Gioia pura
Fermatevi a pensare. Quando entrate in chiesa siete gioiosi?
Avete il cuore emozionato, che batte forte al pensiero che lì dentro si trova Cristo sotto forma di pane? Oppure siete annoiati, distratti, mettete un passo davanti all’altro come fosse un’abitudine a cui non volete rinunciare? Quando si è innamorati di qualcuno o comunque qualcuno ci piace davvero tanto e ci si prepara per il primo appuntamento, succede che ogni parte del nostro corpo freme di emozione, non vediamo l’ora di incontrare quella persona perché sappiamo che dopo niente sarà più come prima, tutto cambierà, saremo più felici, ci sarà un altro appuntamento, e quella gioia così grande proseguirà. Ecco che voi direte: eh, ma più il tempo passa e più quella gioia si quieta, si ridimensiona, ed è inevitabile che subentri l’abitudine, la routine. In realtà nulla di tutto ciò è inevitabile, siamo noi che lo permettiamo. E quando accade ci adagiamo credendo sia normale e vada tutto bene.
Invece dobbiamo essere sempre come i Re Magi, che “al vedere la stella provarono una gioia grandissima”.
Non dice furono contenti, furono lieti, furono soddisfatti o sereni o realizzati. San Matteo scrive proprio che provarono una gioia grandissima, qualcosa che non si prova sempre, qualcosa che precede un grande incontro come quello che stavano per fare lì in quella capanna. Abbiamo bisogno di riscoprire la gioia dell’amore unico, dell’amore grande verso chi ci sta accanto perché un amore così ci conduce ad un amore più spontaneo e sincero verso il Padre. Perché se impariamo ad amare con gioia grandissima nostro marito o nostra moglie, questo ci porterà ad amare Dio. Direte, ma non era il contrario? Non sempre, a volte, per alcuni, sono più efficaci vie umane, incontri, esperienze concrete e tangibili. A volte, per alcuni, l’incontro che ti fa invertire la rotta arriva dopo l’incontro con una persona amata. Poco importa, ciò che conta è amare sempre in modo autentico, onesto, sincero e gioioso, e non dimenticarsi mai di ricercare la gioia, che non è qualcosa di esteriore, è una condizione dell’anima che se esiste irradia tutta la persona.
Quando incontriamo una persona molto vicina a Dio succede che ci accorgiamo subito della sua grande gioia.
E la grande gioia è anche il primo segnale dell’amore tra un uomo e una donna. E se accade che questa gioia viene a mancare? Dobbiamo essere vigili, svegli e intervenire subito. Perché se è vero che la fede è un dono, questo dono va curato, alimentato, mantenuto. Lo stesso con l’amore umano, se è certo che il matrimonio sia un sacramento e una vocazione, dobbiamo ogni giorno rispondere a quella chiamata con fedeltà e gioia, senza cercare dentro di noi sentimenti ingannevoli ma con un vero atto di volontà che vince tutto, l’abitudine, la routine, la confusione.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!