Perché i bambini non hanno la “zucca vuota”
Lungi da me farvi la ramanzina e tediarvi con un elenco puntato sul perché Halloween no es bueno e bla bla bla. Ho i panni dello scorso inverno ancora da smacchiare e…ops…è di nuovo inverno e sono ancora lì! Sorpresa! (Questo sì che fa paura).
Comunque, credo nel cuore delle carte e nel potere di Google di darvi queste informazioni di cui il web è pieno e i siti cattolici di stagione, pure. Lungi ancora di più rifilarvi il post con i dieci tutorial per organizzare la vostra festa della luce (il perché ve lo abbiamo spiegato qui: https://marthamaryandme.com/2019/10/13/non-mi-piacciono-le-feste-della-luce-ma-vi-spiego-come-organizzarle/).
Questo è solo il racconto che si ripresenta ogni anno, di una madre che, all’inizio dell’autunno, mentre le foglie ingialliscono, vorrebbe solo bere cioccolata calda e andare a raccogliere castagne, ma invece si ritrova a raccogliere sempre la stessa domanda (special thanks to sistema scolastico):
“Perché noi, mamma, non festeggiamo Halloween?”
Quindi, ecco a voi il post con gli spunti di conversazione su Halloween che potete giocarvi coi vostri figli, piccoli e grandi.
Perché questa domanda è difficile, ma merita una risposta (come tutte le domande dei bambini) che non sia una bugia, che non sia un chiudere gli occhi o peggio, un chiudersi in casa da inizio ottobre al 2 novembre perché, prima cosa, questo maledetto marketing inizia ad agosto ormai e quindi avoglia, secondo, i bambini parlano, parlano e parlano tra loro e hanno il sacro santo diritto di vivere nel mondo che gli è toccato in sorte e sapere la verità.
No, non sono mai troppo piccoli.
Magari sarete già bravissimi da soli a dare queste spiegazioni (nel caso vi prego, non siate tirchi e passatemi gli spunti), ma se qualcuno, là fuori, non sapesse da dove cominciare o avesse bisogno di una cioccolata e una pacca sulla spalla, ecco qualche risposta testata sul campo.
1. Si chiama Satana
Che detto così, è tanta roba, ma se c’è una cosa che significa “dire la verità” è cominciare chiamando le cose col proprio nome.
Senza diminutivi di sorta.
Senza la casetta di zucchero e marzapane.
Senza dover consultare 27 dizionari dei sinonimi e contrari.
“Mamma, perché non festeggiamo mai Halloween?”
“Tesoro, chi è il festeggiato ad Halloween?”
“… … … … (tentativi vari, che nell’ordine possono comprendere le streghe, i vampiri, i morti, le zucche)”.
“No, tesoro, ad Halloween si festeggia Satana”.
Per come ce lo vendono oggi, per lo meno.
Perché lo so che una volta, in molte regioni d’Italia si facevano cose eccetera eccetera e che forse Halloween era pure una festa cristiana, ma non è la stessa festa che il marketing americano vende ai nostri figli.
Proprio peggnente.
E noi con quella dobbiamo fare i conti.
Lo so che già fa paura questa parola così grande e tutto ciò che evoca.
Figurarsi doverla dire ad alta voce a un bambino.
Eppure, non si può ridurre Satana a una barzelletta: diavoletto, cattivetto e altri sinonimi in “etto” che sembrano più a portata di quattrenne.
Le parole hanno un peso.
E questa ha tutto il peso del mondo…e del male.
Ma Satana bisogna chiamarlo per nome per evitare di ritrovarci adulti che ancora credono “solo” a “diavoletto” quasi simpatico o peggio, non sanno che sia mai esistito o credono sia relegato a una favoletta popolare (questa cosa dei vezzeggiativi mi sta ovviamente sfuggendo di mano).
2. Il male resta male
“Mamma ma tutti si divertono, lo so che noi non lo festeggiamo, ma non fanno niente di male o di brutto”.
“Certo, lo so che sono tuoi amici e che sembra tutto un gioco, ma col male non si scherza. Dal male, non può venire nulla di buono, mai. Anche se ti sembra che le streghe siano simpatiche e i vampiri tuoi amici, questo non è possibile. Se quelle creature fossero vere sarebbero cattive, fuggiresti a vederle e il fatto che le usi per giocare e chiedere caramelle mascherato, non le rende buone. Il male resta male.
Non ci si gioca e non ci si scherza.
Si tiene lontano e basta.
Altrimenti si rischia di pensare che, magari, in quel male ci possa essere un po’ di bene o che non sia pericoloso: ecco perché non si può fare una festa con il male”.
Da questo discorso ne possono partire un miliardo (se non avete i panni dello scorso anno da smacchiare che vi aspettano), ma anche mia figlia di 4 anni è stata in grado di coglierne il senso.
Il male è male e anche se una volta l’anno vogliono propinarcelo come qualcosa di innocuo e divertente, purtroppo, non lo è.
Togliere al male la sua pericolosità significa mistificarlo e non aiutare i bambini (e gli adulti del futuro) a smascherarlo.
Come possiamo pensare che dicano no a mali subdoli e nascosti dalle ideologie se nemmeno siamo in grado di affermare che una strega o uno zombie in carne e ossa siano creature malvage?
Direi che ci vuole coerenza.
O un paio di occhiali.
3. Che la lotta abbia inizio
“Mamma, ma perché anche se ho capito quello che mi stai dicendo, io sono comunque triste a non poter andare a chiedere dolcetto o scherzetto?”
“Lo so che sei triste, anche io lo sarei. Il fatto è che una festa è una cosa bella, le caramelle sono una cosa bella e anche stare con gli amici.
Il fatto però è anche che il male si traveste sempre da qualcosa di bello perché se davvero ci facesse vedere quanto è brutto, nessuno lo vorrebbe.
E nella vita è sempre così: le cose malvage spesse sono anche le più attraenti, quelle che sembrano divertenti, innocue, alla moda, quelle in cui sembra non esserci niente di male.
Appunto.
Quindi è normale che la scelta sia difficile e ci metta tristezza, soprattutto quando sembra che siamo i soli a farla”.
4. Gran finale
E qui, alla mia settenne è scattata anche la domanda da sbancare il botteghino, quella da rovesciare i tavoli dei commercianti nel sinedrio, quella che sbaraglia la maschera più maschera che ci sia, altro che travestimenti da gatti neri: quella dei cattolici part time.
“Mamma, perché allora i miei amici che fanno l’ora di religione e il catechismo come me, questa festa la festeggiano se credono anche loro a Gesù?”.
E a questa domanda, figlia mia, servirebbe dedicare una trilogia e forse non ti basterà una vita per riuscire a rispondere.
La mia risposta è stata che “purtroppo tutti sbagliano, purtroppo non tutti conoscono così bene quello che dice Gesù, a volte è difficile scegliere e accettare la verità, è più comodo e conveniente divertirsi e fare quello che fanno tutti. Preghiamo per loro e per noi, che le nostre scelte siano sempre per il bello e il buono”.
Il fatto è che, un po’ come il Natale, Halloween non è solo il 31 ottobre.
È ogni volta che scegliamo il male.
Ogni volta che decidiamo di far entrare Satana nel cuore.
Ogni volta che, anche se sappiamo di stare sbagliando, continuiamo a sbagliare.
Siamo sempre chiamati a scegliere il bene e a difenderlo.
Poi non si può non andare a scuola un mese intero per evitare di scavare la zucca o di cantare la canzoncina sui fantasmi, bisogna piuttosto dare ai bambini risposte di senso, diverse, che di certo saranno messe alla prove da travestimenti, caramelle e giochi, ma che spero, al momento giusto, resteranno nella loro memoria.
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