Pensavo fosse Notting Hill…e invece era Ladyhawke

Pensavo fosse Notting Hill. Pensavo che un’adolescenza passata a studiare Allie e Noah, Pacey e Joey, poi Garry e Vivian o Sam e Molly non sarebbe potuta finire che con uno di quei copioni strappa lacrime pieni di sentimenti totalizzanti, puri, eterni (sì, lo ammetto, a me, la parte del “finché morte non ci separi” è sempre sembrata davvero poco romantica e, ammetto anche questo, ho chiesto svariate volte a mio marito come regalo di compleanno di promettermi che non si risposerebbe dopo di me!). Pensavo “o tutto o niente”, non ne vale la pena, non è abbastanza.

Pensavo che l’amore fosse una panchina con una dedica che toglie il fiato,

un muretto scavalcato insieme di notte incuranti di cani e allarmi, una casa con un portone blu che sembra la più bella del mondo, una corsa sul set cinematografico senza saper bene cosa dire o fare, un libro di viaggi che non ti serve.

Pensavo che l’amore vero fossero William e Anna

e che niente che non raggiungesse quella intensità, quella intesa, quella follia, avesse il diritto di chiamarsi tale.

Pensavo che avrei avuto Notting Hill. E invece è dura ammettere che non è stato così.

Non c’è un portone blu, una libreria, niente che ricordi quel copione. Forse, io e mio marito non saremmo da sbancare il botteghino. Poi l’altro giorno, ho rivisto uno dei miei film preferiti ed era come se lo stessi guardando per la prima volta.

Pensavo fosse Notting Hill quello che cercavo disperatamente nella mia vita di coppia

e invece ho capito che io e mio marito, anche se non avremo mai la storia struggente de “le pagine della nostra vita” o l’amore da leggenda di “the ghost” siamo comunque una pellicola da top five.

Nessuna follia, nessun gesto troppo eclatante, niente che mi farebbe dire che se non fossimo nati così vicini, ci saremmo riscelti in un milione di situazioni, chilometri e universi.

Perché a volte, ci sono amori come Anna e William, e poi ci sono coppie come me e mio marito: Navarre e Isabeau. Il giorno e la notte. Innamorati, certo, tanto, ma spesso anche lontani: nei gusti, nel modo di fare, nelle fede anche. Forse, se lo avessimo pensato razionalmente a posteriori non ci saremmo mai detti sì, perché a volte la fatica è tanta. Trovare quel punto di incontro all’alba e al tramonto, dove ci guardiamo negli occhi come Navarre e Isabeau prima di trasformarsi in falco o lupo è dura, ma in questa storia, la grandezza e l’amore sta tutto lì.

Sarebbe stato più semplice scegliere qualcun altro.

Arrendersi forse. Eppure tutto il romanticismo del mondo è in quegli attimi in cui, occhi negli occhi, ci siamo, l’uno per l’altra, nonostante tutto, tutti i giorni, cercando di migliorarci e di andare oltre noi stessi per poter vedere l’altro per ciò che è davvero e continuare a farlo tutti i giorni, cercando tutte le albe e tutti i tramonti. E io credo che anche questo sia abbastanza folle ed epico da rientrare nella categoria “amore”.

Io non cambierei mai quello che ho, la persona che ho accanto, ciò che abbiamo costruito, pur nella consapevolezza che a chi non piacerebbe avere quel sentimento da prime volte che certe coppie sembrano riuscire a mantenere intatto dopo anni? Di certo molte attenzioni bisogna mettercele. Sicuramente certe pazzie ci si può e ci deve impegnare per farle succedere, ogni tanto. Ma non sottovalutate nemmeno cio’ che avete. Non è come lo avevate sognato dalle pellicole del cinema? Ma è vostro. È voi. La vostra storia unica. Si possono scrivere finali grandiosi partendo da un milione di trame diverse e non dobbiamo sempre pensare che se non abbiamo quegli ingredienti lì, allora non ne valga la pena. Meritiamo anche noi il gran finale. Possiamo averlo.

Pensavo fosse Notting Hill e invece stavo guardando Ladyhawke (e se non lo avete mai visto è proprio il momento di rimediare!).

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