La leggenda del soldato e del rosario
Di certo tutti conoscete la leggenda del soldato Pietro
ma visto che le cose belle e buone devono girare ve la raccontiamo (io la prima volta l’ho letta qui) così non la dimenticherete. Pietro era un soldato, aveva combattuto molte battaglie ed un giorno venne ferito proprio durante uno scontro e morì. Quello stesso giorno si ritrovò a bussare alle porte del Paradiso. San Pietro andò a vedere chi fosse e vi trovò il soldato che portava il suo stesso nome e che gli disse “Fammi entrare in Paradiso!”. San Pietro prese un grande librone dove vi era scritta tutta la vita del soldato e iniziò a leggere. Arrivò alla fine ma non trovò nulla che gli permettesse di far entrare il soldato in Paradiso. Allora San Pietro chiamò i santi che erano stati in battaglia e chiese loro aiuto ma tutti i santi che interpelló gli confermarono che quell’uomo non poteva entrare in Paradiso. Intanto si sentì un forte baccano, alcuni diavoli stavano salendo le scale per il Paradiso e urlavano che quell’anima era di loro proprietà. San Pietro chiamò infine Gesù e mentre aspettava la Sua decisione arrivò Maria che porse a Gesù un grande libro dorato. Gesù lo afferrò, lo aprì e iniziò a leggere e a sfogliare le pagine. Una volta terminato, Gesù annuì e permise al soldato Pietro di entrare in Paradiso.
San Pietro fu sorpreso e andò a sbirciare nel libro dorato che aveva portato Maria e vide che dentro ogni pagina vi erano scritte migliaia di Ave Maria, la sola preghiera che quel rude soldato conoscesse e che Maria aveva trascritto ogni volta che lui ne aveva recitata una.
Non è meraviglioso? Maria è la nostra avvocata, lo sappiamo, e sappiamo che a Lei Gesù non dice mai di no. Ma questa leggenda ci dice qualcosa di più profondo. Pietro era un soldato, aveva trascorso la sua vita in guerra e conosceva solo la preghiera dell’Ave Maria. Chi gliel’avrà insegnata? Certamente sarà stata sua madre. La mamma terrena che insegna al figlio la preghiera alla mamma celeste. Sono le mamme spesso a insegnare le preghiere ai figli, non perché i padri non lo facciano ma perché spesso le preghiere delle mamme si trasmettono attraverso mani intrecciate, carezze, parole dolci. E così ci immaginiamo Pietro, sulle gambe della mamma, a lei abbracciato, mentre ascolta quella preghiera che gli salverà la vita eterna. Allora mi viene da pensare che quella mamma senza saperlo (o forse sì) fece al figlio il regalo più grande, il più importante. Certo, questa è una leggenda ma se leggiamo le parole dei grandi santi sul rosario scopriremo il senso di questa storia.
Col rosario si può ottenere tutto. Esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra. Una delle estremità è nelle nostre mani e l’altra in quelle della Santa Vergine.
Santa Teresa di Lisieux
Quante corone, tante anime salve.
San Massimiliano Kolbe
Il rosario è un incontro quotidiano al quale io e la Madonna non manchiamo.
San Giovanni Paolo II
A volte in famiglia ci si preoccupa molto dei bisogni materiali e questo è normale, ma il problema è che c’è un forte squilibrio rispetto ai bisogni spirituali. Raramente si pensa al corredino per l’anima del proprio figlio. Ma pensiamo a Pietro, se non avesse mai imparato l’Ave Maria? Non sarebbe potuto entrare in Paradiso. E per un cristiano questa è la fine vera, è il male più grande. Allora pensiamo che non è mai troppo tardi, si può sempre iniziare ad insegnare l’Ave Maria al proprio figlio al quale non solo salveremo l’anima ma trasmetteremo il vero valore della gratuità.
Pregare per l’altro è il gesto gratuito per eccellenza perché noi non avremo nessun ritorno, neanche in termini di riconoscenza.
Insegniamo ai bambini a pregare per loro stessi e per gli altri, per i nonni, per gli zii, per i cugini, per gli amici. Avremo piantato un fiore stupendo nel loro cuore, un fiore di cui godranno tutti coloro che incroceranno la loro strada. Quindi che aspettate? Ai vostri posti e via di Ave Maria!
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