Giallini e il suo Dio di Das
Io credo che solo i bambini siano capaci di farti Dio col Das, proprio come dice Giallini. E in fondo, quel Dio ce lo ha sempre detto che dobbiamo restare piccoli, così, magari, lo sapremo trovare pure in un pezzo di Das o Dido’, lo sapremo trovare nel niente, sempre, all’occorrenza. Poi cresci, con la pasta modellabile non ci giochi più e pensi che la vita abbia più fantasia di te: quando tua moglie muore tra le tue braccia con le valigie per le vacanze, quando la TV si spegne e tuo figlio di 5 anni continua a urlare “mamma, mamma”, quando quello più grande ti dice che un’adolescenza non l’ha avuta, quando il dolore non passa. «E che passa? Ti dimentichi un po’ la voce», come racconta Marco Giallini al Corriere ripercorrendo la morte della sua Loredana e la vita come papà di due bambini. Quando la tua vita è in lockdown da quando “la tua donna”, come la chiama Giallini (e permettetemi, che bello è questo possesso così appassionato e allo stesso tempo inevitabile che è l’amore vero?) se ne va dopo 27 anni di quelli che ti hanno fatto dire che “nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una”, ci credo che ti viene voglia di sapere come si fa, Dio col Das, per guardarlo finalmente negli occhi e fare tante domande, dirgli “adesso sto casino sistemalo un po’ te”. Eppure “L’animo gentile, l’animo vicino a Dio, prende tutto”, continua Giallini nell’intervista (una intervista piena di divagazioni, come piacciono a lui, dice. Eppure a me, Dio non è sembrata solo una di quelle buttate lì a caso). Tutto. Anche il dolore che è troppo, anche le domande senza risposta, anche l’impossibilità di far diventare la morte “una prassi”. Perché quando ami non c’è scampo. Perché quando ami sei un po’ uguale a Dio, nella gioia e nella sofferenza. E allora forse è vero che Dio si può fare col Das perché proprio Lui che ci ha fatti a sua immagine sapremo sempre dove trovarlo, che forma ha, anche quando diventeremo adulti con solo un pezzo di pasta modellabile in tasca con cui non sapremo più giocare, ma che basta a ricordarci di non essere soli..
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