Quando nasce una famiglia
C’è un preciso momento in cui nasce una famiglia
ed è quando il papà apre la porta di casa con la valigia dell’ospedale in mano, dietro di lui entra la mamma con il piccolino nato circa tre giorni prima. I due entrano, posano le loro cose e danno un’occhiata in giro. Può capitare che tutto sia rimasto pressoché uguale a come lo avevano lasciato quando sono corsi in ospedale a inizio travaglio, oppure è passata qualche suocera premurosa a sistemare, prendere i panni sporchi e caricare la lavastoviglie. Fatto sta che i due si guardano intorno e, se sono al primo figlio, si rendono conto che tutto sarà nuovo, diverso, rinnovato. La mamma si siede sul divano, allatta e sarà la prima volta che lo farà nella sua casa, la prima di milioni di volte. In quella casa fino a quel momento abitata soltanto da due persone ora ve ne sono tre.
La nascita di un bambino è un fatto straordinario.
Sconvolge le vite delle persone coinvolte e porta una gioia che non è paragonabile, ha un senso di eterno e incontrollabile, che certamente a volte spaventa. Se penso a Maria credo che pur nella sua santità possa aver avuto paura, in più occasioni, dell’impossibilità di comprendere pienamente tutto quello che quel figlio annunciato da un angelo rappresentava. Mi immagino quando sono ritornati a casa a Nazareth, che gioia sarà stata per i loro parenti e amici accogliere questo nuovo bimbo. Quando nasce un bambino la festa non si conclude quel giorno, ma prosegue ogni giorno.
Festeggiare la sacra famiglia significa rendere onore a quella famiglia che accolse e crebbe il figlio di Dio, il quale scelse di venire a portare il suo vangelo attraverso ciò che c’è di più naturale. Ma come si fa a rendere onore all’Assunta, al padre putativo di Dio e al Messia? Io che nella mia vita non sono riuscita a onorare decentemente neanche mia madre e mio padre come posso rendere onore a chi risiede nell’alto dei Cieli? Non credo di avere molte risposte se non questa: vivendo e mai sopravvivendo, amando e mai odiando, accogliendo la vita e mai uccidendola. Tutto il resto verrà da sé, ma certamente in questa giornata non vi è preghiera più gradita ai grandi del Cielo che ringraziare: per la famiglia che si ha, per quanto essa possa essere complicata, incartata, difficile, ringrazia perché quelle persone sono un dono, sono la tua prima vocazione ad amare, anche quando non ci si capisce, anche quando si vorrebbe fuggire.
Torniamo ad amare la famiglia, a dedicare tempo alle persone che ne fanno parte, prima di volgere la nostra attenzione a chi sta fuori dalla finestra preoccupiamoci di ciò che dice, fa, pensa e desidera chi siede accanto a noi a colazione, pranzo e cena. Così avremo onorato la Sacra Famiglia nel modo più alto che esista!
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