Lucho, allenato alla vita

Ieri abbiamo vinto noi, ma le parole più sincere e belle le ha dette un perdente: Luis Enrique.

Il capitano di quei giocatori che si sono battuti, che hanno corso, sudato, concentrato i loro battiti su un unico obiettivo come i nostri, ma non sempre va come si spera. Enrique di perdite ne sa qualcosa, anche di quelle fuori dal campo. Di quel dover stare in panchina senza poter fare niente, ogni tanto disperandosi, cercando di infondere coraggio e nonostante tutto condividendo ogni emozione brutta o bella. Ha una carriera brillante quando la tempesta si abbatte sulla sua famiglia: Xana, la sua bimba di 9 anni, è malata di osteosarcoma (grave cancro alle ossa). In poco tempo se ne va. A giugno 2019, questo papà rassegna le dimissioni da allenatore della nazionale spagnola per essere nella panchina più importante. Seduto accanto a sua figlia che gioca una partita durissima. È Novembre del 2019 quando torna al suo lavoro: “Ci mancherai moltissimo, ti penseremo ogni giorno della nostra vita, nella speranza che un giorno torneremo ad incontrarci. Sarai la stella che guida la nostra famiglia”.

Ieri sera, è stato questo il suo commento da perdente: “Sono felice per quello che ho visto. Ho goduto di una partita di alto livello con due squadre forti che cercavano di giocare un bel calcio, ed è stato uno spettacolo per i tifosi. Voglio fare i complimenti all’Italia, spero che in finale possa cercare di vincere questo Europeo. Tiferò per voi.”

Un uomo che raccoglie l’amarezza, lo sconforto dei suoi ragazzi, la delusione, ma trova parole benevoli, leali e fiduciose.

Che ogni sconfitta di questa vita non è per sempre, non deve avere l’ultima parola sul nostro stile di vita, sulla forza che dobbiamo conservare per guardare sempre al futuro, quello prossimo e quello più lontano. Per guardare alle stelle. Che bello lo sport, quello vero, quello sano, ma soprattutto quello che continua a insegnarci che, nella gioia della vittoria o nella sconfitta quando hai dato tutto e hai giocato come dovevi, non c’è niente che si perda davvero.

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