Come aprire un laboratorio di torte casalingo – Intervista a J di “Tortami a casa”
Vi presento Jennifer, capelli scuri, sorriso bello e pulito.
L’ho conosciuta online, su Facebook per l’appunto, che cercava di spiegare in uno dei tanti gruppi per donne a cui sono iscritta qual’è il suo lavoro e come fosse riuscita ad aprirsi a casa un laboratorio di pasticceria in piena regola. Niente di abusivo o contrario alle norme igieniche: un laboratorio professionale da cui è nata anche un’associazione (IAD Italia) che aiuta donne come lei a realizzare lo stesso sogno di far diventare una passione un lavoro vero. Certo, io che faccio una teglia di muffin che mi si smosciano appena apro il forno non ho grandi speranze, ma forse qualcuna, lì fuori, con tanta manualità e voglia di migliorarsi, magari con qualche corso, sì!
1.Prima di tutto…dicci cos’è “Tortami a casa?”
Voglio darti due risposte a questa domanda, la prima più “tecnica”: Tortami a casa è un laboratorio artigianale, in regola e certificato haccp, con la particolarità di essere a casa mia.
Ora la risposta più personale: Tortami a casa è il mio secondo figlio, ci ho messo anima e cuore in questo progetto e ci tengo più di ogni cosa al mondo.
2.Come sei diventata così brava? Hai solo le mani d’oro o c’è qualche costosissimo corso dietro?!
Molti dicono che ho le mani d’oro, io mi sono scoperta capace di fare queste cose semplicemente provando, non sapevo di poterci riuscire. Ho iniziato come autodidatta, poi ho pensato di fare e ho fatto qualche corso, più che altro per affinare la tecnica. Ci sono tanti corsi, ma penso che un minimo di talento e manualità sia indispensabile.
3.Quando hai capito che questa passione/progetto poteva diventare un lavoro vero?
Inizialmente non pensavo potesse diventare un lavoro. Sono cresciuta in ambito culinario grazie al lavoro di mio papà, ma ho sempre coltivato la passione per la cucina un po’ come valvola di sfogo dopo lunghe giornate in ufficio. Facevo la graphic designer e responsabile marketing per un’azienda e per quanto mi piacesse tantissimo come lavoro, lo stare seduta sulla sedia mi stava stretto. Sono stati gli amici e mio marito a spingermi nella direzione del laboratorio, devo dire che ci hanno creduto più di me.
4.Come si può aprire un laboratorio professionale a casa? leggi, requisiti della cucina, ecc.
L’impresa alimentare domestica è possibile aprirla grazie al regolamento europeo 852/04, recepito in italia nel 2007, ad oggi però non è stata emessa una legislatura in merito, pertanto si deve fare affidamento al regolamento che per certi versi resta molto generico e, purtroppo, ASL e Comuni si trovano impreparati nella gestione delle richieste di apertura.
Per questa ragione ho aperto l’associazione IAD Italia insieme ad altre 5 colleghe con il laboratorio come il mio, sparse per tutta italia, per poter supportare l’apertura, offrendo diversi servizi convenzionati, e per raggruppare più iad possibili in modo da proporre un disegno di legge a tutela di tutte le iad nate ad oggi e per le future.
In linea di massima serve una cucina abitabile, perché il regolamento parla di normale cucina familiare. Per il discorso di cui sopra le ASL capita che facciano richieste particolari, ma nel mio caso e in molti altri non è accaduto.
5.Quanti soldi servono?
L’investimento per aprire la iad rispetto a quello di un laboratorio commerciale è esiguo, diciamo intorno ai 1500-2000 euro.
Il costo dipende anche da come è la situazione della propria cucina, nel caso in cui siano necessari “aggiustamenti” che non sono quasi mai strutturali.
6.E per farsi conoscere?
Per farsi conoscere ci vuole una sanissima dose di pazienza, perchè la nostra vetrina sono i social, oltre ovviamente al caro vecchio passaparola, ma internet è il mezzo più potente per vendersi oggi. Bisogna saperlo usare nel modo giusto per comunicare il proprio messaggio.
7.Perchè consiglieresti ad altre donne di aprire un laboratorio casalingo, quali sono gli aspetti positivi della tua avventura?
A chi come me ha dovuto abbandonare l’idea di un laboratorio “classico” consiglio questa alternativa per diversi motivi, uno su tutti il costo, decisamente molto più basso, poi il tempo; io sono mamma, come tante mie colleghe e questo tipo di laboratorio ti permette di gestire il tempo come più ti è comodo, riuscendo a gestire il lavoro e la famiglia.
Non posso dire che è tutto “rose e fiori”, è comunque molto impegnativo, ci vuole molto spirito imprenditoriale, bisogna continuare a sperimentare, aggiornarsi, e reinventarsi perché è un’attività in tutto e per tutto e come tale ha delle spese di gestione.
Articolo veramente molto interessante, grazie questo è quello che vorrei fare anch io! Il mio sogno! Ora so’ che è possibile… e il mio sogno si può avverare! Io voglio riuscire ad aprire un laboratorio di cucina a casa mia, in regola. Abito a. Gualtieri in provincia di Reggio Emilia nella regione Emilia-Romagna vorrei più info a riguardo Grazie Jessica
Ciao Jessica! Grazie a te che ci leggi! Ti lasciamo il link alla pagina Facebook di IAD ITALIA, per tutte le info puoi contattarle, è Jennifer Cuppone, la ragazza che abbiamo intervistato e altre sue colleghe che hanno laboratori a casa a gestirla! In bocca al lupo per il tuo sogno!
https://www.facebook.com/iaditalia/
Ciao
Vorrei provarci anche io
Ma non capisco se può essere redditizio.
Ciao Roberta! Le ragazze dell’associazione lo fanno tutte come lavoro, quindi di sicuro ci guadagnano, certamente devi fare anche un buon lavoro di marketing, come consiglia Jennifer nell’articolo. Se la contatti tramite l’associazione IAD ITALIA potrei fargli tutte le domande e risolvere i tuoi dubbi! E’ gentilissima e di sicuro ti saprà dare più informazioni!