Raccolto d’amore

Commento al Vangelo Mc 10, 35-45

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Ieri sono andata a prendere mia figlia

a scuola e mentre mi raccontava che aveva disegnato un gufetto con i gessetti colorati mi fa, ridendo: “Chiara è una strega!”. Allora, cercando di rimanere impassibile le ho chiesto perché diceva questo e lei mi ha spiegato che lo dicono i bambini più grandi ad una bambina più piccola. Insomma, la prendono in giro. Lei non mi ha saputo dire il motivo, a tre anni ha semplicemente ripetuto quello che ha sentito da altri. Beh, come madre e quindi come prima educatrice di mia figlia insieme a mio marito mi sono sentita come se avessi fallito nell’insegnare a mia figlia l’empatia, il rispetto, la gentilezza. Poi sono tornata in me e mi sono detta che ha tre anni e il mio compito è quello di continuare ogni giorno ad insegnarle ad essere gentile, a non fare agli altri quello che non vorrebbe fosse fatto a lei.

Ed è certo che il primo e più efficace modo per farlo sia quello di essere io gentile con lei, comprensiva, dolce e accogliente.

E quant’è dura ragazzi! Poi leggo il vangelo e penso che mia figlia in fondo ha tre anni, invece Giacomo e Giovanni ne avevano molti di più di anni, tuttavia si erano comportati come bambini piccoli, era come se tutto quello che fino a quel momento Gesù aveva insegnato loro fosse colato via dalle orecchie. Avevano pensato solo al loro tornaconto, alla loro posizione di potere. “Ce lo lasci sì, Gesù, un posto vicino a te?”. E gli altri apostoli tutti a guardarli male perché avevano capito che non sono cose da chiedere. Ma Cristo che è il primo educatore, ci dà un modello di pedagogia dolce che manco la mamma più competente sa attuare: con pazienza, li chiama a sé e ricomincia da capo, spiega loro ciò che già aveva ripetuto più e più volte. Quante volte noi ci siamo ritrovati ad urlare irritati ai nostri figli piccoli: “Te l’ho già detto un milione di volte!”. Gesù ci spiazza totalmente, come solo lui sa fare, e ci insegna che non è l’età il discrimine, che anche con un adulto dobbiamo metterci al servizio e se necessario ripetere cose già dette. Penso al rapporto tra marito e moglie, quante volte si inceppa in questo meccanismo, quante volte perdiamo la pazienza o scattiamo arrabbiati perché non sopportiamo che l’altro non abbia ancora capito. Penso che siamo davvero lontani anni luce dall’emulare Cristo, noi non sopportiamo niente, prima di tutto non sopportiamo chi non la pensa come noi, e diciamocelo, noi cattolici questo vizio ce l’abbiamo ben radicato. Dobbiamo fare un grande esercizio di umiltà, dobbiamo essere servitori ed esserlo significa anche dimostrare pazienza, dolcezza e accoglienza verso chi è più distante da me. Altrimenti è tutto fumo, altrimenti non solo non avremo fatto nulla per rendere bella la nostra anima ma avremo dato testimonianza di incoerenza. Si procede passo passo, certi che seppur sbaglieremo, ed accadrà, Cristo riserverà a noi la stessa pazienza nel perdonarci che dimostrò con i suoi apostoli.

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