Lasciatemi lamentare

Oggi le madri non possono lamentarsi.

Non senza essere assalite dal senso di colpa e inadeguatezza o dalle solite frasi di circostanza se sei una che nella vita ha scelto di stare a casa con la prole: “è ora che li stacchi un po’”, “devi trovarti un lavoro”, “se smettessi di farlo dormire nel lettone/attaccare al seno a richiesta/inserire qui altra insana e pericolosa abitudine peggiore anche dei conservanti nelle merendine, staresti meglio”. Ecco, già siamo abbastanza auto lesioniste da sole, noi madri. Già ci facciamo pippe mentali per ogni cosa che è stata fatta, ma poteva essere fatta come la Montessori comanda.

Per favore, lasciateci lamentare in pace le rare volte che lo facciamo. Perché a volte, anche se ami essere una madre è dura e stancante.

Provate a dire semplicemente “sei una buona mamma” o “stai facendo del tuo meglio” o cose simili. E voi, mamme, non abbiate paura di lamentarvi. Lo fa anche Kirsten Dunst. Quindi è tutto molto cool. Due figli e quel “sono così stanca, non dormo da quattro mesi” (so già che questa uscita gliene costerà quattro in analisi per il senso di colpa materno che ti danno in confezione prova coi Plasmon e poi non so perché, non lo lasci più). Dice del suo secondo genito: “È un angioletto, ma è un angelo affamato. E un angelo pesantino”. E io, dietro a quel “pesantino” vedo le notti a camminare su e giù senza sapere perché piange, le mattine di sveglia all’alba, ma almeno per quelle c’è la Nutella (mi raccomando, quella sempre), i pannolini pieni appena stai per uscire di casa, le salviette che non vengono mai su una alla volta (sia lodato l’inventore delle salviette umide, ma ora possiamo inventare una specie di sparti traffico per evitare di tirare su l’intera confezione ogni volta?). Insomma. Avete diritto di essere stanche mamme, di lamentarvi senza essere meno di quello che siete: le migliori mamme per il vostro bambino. Poi, che Kirsten porti le occhiaie delle notti insonni meglio di me, comunque, è tutto da vedere

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