SE DICO MAMMA

Commento al vangelo Lc 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

Prima di diventare mamma

lavoravo e il mio lavoro mi portò a conoscere, seppur da lontano, la realtà dei bambini abbandonati, degli istituti russi e ucraini. In questi giorni, è inutile negarlo, penso sempre a loro, a quei bambini senza mamma e papà, alle loro condizioni di vita già precarie, a quanto questa guerra farà loro del male, più che a chiunque altro. Prima in macchina, di ritorno dalla messa, ascoltavo con mia figlia l’audio libro di Peter Pan e mi ha colpito molto la domanda di Spugna a Capitan Uncino, riferendosi a Wendy: “Che cos’è una mamma?”. Moltissimi di quei bambini, dei bimbi russi e ucraini che ho conosciuto, non sapevano cosa fosse una mamma perché la loro non c’era mai stata, erano finiti in istituto da piccolissimi e non potevano ricordarla.

Che cos’è una mamma?

Io credo che sia l’origine di tutto. Credo che sia dalla nostra mamma, dal modo in cui ci ha amati, accolti, cresciuti, capiti, ascoltati che parte il nostro essere persona. È chiaro che anche il padre abbia un’importanza equivalente e complementare, non è questo il punto. La mamma con il suo amore, col suo modo di amare, è come se ti stesse regalando uno stampo, tipo quello per le torte, con il quale a tua volta potrai fare torte altrettanto buone, belle, soddisfacenti. Poi sta a te decidere se usarlo o comprarne uno nuovo, migliore. Allora in questi giorni di guerra, in cui tutto sembra strano, in cui non sai bene come continuare la tua vita quando in quel momento stanno succedendo cose terrificanti poco distante dal nostro Paese, ti soffermi a pensare alle mamme ucraine e a chi una mamma non ce l’ha. E poi riporti il pensiero su di te e ti rendi conto che un esame di coscienza va fatto, che è il minimo: quante urla inutili ed esagerate oggi? Quanti sguardi arrabbiati hai lanciato a tuo figlio? Quante minacce sono volate pur di raggiungere il tuo scopo?

Che mamma sei stata oggi?

Ti rendi conto di come i tuoi propositi vadano a cozzare con le parole che escono dalla tua bocca: vorresti tanto essere una buona madre ma le tue parole sono per la maggior parte del tempo arrabbiate, minacciose, taglienti. 

“La sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

C’è poco da fare, possiamo commuoverci, intristirci, possiamo pregare, pregare, pregare per tutte le cose brutte che accadono nel mondo ma se poi non saremo in grado di sconfiggere la nostra rabbia e donare uno sguardo di amore a nostro figlio saremo come il soldato che lancia una bomba. In questi giorni di paura, di smarrimento, rivolgiamo a Dio una preghiera: Signore aiutami a non fare la guerra con i miei figli, con mio marito, con i miei fratelli, con i miei genitori.

Signore rendimi operatore di pace qui

nel mio piccolo pezzo di vita, perché è qui che potrò fare grandi cose. E se sono mamma, Signore aiutami ad amare i miei figli come tu hai amato noi, donando loro la mia vita.

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