Le brave mogli e mamme cattoliche

Siamo brave mogli cattoliche se amiamo nostro marito come delle adolescenti o se quel sentimento facciamo fatica a sentirlo ancora. Siamo brave mamme cattoliche se abbiamo un figlio, due, tre, sei, otto. Che li abbiamo naturali o adottivi. Se amano pregare, se vengono a messa e sanno a memoria i misteri del Rosario o se fuggono quando vedono una chiesa.

Siamo brave mogli e mamme cattoliche quando tutto è in armonia e quando facciamo fatica a tenere insieme i pezzi. Quando Dio è parte della nostra quotidianità e preghiamo anche mentre stiamo pulendo i vetri o quando lo sentiamo lontano e non riusciamo nemmeno a parlargli o spiegargli, ma da qualche parte, nel nostro cuore, sappiamo che Lui ascolta anche questo dolore e che possiamo sempre offrirlo.

Siamo brave mogli cattoliche se cuciniamo il piatto preferito della nostra metà almeno una volta a settimana, ma anche se andiamo di surgelati. Siamo brave mamme cattoliche se non abbiamo nessun figlio. Non di pancia, per lo meno.

Siamo brave mogli cattoliche se preghiamo con nostro marito tutti i giorni oppure, se non ha la nostra fede, se preghiamo “per” lui, con fiducia e senza mollare. Siamo brave mamme cattoliche se stiamo cercando di avere un altro bambino che però non arriva e ci sentiamo inadeguate o in colpa, perché dovremmo già essere grate per ciò che abbiamo, ma non riusciamo lo stesso a non starci male. Non riusciamo a lasciare le redini alla provvidenza. Ma siamo brave mamme cattoliche anche se vorremmo che di figli non ne arrivassero più.

Siamo brave mogli cattoliche se cerchiamo di abbozzare, di avere pazienza, di morderci la lingua, di mettere ancora una volta a posto le scarpe lasciate in sala senza lamentarci o fare battute acide e rancorose, ma anche se ci arrabbiamo e poi chiediamo perdono. Siamo brave mamme cattoliche se abbiamo perso un bambino. Se siamo serene nonostante il dolore, o se invece ancora ci troviamo a urlare a Dio i nostri perché.

Siamo brave mogli cattoliche se abbiamo un marito che porta i fiori, si ricorda gli anniversari, è presente, ma anche se ci restiamo male per le attenzioni e le date che dimentica o perché lo vorremmo solo un po’ diverso. Siamo brave mamme cattoliche se certi giorni scoppiamo di gratitudine e dolcezza e altri, siamo scoppiate e basta.

Siamo brave mogli cattoliche se siamo certe ogni mattina di svegliarci nella vita che volevamo, ma anche se abbiamo dubbi, incertezze e certe volte ci chiediamo se abbiamo fatto la scelta giusta. Siamo brave mamme cattoliche se abbiamo scelto di restare a casa a guardare i nostri figli, ma anche se siamo volute o dovute rientrare a lavoro.

Siamo brave mogli e mamme cattoliche ogni volta che nonostante tutto, la nostra inadeguatezza o quella degli altri, le nostre colpe o quelle di nostro marito, i nostri desideri e progetti, realizzati o disattesi, il senso di colpa, il dolore, i tentennamenti, le giornate in cui siamo soddisfatte e quelle in cui siamo solo “sfatte”, cerchiamo con tutte noi stesse di restare fedeli a una promessa, a un progetto a cui abbiamo detto sì. Cerchiamo di lasciare aperta la porta del cuore per fare spazio agli altri, chiunque essi siano. Per far entrare Qualcuno che colmi i vuoti, le lacune, asciughi le lacrime che non sì fermano, ci dia un posto in cui restare, ci ricordi che essere buone mamme e mogli non dipende solo da quello che riusciamo a tenere sotto controllo correndo da una parte all’altra, pianificando, incastrando appuntamenti e desideri come un Tetris, ma è soprattutto un esserci. Esserci per chi ha bisogno di noi con le ore di sonno arretrate, i bastoncini Findus, il pavimento sporco, la tuta, altre ore di sonno arretrate, i nervi a fior di pelle, il caffè che si è freddato, i “te l’avevo detto” e i “perché io ci riesco e tu no?” o i “dove ho sbagliato? Era davvero questa la mia strada?”. Amare al meglio che possiamo, al netto di certe giornate storte e di noi stesse, perché abbiamo nel cuore la certezza di essere amate per prime.

Siamo buone mogli e mamme cattoliche. L’importante è fare il nostro massimo, il nostro meglio, offrirlo anche quando sembra davvero poco, anzi, niente. Che il problema non è essere mogli e mamme perfette, ma non cedere alla tentazione di pensare che non siamo abbastanza per ciò che ci è stato affidato.

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