Viva Cristo Re

Sono le quattro di notte (o di mattina, dipende da come vedete voi il bicchiere di solito!), sono sveglia, mia figlia è sveglia, ha la tosse e non riesce a dormire, si gira e si rigira, allora la prendo tra le braccia e la accarezzo.

Dico un’Ave Maria, poi un’altra e un’altra ancora.

Ripenso a ieri pomeriggio quando tra un castello di Lego duplo e un cambio d’abito di Elsa mi guarda e mi chiede: “Dov’è Gesù? È in cielo?”. Domande importanti, domande celesti. Le parole scavano strade nel pensiero in formazione, plasmano il mondo interiore di significato, in particolare se hai due anni. Allora guardo mia figlia nei suoi grandi occhi scuri e le sorrido dicendole: “Sì, Gesù è in cielo, è il nostro Re, ecco perché a messa ci inginocchiamo, perché davanti ai re ci si inginocchia sempre.” Lei rimane un po’ a pensare, per una bambina un re ha un grande significato, come la regina e le principesse.

Per lei rappresentano un mondo ideale, la bellezza.

Chissà perché quando si cresce perdiamo questa attrazione verso ciò che è regale. Penso alle ultime parole pronunciate da San José Sanchez Del Rio, il bambino ucciso da un federale messicano durante la guerra tra lo stato e i cristeros. Questo giovane martire, poco prima di morire, pensando al suo papà disse: “Ci rivedremo in cielo! Viva Cristo Re! Viva la Vergine di Guadalupe!”. Lui al cielo ci credeva eccome, a quel Regno e al suo Re e alla sua Regina. Il nostro mondo è così lontano da tutto ciò e da noi la guerra silenziosa alla cristianità è in uno stadio avanzato, siamo molto vicini a quello che vissero i cattolici messicani durante gli anni venti del novecento. Periodi bui, duri, difficili ce ne sono stati in tutte le epoche ma una cosa che mi ha sempre colpito è il fatto che ogni totalitarismo nascente ha sempre odiato e combattuto i cristiani perché di ostacolo al nuovo regime.

Perché Cristo è segno di contraddizione, è libertà vera, è presenza viva di quel Regno dei Cieli a cui aspiriamo.

E tutti i presidenti, i generali, i capi di stato che nel nome della libertà hanno ucciso cristiani, distrutto chiese e vietato il culto, non hanno fatto altro che emulare il primo di loro, Erode, che nella paura di vedersi portare via il potere da un Re bambino li uccise tutti. Ma quel Regno e quel Re non possono essere distrutti, non ci saranno mai guerre o persecuzioni abbastanza letali da distruggere ciò che è inizio e fine di tutto. Abbiamo un compito, quello di far regnare Cristo nel nostro cuore, lì non possono esserci nemici, dobbiamo lottare e aprire ogni varco a Cristo, solo così saremo liberi. Ma non basta, ognuno di noi deve portare un pezzo del Regno dei Cieli lì dove si trova, in famiglia, a lavoro, a scuola, con gli amici. Ognuno stando al suo posto, come San José, aveva appena quattordici anni e gli affidarono il ruolo di portabandiera, doveva tenere alto il vessillo della Vergine di Guadalupe. Noi dobbiamo fare lo stesso, non rinneghiamo Cristo, mai, ma portiamolo orgogliosi fuori e dentro di noi. E insieme diciamo a gran voce: “Viva Cristo Re!”.

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