Downton Abbey: 10 anni e 6 motivi per amarla
Tutto nasce da una scommessa con l’amica-socia di blog. Per diversi mesi ha cercato di convincermi a guardare Suits (ne abbiamo parlato qui) e io l’ho fatto. Ora rilancio e cerco di invogliare lei, e magari voi, a dare una possibilità a Downton Abbey se non ne siete già follemente innamorate.
Downton, una serie tv con un successo pazzesco a cui mi sono appassionata già dalla prima puntata è ambientata nella campagna inglese tra il 1912 e il 1926. Sicuramente il mio debole per le serie in costume è stato determinante ma ci sono tanti altri motivi. Ecco allora che cercherò di convincervi a non perdervi una passeggiata nella tenuta di Downton tra le sue sfarzose stanze per seguire le vicende dell’aristocratica famiglia Crawley e dei loro fedeli (o meno) domestici.
1. Partiamo dal semplice: costumi ed eleganza.
Le donne di quella volta si che ci sapevano fare. A parte le padrone di casa (vogliamo parlare di Mary? Io personalmente l’ho detestata per tutte e 6 le stagioni ma che le vuoi dire con quegli splendidi abiti lunghi e quelle acconciature..) e le aristocratiche che ruotano attorno alla famiglia Crawley che risultano sempre curatissime coi loro mille cambi d’abito in base alle diverse occasioni della giornata, Downton mostra come anche la servitù abbia un suo decoro. Povere o ricche tutte si acconciano i capelli, ognuna col suo budget certo ma tutte mostrano un’attenzione alla femminilità e al valorizzare il corpo.
Un’eleganza classica, vintage se volete, caratterizzata da un make up naturale con colori tenui e pallore sul viso (guai a prendere il sole), guanti e cappellino per uscire di casa, abiti lunghi e ricamati, gioielli al collo e alle orecchie, specialmente perle e acconciature. E qui si potrebbe aprire un mondo. Dico solo che i capelli sciolti non sono contemplati, almeno nelle prime stagioni, ma sempre perfettamente raccolti, senza una ciocca fuori posto. E’ interessante notare l’evoluzione del look e delle acconciature man mano che ci avviciniamo agli anni ’20: il caschetto diventa il taglio alla moda, i capelli ora sono sciolti ma mai banali, impreziositi con sontuose fasce o diademi, le collane più lunghe e i vestiti più corti.
Per noi donne emancipate e sexy del 2020 che il massimo che riusciamo a fare è legare i capelli in una coda e mettere una forcina (le acconciature si palesano appena ai matrimoni) direi che è un bello smacco.
Ok direi che così possa essere più che convincente, ma se volete dell’altro continuate a leggere.
2. Rapporto tra aristocrazia e servitù
Quanta dignità, quanta discrezione unisce i conti Crowley e le sue 3 figlie ai suoi domestici che vengono considerati veri e propri componenti della famiglia. Certo rimangono dei subalterni, ma dalla prima cameriera che per Lady Mary è amica e confidente al valletto del conte, scelto come uomo di fiducia, alla cuoca fino all’ultima sguattera assunta, tutti sono trattati col massimo rispetto. A tutti è garantita fiducia e da tutti ci si aspetta lealtà e dedizione verso la famiglia. Carson, il maggiordomo della tenuta con una vera e propria devozione per il suo lavoro è colui che maggiormente interpreta questi sentimenti.
“Un buon domestico mantiene sempre un contegno dignitoso che riflette la fierezza e la dignità della famiglia presso la quale presta servizio.” (Carson)
3. Compostezza, decoro e buone maniere queste le armi vincenti di Downton.
Personaggio chiave è Lord Grantham il cui punto di forza è l’insieme di buone maniere con cui è stato educato e che fanno di lui un vero gentleman (non è certo il suo patrimonio, o meglio quello della moglie a renderlo un uomo rispettabile). Ma al modello di gentleman tendono anche i personaggi della servitù, ecco quindi che il maggiordomo Carson o il valletto Bates si mostrano signorili tanto quanto il loro padrone avendo appreso l’arte del portare rispetto all’altro e dell’essere discreti e mai impertinenti.
La serie mette in risalto come avere un’etichetta da rispettare e da proteggere (ci dirigiamo verso il tramonto della nobiltà inglese e l’ultima stagione ci accompagna verso una nuova epoca) porti dei vantaggi a livello sociale e interpersonale. In Downton si dialoga, ci si confronta, si disapprovano certe scelte ma sempre un’aurea di garbo e rispetto aleggia nell’aria. Tutto il contrario di quello a cui siamo abituati oggi: violenza, scene di nudo, insulti, attacchi verbali sui social e nei reality show quanto nella vita reale dove tutti si sentono autorizzati ad esprimere il proprio parere anche ferendo o offendendo l’altro. Ovvio gli intrighi ci sono, le malignità anche (altrimenti che serie piatta sarebbe!) ma se proprio ci si trova nella condizione di detestare qualcuno allora anche questo dovrebbe avvenire con classe. Come direbbe Lady Violet «Non ho mai insultato nessuno. Semplicemente li descrivo con accuratezza».
4. Un paragrafo a parte merita proprio lei, Lady Violet Crawley,
l’anziana contessa madre interpretata dalla professoressa Mc Granitt di Harry Potter che con le sue battute taglienti tiene davvero banco. E’ lei che incarna lo spirito dell’aristocrazia inglese: difende a spada tratta ogni tipo di gerarchia, è snob alla nausea, impertinente, perfida a volte, soprattutto con la nuora (quando parlate male delle vostre suocere pensate a Lady Violet e vi rimangerete tutto!) ma dal cuore tenero con le nipoti, soprattutto sempre elegante anche nelle battute sarcastiche. Ecco alcune sue perle di saggezza:
– “Non essere disfattista, mia cara. Fa molto ceto medio”.
-Isobel: «Come detestate avere torto». Lady Violet: «Non saprei. È una cosa di cui non ho esperienza».
-Lady Edith: «Nonna, la cugina Isobel ha tutto il diritto di dire quello che pensa». Lady Violet: «Certo che ce l’ha, ma non ha il diritto di avere ragione».
-«Io non ho mai torto».
5. E per quanto riguarda il cameriere Barton, il personaggio gay della serie?
Niente favoritismi per lui. Spesso mi capita di vedere film in cui trapela un certo buonismo verso un tale personaggio proprio perchè gay, come se la sua fosse una condizione svantaggiata e andasse tutelato.
E’ ovvio che a quel tempo non venisse sbandierata la propria condizione di omosessualità (che era punibile per legge) e scoprire che un cameriere fosse gay creasse un certo disagio all’interno della tenuta. Tuttavia qui non c’entra nulla l’omofobia degli anni ’20 e Barton non è odiato da tutti, denigrato e anche licenziato perché gay. Assolutamente. Lo è semplicemente perché dalle prime puntate risulta essere una persona meschina, che cerca i propri interessi covando cattiveria e maldicenze, ferendo gli altri con i suoi inganni. Ed è questo suo comportamento che genera rabbia o disprezzo da parte degli altri domestici. Insomma poteva benissimo esser sposato non sarebbe cambiato nulla, sarebbe rimasto l’odioso primo cameriere di Downton.
6.E gli intrighi amorosi vi chiederete?
Beh su questo Downton è un pochino carente devo ammetterlo. Ci sono belle storie d’amore però, io ho preso a cuore la vicenda della cameriera Anna innamorata del valletto Bates. Il loro è stato un amore messo a dura prova dalla differenza di età, da un’accusa di omicidio, dalla violenza subita e infine dalla difficoltosa ricerca di un figlio..insomma una coppia che ne ha passate di tante. Fortunatamente Lady Mary (una delle sorelle protagoniste) è affiancata da un marito favoloso (odiosa, almeno per me, anche quando si tratta di amore) e romanticissima la storia d’amore tra Lady Sybil (la sorella più giovane) e l’autista Tom Branson. Un consiglio però, preparate i fazzoletti perché sono tutte storie messe a dura prova. Ma anche questo è il bello di Downton, la malattia, la morte, la sofferenza fanno parte della vita. Il lieto fine è una prerogativa del film. Qui abbiamo a che fare con storie che sanno di concretezza e dietro a ogni sofferenza, se guardiamo bene c’è sempre uno spiraglio di luce e una possibilità di riscatto.
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