa anche questa di indulgenza .. I nostri modi comodi per “aggirare il peccato”, per “scamparlo”, patteggiando la nostra buona condotta imbrogliando. Quanto ci piace mercanteggiare l’amore e fare questo bel pot-pourri di regole e compromessi a modo nostro, per non perderci niente, per dare gloria al nostro ego e zittire quella vocina scomoda che non è nient’altro che lo Spirito che parla (sì perché, non ce lo scordiamo, ce l’ha donato Lui lo Spirito, anche quando facciamo finta che sia un grillo o lo chiamiamo “coscienza”). Com’è facile animare queste membra e questa anima con un filo da marionette, adattando i passi, le gesta, a quello che la nostra storia ci ispira: sono fedele ma…, sono cristiano pur se…, a Dio ci credo, ma secondo me è così…, bello questo Papa che finalmente capisce che c’è bisogno di… , la Chiesa sì ma dovrebbe modernizzare così… , sì è peccato, ma non nel 2021. Chissà Dio, quando ci hai donato i comandamenti, se ti sei semplicemente scordato la data di scadenza? O quando hai detto a Pietro “su di te fonderò la mia chiesa” se magari non ti riferivi a tutti i “pietri” presenti sulla terra, così che siamo giustificati a scegliere noi la guida del timone, e già che ci siamo farci una copia delle “chiavi”. Chissà questi “dieci peccati” se hanno una scappatoia, una via di fuga, perché no dai come si fa a rispettare “non commettere atti impuri” nel 2021? Sicuro c’è un modo. Sicuro c’è un ascensore: una navicella che se clicchi il bottone e aspetti ti porta esattamente dove dovresti essere, senza sudore o fiato corto.

Ma la verità è che per arrivare lì, siamo noi che dobbiamo cambiare: dobbiamo sudare, dobbiamo modificarci, dobbiamo farci i muscoli.

E non perché Lui ci punisce e ce la rende difficile, ma perché solo così potremmo imparare ad essere umili, ad amare veramente tutti, perché in fondo, miseri come noi. A volte la scalinata la cerchiamo sì, ma più come una rampa: non per forza comoda eh, qualche gradino ci stà, magari anche un po’ in salita sennò non mi sentirei appagato nel mio “faticare-quanto-basta”. Eppure Tu ce lo dici sempre che la tua strada è quella che libera, il tuo cibo l’unico che sazia: non le mie rampe di lancio o i miei ascensori comodi. Ma io sono misero e i “no” mi stanno stretti perché non li capisco, sono piccolo e non riesco a credere alle tue “grandi opere”.

Dammi, Signore, una fede pura, una fede felice, una fede salda, perché anche io, come Te, possa dire “sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.

Dammi il dono di capire che quel maligno di cui mi parli è il mio inferno mentale, dove la mia mente si ingarbuglia e inizia a perdere lucidità, nel cercare compromessi. Donami la voglia di cercare coerenza e semplicità, seguire la Tua strada e non quella che vorrei io, anche quando è una scalinata infinita, ripida e da vertigini. Dammi la forza di non aggrapparmi a nessuna ascensore, nessuna rampa che possa darmi le soluzioni semplici e veloci, fingendo di sceglierTi: che io non mi aggrappi al mio padre spirituale come se fosse il mio psicologo, alla mia amica come alla mia guida che sa la strada giusta per me, a quel pellegrinaggio perché possa darmi sto benedetto segno, a quel mistico che può leggere la mia anima e dirmi la mia vocazione o chi devo amare. Rendimi coraggioso, rendimi sicuro di quello Spirito che ancora, nonostante gli anni, agisce in me. Rendimi saldo nelle tentazioni, coerente nelle scelte e libero come solo Tu puoi farmi sentire.

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