Festa della Venuta della Santa Casa
Due giorni fa ti abbiamo festeggiata, o Immacolata.
Tu che sei la tutta pura, la tutta bella, la tutta santa. Tu che sei senza macchia e meglio di qualunque altra creatura hai risposto perfettamente alla volontà di Dio. Si, perché col tuo Fiat hai messo in moto la storia, hai permesso che le aspettative del Padre diventassero realtà. Un fiat detto dentro una piccola casa, fatta di sole tre pareti perché addossata a una roccia.
Oggi ricordiamo la venuta, come si dice tra la gente marchigiana, proprio di quella casa, la Santa Casa.
Vuoi per vie umane guidate dalla provvidenza, una famiglia di nome Angeli si sarebbe occupata del trasporto, vuoi per mezzi soprannaturali, gli angeli veri e propri, la Santa Casa è giunta sino a Loreto. Da Nazareth, Dio sceglie, non si sa per quale motivo, Loreto, e sul punto più alto di una dolce collina marchigiana, da cui si gode la vista del mare e delle campagne tutt’attorno, si posa la casa dell’Immacolata. Quante cose avranno visto quelle tre pareti, quanti discorsi avranno sentito. Non le chiacchiere, le risate o i pianti di gente comune ma di Gioacchino ed Anna, che tanto attesero l’arrivo della loro piccolina. Non solo, anche di Maria, del suo sposo e del piccolo Gesù. Capite l’immensità di tale reliquia? Quella casa ha accolto prima i nonni di Gesù e poi Lui stesso. Li, sono avvenuti i fatti più straordinari della storia, il concepimento e la nascita della Vergine, poi l’annuncio dell’Angelo alla giovane Maria. Ma non solo. Maria sceglie di trascorrere la sua vita da sposa e madre in quella stessa casa che l’ha vista crescere.
E’ la casa da dove “ebbe inizio la redenzione dell’umanità” (s.Bernardo).
Allora la prossima volta che mi fisserò perché vorrò andare a tutti i costi in quel santuario mariano, prendendo magari un volo e trascorrendo molte ore in viaggio, magari ripenserò all’immenso dono che Dio mi ha fatto, ha fatto a tutta l’Italia. Ci ha donato la sua casa terrena, quella in cui il Verbo fatto uomo è potuto crescere fino all’inizio della vita pubblica. Ed è qui, appoggiando la mano su quelle pietre, osservando il perimetro esterno, levigato così tanto dai pellegrini che lo hanno percorso in ginocchio, tanto da lasciare due solchi profondi nel marmo e fissando negli occhi la bella statua della Madonna nera che sovrasta l’altare, che la mia fede si fa reale e tangibile.
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