NEL SEGRETO
Commento al Vangelo Mt 1,18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Giuseppe era stato travolto da una notizia sconcertante,
una di quelle che sia che vivi nell’anno 0 sia che vivi nel 2022 ti fanno traballare la terra sotto i piedi e ti mettono con le spalle al muro: e adesso che si fa?
Al tempo, se una donna che stava per sposarsi era in stato interessante, l’uomo aveva la piena facoltà di denunciarla pubblicamente, di far sapere a tutti quello che lei aveva fatto in modo che questa macchia divenisse indelebile.
E come se questo non bastasse, metteteci pure una bella lapidazione.
Il potere in mano a Giuseppe era enorme, si trattava di poter scegliere della vita e della morte di Maria e del bimbo che portava in grembo.
L’evangelista ci dice davvero poco di come andarono le cose, non sappiamo ad esempio cosa si dissero i promessi sposi, in particolare sarebbe interessante sapere cosa Maria disse a Giuseppe.
Io non lo so ma credo che nella sua purezza lei abbia detto tutto a Giuseppe, ossia dell’angelo che le aveva annunciato questa gravidanza per opera dello Spirito Santo. E mi permetto di fare un’ipotesi, ossia che nel rivelare questo al suo futuro sposo, Maria avesse il profondo desiderio di trovare in lui qualcuno che la aiutasse a capire meglio quello che stava succedendo, qualcuno con cui condividere quel peso enorme.
Ma purtroppo questo non avvenne, e per capirlo dobbiamo davvero contestualizzare il fatto, non si può comprendere niente se non si pensa al tempo in cui una qualsiasi cosa accade.
E la reazione di Giuseppe è il primo segno della sua forte vicinanza a Dio. Perché seppure non riuscì a credere a Maria, al tempo stesso decise di fare qualcosa del tutto fuori da ogni consuetudine: non rese pubblico il fatto, in questo modo nessuno avrebbe mai saputo che cos’era successo e Maria non si sarebbe trovata marchiata a vita, o peggio uccisa a sassate.
Immaginate se una cosa del genere accadesse a voi:
va tutto bene, vi trovate a vivere una bella relazione con una persona, siete felici e sereni, quando tutto ad un tratto ecco la batosta.
Di qualsiasi tipo, un tradimento, una bugia, qualsiasi cosa che cambia i vostri piani da un momento all’altro, che vi mette con le spalle al muro: e adesso cosa faccio?
Molti decidono che tra le prime cose da fare c’è esprimere pubblicamente la propria rabbia, il sentirsi feriti, offesi, traditi. Quindi c’è chi scrive post più o meno espliciti sui social, c’è chi racconta a tutti gli amici ciò che l’altro ha fatto.
Ovviamente Maria non aveva fatto nulla di male, ma Giuseppe non lo sapeva, in quel momento non riusciva ad accettare quella storia, forse nel profondo provava molta delusione e tristezza perché il progetto di costruire una sua famiglia era appena svanito.
In questa ultima domenica di Avvento che ci porterà dritti al Natale, facciamo una riflessione su di noi: quante volte, pur potendo scegliere, nel sentirci feriti abbiamo deciso di ferire l’altro con le parole, con le maldicenze, rivelando ad altri informazioni personali, private, pur di far capire a chi ci stava ascoltando quanto fosse stato cattivo o ingiusto chi ci aveva ferito?
E se invece siamo stati noi a subire questa reazione, abbiamo perdonato?
Facciamo un piccolo esame di coscienza e cerchiamo di andare a curare, con la preghiera e, se necessario, con la confessione, quelle ferite lasciate da piccoli ma insidiosi peccati che creano solchi profondi nella nostra anima.
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