#marthamary&MIX: i”The sun” e la musica che porta la luce
Il bello di essere quattro è che ognuna ha un suo interesse per cui è possibile spaziare dal gossip alla spiritualità, dal balletto alle serie TV ma su una cosa proprio di non siamo ferrate: la musica. In tema musicale di quattro non ne facciamo una.
Io specialmente che quando mi chiedono che musica ascolti sono solita rispondere “quella che passa alla radio”. E qui potreste anche smettere di leggere, avete ragione.
Ma di loro vorrei parlarvi, di questi quattro (ora cinque) bei ragazzi che fanno musica rock, perché mi sento davvero di consigliarveli (l’altro gruppo consigliatissimo sono i Mienmiuaif che abbiamo intervistato qui): i The Sun.
La band dal nome Sun eats hours risale al 1997,
composta da quattro ragazzi vicentini che riscontrano notevole successo specialmente in Europa e Giappone (con 4 album autoprodotti e come supporter di band internazionali del calibro di The Cure, The Offspring, Muse, Deep Purple e tanti altri). Fin qui nulla di eccezionale.
Finché il cantante, Francesco, terminata la tournée del 2007 (che dal punto di vista professionale è andata benissimo) va in crisi. Una crisi esistenziale profonda. Non è più soddisfatto della sua vita e il successo che sta ottenendo come musicista non gli dà quella felicità che aveva immaginato.
Il gruppo si sta sfasciando, l’amicizia tra i membri sembra incrinarsi dopo aver condiviso tanto successo ma anche tanti eccessi (droga, sesso, alcool).
Francesco perde l’ispirazione e durante questa sua crisi la mamma lo sprona a partecipare a un gruppo di preghiera,
lui che era lontano anni luce dalla fede. Di lì nulla sarà più come prima. Francesco si avvicinerà a Cristo e col tempo riuscirà a coinvolgere anche gli amici, riallacciando i rapporti con loro ma in maniera diversa: un’amicizia vera ora, basata sulla fede e non sul successo e sull’eccesso.
Ecco che nel 2008 iniziano i cambiamenti. Francesco propone di scrivere le canzoni in italiano nonostante gli altri membri non siano affatto d’accordo (per loro si chiuderebbero diverse porte visto che lavoravano soprattutto all’estero) e di dare un nuovo nome alla band, The Sun appunto, proprio come quella luce che lo ha risvegliato.
I ragazzi si fanno coinvolgere anzi trascinare da questa ventata d’aria fresca che è la fede che profuma di verità, pace, accoglienza, amicizia.
Tutti valori che prima proclamavano con le loro canzoni solo a parole, senza crederci veramente e che ora invece cercano di mettere in pratica. Tutto ciò li porta a un impegno dal punto di vista sociale, a giare l’Italia per concerti-testimonianza (io li ho conosciuti così e devo dire che spaccano di brutto), a incontrare gli ultimi due papi e a numerosi eventi cristiani (meeting delle famiglie, giornata della gioventù, pellegrinaggio in Terra Santa, intervista a TV 2000….)
Non sto qui ad elencare tutti i loro album o le tourneè in giro per il mondo o i mille inviti che hanno ricevuto in ambito cattolico per testimoniare con la musica la loro fede, quelle potete seguirle direttamente dal sito o dalla loro pagina Facebook.
Vi consiglio però di ascoltare qualche loro canzone come “Non ho paura” dove la band si apre raccontando la propria trasformazione, di chiudere gli occhi, di perdervi sulle note di “Betlemme”, di farvi travolgere anche voi da quell’“Onda perfetta” che li ha portati a un’enorme svolta e ad essere per alcuni degli “Outsider” perché cattolici ma certamente molto più felici di prima. Perché è questo che testimoniano i The Sun. Puoi passare una vita intera a faticare, a rincorrere il successo, a costruirti una vita che reputi perfetta cercando di realizzare i tuoi sogni ma se poi questi sogni non fondano su qualcosa di più duraturo, di eterno, il fatto di averli realizzati non ti darà quella pace e quella felicità che speravi ma lasceranno il tempo che trovano. Ed è un attimo che ti guardi indietro e capisci che tutto quello su cui hai investito è polvere che si disperde al vento.
Certo per chi si affida a Cristo ci sarà sempre una “strada in salita” fatta di rinunce, mille difficoltà, lavoro su se stessi ma il gioco vale la candela perché la meta che ci attende è “L’alba che vuoi” e
se non muoviamo un passo verso il paradiso Lui non verrà da noi (dal testo l’Alba che vuoi).
DISCLAIMER: l’immagine non è di nostra proprietà, fonte immagine www.facebook.com/thesunofficial
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