Santa Lucia, il nord e i suoi occhi dolci e “luminosi” – LETTERINA STAMPABILE e RICETTA

Nel profondo nord.

La terra di Malm, Pax, Lack e Svala (no, non sono divinità vichinghe somiglianti a Chris Hemsworth, anche se mi piacerebbe, ma mobili Ikea). Nel paese avanti per definizione, dove platino non è solo una gradazione di tinta, ma una realtà (lo so che è una tremenda generalizzazione ma fatemelo credere che sono tutti tutti biondo-bianco naturale-senza-fatica-e-senza-ossigeno-2000-atmosfere-ogni-due-settimane) c’è una festa davvero poco nordica a guardarla bene, che infatti, parte dalla caldissima e assolata Sicilia del 283 d.C.

E Lucia, me la immagino proprio con gli occhi azzurri del Mar Ionio di fronte alla sua Siracusa e i capelli scuri come le ceneri dell’Etna.

È proprio vero: spesso a vivere nella luce, quando tutto è a fuoco e si vede bene come a mezzogiorno, si rischia di farci l’abitudine e di perdere di vista i singoli raggi, la grande ricchezza di ognuno, di dare cose per scontate. Invece lassù, in Svezia, dove sono piuttosto abituati alle tenebre, i raggi e le promesse di luce, se le tengono strette, come tesori. Come il 13 dicembre: la festa di Santa Lucia. Anche da noi si festeggia in Sicilia, in primis e in varie parti d’Italia con tradizioni più o meno simili tra cui la famosa “letterina” da parte dei bambini, ma in Svezia è davvero una roba grossa. Un evento nazionale dicono atteso quasi quanto il Natale. Una speranza di luce nel lungo inverno del Nord e del cuore, per abituare gli occhi gradualmente, al bagliore sempre più intenso delle settimane di Avvento che scorrono e che culminano con la luce che viene dalla mangiatoia.

Se non addomestichiamo le pupille e l’anima, quella luce non saremo in grado di accoglierla: ci abbagliera’.

Ecco allora il senso della festa di Santa Lucia, tanto caro a un popolo che di luce e della sua mancanza se ne intende forse più di noi e che per questo, celebra questa Santa martire giovanissima con un calore davvero da far invidia a quello di noi latini. Ci sono concerti, dolci tipici, si festeggia nelle scuole con una specie di concorso di bellezza dove ciò che conta però è la capacità di intonare decentemente i canti della festa per impersonare la Santa e senza una corona Miluna in testa, ma con quella con le cinque candele accese a ricordare la stessa che Lucia aveva sul capo per illuminarsi la strada quando andava a portare cibo ai cristiani nascosti nelle catacombe.

Per chi volesse approfondire lasciamo il link al dettagliato articolo di Una penna spuntata.

Chiediamo anche noi a questa martire con una fede così forte che nemmeno cinquanta buoi riuscirono a spostare, di illuminare la via verso Gesù che sta per nascere.

Di proteggere, come vuole la tradizione, i nostri occhi. Proprio lei, che una leggenda narra se li sia strappati, pur di non peccare. Donaci uno sguardo nuovo, Santa Lucia. Puro. Fa che questo cammino non ci porti solo all’ennesimo Natale, quello di cui sappiamo già tutto a memoria, dai canti alle letture. Illumina un po’ di di quel mistero che i nostri occhi, da soli, non possono vedere.

E siccome non c’è festa senza biscotti e senza regali vi lasciamo la ricetta dei LUSSERKATTER, i dolcetti tradizionali svedesi per il 13 dicembre e la letterina da scaricare, scrivere e colorare coi bimbi (DOWNLOAD QUI).

Questi dolci ricordano nella forma gli occhi della Santa (e dato che protegge gli occhi ci sta tutto quindi questa è la versione che racconto alle mie figlie) oppure la coda di un gatto che nella tradizione nordica rappresenta Satana, incarnato in questo animale (questa leggenda è invece retaggio delle antiche credenze pagane per cui nel giorno più corto dell’anno, appunto Santa Lucia, si accendevano candele e lumini per tenere lontani spiriti maligni che prendevano in quel giorno sembianze animali, da cui l’accostamento col diavolo). Il colore giallo di questi dolci dalla forma a S dato dallo zafferano sono il segno di quella luce che scaccia le tenebre e ci permette di vedere Cristo che viene.

Ingredienti

500 gr farina (noi abbiamo usato metà Manitoba), 1 bustina lievito di birra secco, 1 bustina di zafferano, 50 gr burro, 1 uovo, 100 gr zucchero, 100 gr formaggio spalmabile tipo Philadelphia, 200 ml latte tiepido, uvetta.

Procedimento

Arrivare il lievito se necessario sciogliendolo in un po’ di latte e stemperare nel restante latte anche lo zafferano. Unire formaggio e burro fuso. Unire farina, uovo, zucchero e impastare fino a ottenere una palla omogenea.

Lasciar lievitare a circa 25° per due ore. Riprendere poi l’impasto, dividerlo in parti uguali e stendere ogni pallina formando una striscia larga circa tre centimetri. Partite da una estremità e arrotolare fino a metà della striscia, poi fate la stessa cosa, ma nel verso opposto, partendo dall’altra estremità in modo da formare una S. Mettere due uvette al centro di ogni rotolo che forma la S. Spennellare con l’uovo. Infornare a 200° per 15 minuti circa.

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