ONCE UPON A LENT – Dov’è la tua vittoria?

“Il figlio del mio nemico intrappolato nella morte, dov’è la fregatura?”


Basterebbe questo per autosqualificarsi. Ma come, Ade, hai atteso 18 lunghi anni la tua vendetta verso Zeus e non hai calcolato tutte le variabili del caso?
Ma come, Satana, sei un’ intelligenza senza eguali, possibile che non sia riuscito a valutare le conseguenze di quell’anno 33 D.C.? Eppure, dall’inizio della creazione alla nascita di Gesù ne hai avuto di tempo!
Ma il punto è tutto qui, l’amore è ciò che non ha comprensione, ragionamento, raziocinio, così come l’obbedienza.
E nelle pagine dell’amore tu non sai leggere, perché l’hai rifiutato. All’obbedienza cieca al Padre, tu ti sei ribellato.
Così, nelle battute tra Hercules ed Ade ci rivedo il rancore che cova dall’inizio dei tempi, fino a quel Venerdì Santo, Santo perché a noi ci ha ridato la Vita.
Hercules è stanco, ha appena finito la battaglia con i titani, e nonostante abbia vinto, nonostante sia davvero l’eroe più grande di tutti i tempi, butta via la sua vita, si sacrifica, per la vita di colei che ama. Beh, penserete, che c’è di strano, quando c’è l’amore si può fare questo ed altro.

Ma lì, d’amore, non c’è quasi niente. Lì c’è una donna spregevole, una donna che l’ha ingannato e preso in giro, una donna che l’ha tradito,

che l’ha imbrogliato tramando alle sue spalle con chi voleva ucciderlo, una donna che l’ha venduto, barattando le sue attenzioni, il suo fingersi innamorata per un suo scopo, per guadagnarci qualcosa, per risolversi i suoi di problemi. E l’ha portato alla rovina, l’ha spinto alla rovina, ha meditato la sua morte accordandosi con il suo nemico: davanti a lei, così misera ed abietta, lui decide di giocarsi la sua vita. Lei, nonostante ciò, vale la sua vita.
Ed è tutto chiaro.

Tu, avresti fatto tutto, sofferto tutto, offerto la tua vita, anche solo per Giuda.


Per salvare chi ti ha condannato a morte, per salvare chi ha tradito il tuo amore.
Dio è morto.
Dio è tornato dagli inferi.
Dio è vivo.

Quando tu, Satana, credevi di aver fatto scacco matto e morso il cuore di sua madre strappandolo dal corpo per ridurlo a brandelli, anche sotto quella croce lei ti ha guardato, e ha visto di più.
Ha visto anche lì la potenza del Suo braccio, la mano di Dio che ha trafigurato quella carne e l’ha resa nuova, dando la vita ad un ventre vuoto, a partire da una purezza incomprensibile per ogni uomo.
Ha sconvolto i nostri occhi, spiegando il suo braccio su quella piedra fredda, sul corpo del Figlio, muto ed immobile, sconvolgendo le fondamenta dell’inferno, disperdendo per sempre Satana nel suo baratro di nullità.
Ha rovesciato la croce e la sua rovina, innalzando Cristo alla sua destra.
Dov’è o morte il tuo pungiglione? Cosa può, Satana, una creatura, nei confronti del suo Creatore?
Così, quel Santo Venerdì, da quella tua ingenua vittoria, da quei calcoli abietti e freddamente logici, da tanta morte ne è nata ancora più vita: salvezza per tutta l’umanità.
Scacco matto, Satana.
La Regina vince, anche sotto quella croce. Dio trionfa anche nell’oscura morte.
La partita è chiusa.

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