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Luce nel tunnel – Storie di mamme

cose di lassùDue anni fa ero seduta col mio fidanzato in mezzo ad altre coppie in una sala del Duomo della mia città. Il corso prematrimoniale. Era la sera della testimonianza. Chissà chi verrà, chissà cosa ci racconterà. Siete arrivati voi, due giovani ragazzi, simpatici e di bell’aspetto. Mah, pensai, ci diranno quant’è bello il matrimonio e bla bla bla. E invece iniziate a parlare, vi presentate e ci dite che avete tre figli. Drizzai le orecchie, una coppia così giovane con già tre figli.

Proseguite…e sbam. Ricordo ancora le emozioni di quella serata: mi sono commossa per la vostra forza, ho avuto paura perché ho compreso che quello che era successo a voi poteva capitare a chiunque, nessuno escluso. Infine, mi sono sentita grata di conoscere l’unica strada che salva dalla disperazione, la fede, e di trovarmi lì proprio per prepararmi a ricevere un sacramento che mi avrebbe potuto salvare la vita in futuro nei momenti di crisi.

Bene, volete raccontarci la vostra storia?

La nostra storia è una storia come tante, credo. Due ragazzi che si incontrano, si conoscono, pian piano si scoprono innamorati e decidono di sposarsi.

Quello che ci ha accomunato fin da subito è stata la voglia di parlare, di aprirci l’uno all’altro, di entrare in un’intimità fatta di delicatezza e tanto rispetto.

E poi la fede, quella è stata forte fin da subito. Pregavamo insieme spesso e quindi, dopo meno di tre anni, sposarci in Chiesa per noi è stato un passo ovvio, dato per naturale. Dopo meno di due anni è nato il primo figlio e poi, dopo diciassette mesi esatti, un altro. Mio marito ha sempre lavorato molto,un lavoro in proprio da libero professionista di notevole responsabilità. Io, trasferita da un’altra città, mi ero licenziata da un’azienda dove non mi trovavo bene e dopo una piccola parentesi in banca, quando il primo bimbo aveva due mesi mi sono iscritta all’università per prendere la seconda laurea e coronare uno dei miei sogni…diventare insegnante. Quando è arrivato il secondo figlio mi sono spaventata seriamente: da sola la maggior parte del giorno, con due bimbi così piccoli e una laurea da prendere entro breve, pena non poter prendere l’abilitazione all’insegnamento!

Tanta roba! Il primo banco di prova del nostro matrimonio è stato decidere di passare 7 mesi a casa dei miei, vicina alla mia università, per potermi permettere di continuare a studiare ed essere aiutata da mia mamma con i cuccioli. Lì è stata dura. Ci siamo visti pochissimo, non avevamo la nostra intimità, i nostri ritmi, eravamo stremati dalla fatica di tutti i nostri impegni. Eppure qualcosa di più grande di me e di lui ci ha spinti ad andare avanti…ci siamo parlati tanto, abbiamo pregato e abbiamo deciso di ritornare a casa nostra e provare ad affrontare tutto quanto da soli.

Ce l’abbiamo fatta, i piccoli sono cresciuti, io ho preso l’abilitazione, sono entrata nella fatidica graduatoria ad esaurimento e ho iniziato subito a lavorare come maestra di scuola primaria con supplenze lunghe l’intero anno scolastico. Mio marito invece sempre super impegnato e spesso fuori casa per intere

giornate, a volte settimane. Vedeva i figli molto poco e di questo se ne rammaricava, ma il tempo è passato e siamo arrivati al 2010, anno in cui il primo bimbo ha compiuto 6 anni e io ho dovuto accettare una supplenza complicata, non vicinissima a casa. Non so se siano state le contingenze, o la stanchezza, o come più tardi mi ha detto la psicologa che mi ha aiutata, averlo avuto scritto nel DNA…fatto sta che sono crollata. Per stare sul pezzo ho cominciato a dimagrire molto,saltavo i pasti, andavo sempre di corsa. Con il deperimento fisico, ho iniziato anche ad andare giù di umore, fino a che ho cominciato a subire una vera e

propria crisi esistenziale. E quando inizi a mettere tutto in discussione…la prima cosa che va in discussione è il rapporto che hai con il tuo partner….è stato bruttissimo…perché non avevo voglia nemmeno di litigare, ma gli rinfacciavo cose che non avevo mai tirato fuori prima e lui non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Ha capito solo che stavo molto male e che non lo riconoscevo più. Mi ha pregata di farmi aiutare, ma in un primo momento non gli ho dato retta…pensavo che sarebbe stato solo un periodo, ma sentivo sempre più forte il desiderio di stargli lontano. Proprio lui che era sempre stata la persona che più mi aveva capita.

Era come se avessi alzato un muro e dall’altra parte mi stessi facendo in mille pezzi da sola. Questo è stato il nostro terzo momento di prova, quello più forte.

Mi sono dimenticata di dire che poco dopo essere tornati a casa dal soggiorno dai miei genitori, l’azienda di mio marito è stata alluvionata e lui ha rischiato di chiuderla per sempre. Ma tornando alla mia crisi, durante l’estate del 2011 ci trasferiamo nella casa al mare come tutti gli anni, sperando che un po’ di mare e di sole con i miei bambini mi avrebbe ridato un minimo di energia. Quante volte mio marito ha provato ad avvicinarsi a me, a parlarmi…ma il dialogo era finito e sembravamo sull’orlo della separazione. Lui continuava a ripetermi che se ne sarebbe andato solo se glielo avessi chiesto espressamente.

Non mi avrebbe mai abbandonata in quello stato.

Ora che è passato tanto tempo e siamo persone diverse, una coppia diversa, ripenso a lui in quel momento e vorrei abbracciarlo forte, la me stessa di adesso vorrebbe abbracciarlo forte e dirgli che stava facendo la cosa giusta, anche se si sentiva morire dentro.

Io non l’ho mai mandato via e una sera, sul balcone della mia casa al mare, al quarto piano, mi è venuta voglia di farla finita…un attimo e via, tutta la mia sofferenza andata…finalmente la pace. Poi ho guardato di fronte a me, la basilica di Loreto e l’attimo è stato diverso.

Ho girato la testa e ho visto mio marito apparire sul balcone dalla finestra. Erano mesi che non pregavamo insieme e in quell’attimo, con le lacrime agli occhi,gli ho chiesto di dire una preghiera a Maria con me. E’ stato l’inizio della risalita. Precedentemente avevo provato ad andare da una psicologa che aveva

peggiorato solo le cose…spingendoci ancora più distanti l’una dall’altro. Il giorno dopo aver pregato la Madonna, confido i miei problemi alla mia carissima zia,mia testimone di nozze. Lei mi dà il contatto di un’altra psicologa, che lei sapeva essere molto brava. Lì per lì non avevo voglia di andare, ma mi sono fatta forza.

Mi ricordo le sue parole alla prima seduta, quando le ho subito detto che vedevo la separazione come unica soluzione per poter smettere di soffrire e liberare mio marito da questo strazio. Lei mi disse che non sarebbe assolutamente stata l’unica alternativa, che anzi mi prometteva che sarei uscita di lì alla fine

della terapia non guarita ma felice. Io non so se l’ho creduta pazza o presuntuosa, ma mi sono fidata. Mi ha dato solo un consiglio quel giorno, di permettere a mio marito di aiutarmi, perché un altro, trattato come lo avevo trattato io, mi avrebbe mandata a quel paese. Se invece lui era rimasto era perché mi amava e

perché il Noi era più forte delle nostre debolezze di singoli individui.

Continuando la terapia, con molto dolore, ho poi scoperto che tutti i miei problemi non c’entravano nulla con il mio matrimonio, risalivano alla mia infanzia ed erano così profondi e inconsci che solo il mio essere madre li aveva fatti venire prepotentemente alla luce. Assurdo come una cosa bella come quella di diventare madre ti possa sconvolgere e porti tutti i nodi al pettine, tutti i nodi di te bambina tenuti chiusi stretti dentro di te.

Con tanta pazienza abbiamo ricucito il nostro rapporto. Tante lacrime, tante parole…ricordo ancora il primo abbraccio che ci siamo scambiati tre mesi circa dopo quella preghiera sul balcone. Lì ho capito che le nostre anime si erano riconosciute tanto tempo prima, quando ci eravamo innamorati.

Solo lui poteva starmi vicino in quel momento, solo lui mi poteva capire, solo lui poteva vedere dietro quella patina opaca e quel muro freddo che avevo eretto.

E piano piano quel muro si è sgretolato, abbiamo ricominciato a pregare insieme, siamo stati a Loreto a ringraziare…io sono guarita.

E per l’anniversario dei nostri dieci anni insieme, 10 mesi dopo l’inizio della terapia, siamo stati ad Assisi a rinnovare le promesse accanto ai nostri figli, come unici testimoni. Ah perché non vi ho detto che io e mio marito proprio ad Assisi ci siamo conosciuti e San Francesco ci ha sempre  in un certo modo guidati lungo questo percorso insieme.

Beh tutto il resto è storia, è venuto un altro bimbo, voluto da tutti e due, che ora ha quattro anni ed è una gran peste e stiamo per cambiare casa, perché qui non ci entriamo più.

La nostra è una famiglia rock, e la nostra fede è molto vivace. Ma c’è, c’è sempre e l’unico consiglio che ci sentiamo di dare a chi sta passando una crisi matrimoniale è quella di parlarsi guardandosi negli occhi anche quando non ci si riesce e cercare dietro quelli dell’altro la persona che quel giorno ci ha messo un anello al dito e si è buttata in questa avventura.

Non siete soli! Siete in tre, come quel giorno eravate in tre, voi e Lui che vi ha voluti insieme e non vi abbandonerà mai.

Quando ci siamo sposati, Dio ha benedetto la nostra unione per non lasciarci mai soli e per ricordarci che abbiamo fatto questo passo per aiutarci a camminare insieme verso la Luce, verso di Lui!

3 commenti
  1. Sara
    Sara dice:

    Scusatemi posso modificare il precedente commento.. non avevo capito che veniva pubblico per evitare di essere riconosciuta vorrei firmarmi come Sara

    Rispondi
    • marthamaryandme
      marthamaryandme dice:

      Ciao Sara! Abbiamo oscurato il commento precedente così resterai anonima e non ci saranno problemi! Ti capiamo benissimo! Ti rispondo qui sotto per dirti intanto che ti siamo vicine e pregheremo per te e la tua famiglia. Poi, per quanto riguarda la psicologa, si chiama Stefania Ferini, la trovi su facebook e se le scrivi, risponde sempre. Se vuoi abbiamo anche il contatto di un’altra psicologa molto brava cattolica, se mai una volta sentita questa dovesse comunque servirti. Conosciamo un sacerdote molto esperto in psicologia che ha aiutatato anche a distanza molte persone in situazioni analoghe alla tua. Non è uno psicologo ma conosce bene la psicologia, nel caso ti servisse anche un aiuto spirituale facci sapere e ti metteremo in contatto! Noi cercheremo di aiutarti da lontano con la preghiera! Ti abbracciamo forte e non esitare a scriverci anche alla posta privata su facebook se vuoi altre informazioni!

      Rispondi
      • Sara
        Sara dice:

        Grazie mille per le info e per il vostro sostegno con la preghiera ne ho tanto bisogno!
        Proverò a contattare via Fb la psicologa che mi avete indicato anche se servirebbe più a mio marito ma sicuramente non ne vuole sapere.. l’unica arma e là più potente che mi rimane è la preghiera!
        Grazie ancora per avermi risposto e per la vostra discrezione
        Sara

        Rispondi

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