Figli e social: per fortuna non sono Victoria Beckham (ma solo “beauty boss”!)
È normale che una tipa social come Victoria Beckham,
una che ha lanciato il suo filtro Instagram personale (ps: io sono risultata “beauty boss”. E a qualcuno dovevo dirlo.), che di haters ne sa qualcosa, abbia definito ultimamente “un po’ spaventoso” (Vanity Fair) il momento in cui i figli sbarcheranno nel mondo social. Ma come, proprio tu, Vic? Per fortuna non sono sola, mi dico. Fin ora mamma e papà Beckham sono star quasi “anomale” parlando di condivisione di foto familiari: non troppe e sempre abbastanza “istituzionali”, come l’ultimo in bocca al lupo per la sfilata di Victoria dal divano. Ma una come Posh Spice conosce bene i rischi della vita sempre in mostra e sempre connessa e sa che con figli ormai adolescenti, il momento fatidico in cui saranno loro a prendere in mano i social non tarderà ad arrivare. Che poi, anche una “giovane” vera, come Selena Gomez ha affermato in questi giorni che i “social si prendono una parte di noi” (Vanity Fair) e di aver rallentato coi post proprio perché sentiva una forte dipendenza da like, una pressione a dare un’immagine che spesso non era reale.
Anche io vivo nell’ansia di quel momento “spaventoso”, Vik, anzi, come consigliano i pedagogisti, cerco di ritardarlo il più possibile partendo dalla Tv ormai sempre spenta e dal tenere il cellulare e i video YouTube solo per le occasioni di vera emergenza. Per i social tenterò almeno di aspettare la soglia dei 16 anni, se mi riesce.
Eppure io, a quel cellulare ci sto spesso attaccata,
c’è la chat Whatsapp che squilla sempre, quella del lavoro, il video divertente che mi ha mandato la mia amica, la app dove stampo le foto, la pagina FB del blog e compagnia. Insomma, se la seconda cosa che i pedagogisti ti dicono è di tenere i figli lontani dalla tecnologia e dai social quanto più possibile, per tutti i rischi connessi non solo all’apprendimento, ma anche al “chi” e “cosa” potrebbero incontrare, la prima è sempre che sei tu a dover dare l’esempio e se stai sempre attaccato a Instagram, al cellulare sarà dura pretendere da loro scarso interesse verso la cosa. Allora per fortuna che non sono Vicktoria Beckham, mi dico, che di social e video virali ci vive in un certo senso. Io posso permettermi una disintossicazione digitale, per il bene di mio in primis e anche di mia figlia. Io non devo postare nulla regolarmente e posso benissimo indire i pomeriggi internet free, dove la rete in casa è staccata e il cellulare dimenticato (proprio allontanato fisicamente, che ho scoperto essere l’unico modo, all’inizio, per non cercarlo compulsivamente).
Altro tema: quello della condivisione delle foto dei figli sui social. Ammettiamolo, spesso non ci diamo una regolata: foto nudi, del bagnetto e vita in straming di ogni piccolo “ga” o “ba”. Sono di quelle che credono che una foto di gruppo al compleanno di nonna Gina non sia reato condividerla senza il consenso dei figli, che lo “sceglierà lui da grande” non vale per il Battesimo (datelo sulla fiducia quello eh, date retta) e manco per una foto ogni tanto, se decente e appunto “ogni tanto”. Ci saranno cose peggiori che ci rinfacceranno o al massimo il modo in cui l’avevo vestita, ma questa è una storia che si ripete. Perché comunque, i social sono parte della nostra vita ed è difficile tagliare i nostri figli che ne sono la parte più bella e integrante da tutte le inquadrature. I rischi ci sono e se ne sentono tante, quindi ognuno sceglie per il meglio: non condividere, condividere con le emojii, condividere piedi o mani…Ognuno tutela i figli come ritiene giusto, ci mancherebbe. Io mi sento abbastanza tranquilla a postare ogni tanto oltre tutto se, a differenza di Posh Spice, ho cento amici, la privacy protetta e una media di trenta like a foto. Spesso, quello che dimentichiamo davvero, anche qui, è che il principio della decenza e della privacy vale per i figli quanto per noi: che anche se siamo risultate “beauty boss”, per certe nostre foto sui social, si potrebbero vergognare anche di più, i nostri figli, in futuro.
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