Tutta la felicità che puoi

Commento al Vangelo Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Lo incontri,

vi scambiate qualche sguardo che dice tutto, un caffè, un aperitivo, un bacio, poi una cenetta in quel ristorantino intimo, passeggiate al tramonto mano nella mano lunghe chiacchierate, vi innamorate, passano i giorni, i mesi, forse gli anni, e ad un certo punto si accende nella tua mente quella luce, vuoi proseguire la tua esistenza con lui accanto, insieme a lui.
Vi sposate e da lì, da quel momento le vostre vite, le vostre anime e i vostri cammini personali si uniscono. La strada, che prima era ad una sola corsia ora diventa a due, i film in testa che prima avevano solo un attore protagonista ora hanno due coprotagonisti, i coniugi. È profondo il significato che ha questo termine, cum iugum, dal latino giogo, che sta a indicare la sorte. I coniugi sono uniti nella stessa sorte, buona o cattiva che sia.
E Gesù, che parla a noi come uno sposo alla sua sposa, dice proprio che il suo giogo è dolce. Quanto ci ama questo Dio? Quanto ci vuole felici? Tanto, così tanto che forse non lo capiremo mai davvero!
Il matrimonio è una via per diventare piccoli, miti e umili, così come ci vuole Dio. Forse è la via più stretta, lastricata di buche profonde e fili invisibili che ci fanno inciampare, ma è anche piena di amore, di sorprese, di gioie autentiche. Nel matrimonio ogni giorno gli sposi si guardano e si impegnano a fare spazio all’altro, ci si rende conto che la pace e l’unità si raggiunge solo spostando lo sguardo da “me” a “noi”. Il matrimonio diventa luogo d’elezione per imparare ad amare Dio amando l’altro.
È tempo di ripensare il matrimonio, di dargli il valore che merita, di innalzarlo e illuminarlo, così da contrastare le ombre del mondo che vogliono distruggerlo. Perché se volete capire dove sta il vero bene dovete guardare dove il mondo rivolge il proprio odio. Allora partiamo da azioni piccole e concrete. Genitori, nonni, educatori, insegnanti proponete ai giovanissimi un modello d’amore rivoluzionario, che contempla il mistero dell’eternità. Sposi amatevi forte e tanto, apritevi con fiducia alla vita e siate modello d’amore per le piccole creature che Dio vorrà affidarvi. Rispettatevi, cercatevi, abbracciatevi, baciatevi, guardatevi sempre l’un l’altro negli occhi e vedrete come il giogo portato in due sarà più dolce e anche le lacrime e il dolore saranno meno amari, ma soprattutto scoprirete che significa dare la propria vita per amore, perché è questo che fai quando scommetti tutto, nella buona e nella cattiva sorte.

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