Best faith friends
Commento al Vangelo
Se non ci fosse stato quell’educatore, se non ci fosse stato quel frate, se non ci fossero stati quegli amici, se non ci fosse stato quello zio, se non ci fosse stato quell’amico, se non ci fosse stato quell’incontro io non mi sarei salvata, perché non ci si salva da soli. Avevo bisogno di ciascuna di quelle persone, anche di quelle di cui lì per lì non ero in grado di riconoscere l’importanza, ma si sa, il nostro è uno sguardo limitato, corto, parziale e spesso non capiamo il senso delle cose neanche a distanza di anni. Ma quello che è certo è che Dio fa bene tutte le cose, ci mette davanti tutte le occasioni e le persone necessarie alla nostra salvezza.
Siamo tutti sordomuti, possiamo pure credere di avere la fede, di aver già detto sì a Cristo una volta, tanti anni fa, ma in realtà abbiamo un bisogno continuo di essere portati da lui, di sentirci dire: “Apriti, apri il tuo cuore, letteralmente spacca il tuo cuore, perché solo se ci sarà una ferita, una fessura anche piccola, farai passare Dio nella tua vita, in questo giorno”. E questo succede tutti i giorni, perché non ci si salva una volta per tutte ma ci si salva ogni giorno da capo. È estenuante, vero? È anche avvilente per noi che ci sentiamo supercattolici accettare il fatto di avere bisogno degli altri per convertirci e che ogni giorno abbiamo bisogno di convertire la nostra vita, perché ad ogni respiro non facciamo altro che fuggire da Dio e prendere strade più facili, più corte, più veloci. Ecco perché abbiamo bisogno degli altri, perché noi da soli siamo incapaci di cambiare, di invertire la rotta. Ed ecco perché esiste la Chiesa e perché un cristiano che “io credo in Dio ma non nella Chiesa” non è cristiano, non ha fede e non ha ancora fatto quell’incontro che gli svolterà la vita.
Tutto questo, il continuo rialzarsi, il continuo ricominciare, in realtà non sono affatto avvilenti, anzi, sono segno di speranza perché vuol dire che ogni giorno possiamo ritornare a Dio, pure se due giorni prima mi sentivo un asceta e il giorno prima ero invece impantanato nel peccato più lercio.
Dio ci mette in mano tutte le carte di cui abbiamo bisogno, ci fa incontrare chi ci accompagna al tavolo per giocare ma sta a noi aprirci, dare una possibilità a Dio di entrare nella nostra partita.
“Effatà” ripetiamocelo da soli, ogni mattina ricordiamoci di aprirci a Lui perché solo attraverso Lui le nostre orecchie saranno in grado di sentire ciò che conta davvero e la nostra lingua sarà in grado di parlare e dire parole di vita e non di morte.
Perché, infine, solo una cosa è decisiva: stare dalla Sua parte ed il bene verrà da noi.
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