Tutto il bene che c’è

cose di lassùDi prediche ne ho sentite tante:

quelle  del sacerdote simpatico,  quelle che ti ispirano, quelle che ascolti tutto d’un fiato, quelle che vorresti non avessero fine. Comunque ci sono anche quelle lagnosette, quelle del “ma quanto ci mette questo?”, quelle del “dovrei fare colazione, c’ho anche mal di pancia!” quelle del “vabbè la prossima volta andiamo alla messa alle 6:00”. Poi ci sono quelle quattro parole dette precise, per bene, quelle che non ti ricordi il giorno, non ti ricordi il Vangelo, ma sai perfettamente il momento in cui sono state pronunciate. Quelle che ti porti dentro negli anni e che fanno un po’ da guida. Ecco quello che è successo a me quando,da giovane (preciso, più giovane!) ho partecipato a una cresima. Non ricordo il giorno o il Vangelo che si era letto, ricordo solamente con precisione le parole che disse il vescovo a quei ragazzi. Delle parole semplici che sono entrate nella mia coscienza quando l’ho sentite e ho detto “queste me le devo ricordare!”. Il vescovo iniziò così: ” cari ragazzi, se non sapete qual è la strada, se il cammino è ripido e non c’è luce o non c’è niente nel Vangelo e nei comandamenti che vi possa dire quale sia la direzione giusta, se gli altri sono tutti incamminati in una via poco sicura, fatevi sempre una domanda “Che c’è di bene?”. Eh sì! Perché il mondo ci ha abituato sempre a chiederci “ma che c’è di male?”, “ma non faccio mica niente di male!” invece il Cristiano, quello vero, non deve chiedersi mai il male che c’è, quanto ce n’è, se è accettabile. Il Cristiano deve solo e sempre scegliere dove sta il bene.

“Che c’è di bene?”.

Quattro parole che mi sono portata dietro da quel giorno e che ogni tanto mi ritornano in mente quando non so magari chi è il mio prossimo, quando non so se lo sto facendo più per me che per Dio, o quando sto scegliendo solamente la via più semplice.

Quattro parole alla portata di tutti, quelle che tolgono dallo sguardo il filtro dell’egoismo del perbenismo e della strada semplice.

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