Con Eloisa, nella luogo più buio di una favela

Ci sono abissi molti più scuri delle favelas di Rio.

Ci sono stanze che conosciamo solo noi e che fanno impallidire quello che c’è a Morro do Cantagalo. Quanto deve essere nera quella dove si è trovata la modella Eloisa Fontes, scomparsa dal 2019 e trovata a vagare in stato confusionale, dovuto forse a una depressione, in una delle favelas più pericolose della metropoli brasiliana. Ma le cose spesso ci allontanano dalla realtà delle persone: la bella macchina, la vacanza che hanno fatto in più di noi, la cena al ristorante chic che io non posso permettermi, tutti i vestiti alla moda, le copertine di giornale, i fan e i like sui social. Sono tante le cose che si frappongono tra noi e gli altri, le cose che oscurano la vista, che non ci fanno vedere la persona e la rivestono di un luccichio dorato magari, che nasconde tanta amara verità. Facciamo attenzione. Anche se ci sentiamo noi, quelli poveri e poco cool, sempre sulla difensiva, sempre a dire “ha tutto, che cosa vuole di più? Io non arrivo a fine mese”, ricordiamoci di togliere, di purificare lo sguardo dalle cose che circondano gli altri e avere sempre l’umiltà di chiedere un come stai, un serve aiuto, un semplice tutto bene? La cura verso qualcuno è qualcosa che tutti possiamo permetterci. Non lasciamo che i muri di cose ci impediscano di raggiungere le persone che magari stanno vagando sole, in ciabatte di plastica, in uno dei luoghi più pericolosi al mondo. E non parlo della favela di Rio.

https://www.instagram.com/p/CGHy8KoDT7u/

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