Tabarri e veli – Nella fede handmade di MonniCrafts
Un blog e uno shop,
tutto rigorosamente “fatto a mano” e col cuore da Monica. Una passione per il cucito e una per la tradizione tridentina che emerge dai prodotti particolari che realizza e vende come MonniCraft. Vi raccontiamo la sua attività, ma soprattutto la sua storia!
Cara Monica, visitando il tuo blog si respira un’aria audace, un mix piacevole tra antico e moderno. Ma soprattutto, ciò che più ci ha incuriosito è la tua visione della donna e della famiglia. Ti va di raccontarci chi sei?
Grazie per i complimenti e per l’intervista!
Mi chiamo Monica Gibertoni, ho 29 anni e vivo a san Giovanni in Persiceto (vicino a Bologna). Quasi cinque anni fa, incinta del mio primo figlio, fui costretta a lasciare il mio lavoro di chimico. Ciò che sembrava un tiro mancino, a posteriori posso dire con certezza che fu una Grazia grandissima. Oltre a poter crescere mio figlio con serenità a casa, il mio hobby creativo (uncinetto e cucito) divenne lentamente un’attività vera e propria: insomma, “quando si chiude una porta e si apre un portone” per me è stato così. Mentre la maggior parte delle artigiane si specializzano in un unico filone di articoli, io traggo ispirazione dalla mia vita quotidiana, dai bisogni miei e della mia (crescente) famiglia. Ciò che sembra quindi un’accozzaglia di prodotti avulsi, è invece tutto collegato. Ciò che mi serve, e non trovo sul mercato, viene prodotto e testato dai membri della mia famiglia, per poi essere proposto al pubblico. Nel corso degli anni poi, sempre più spesso sono state anche le clienti a richiedermi modifiche o prodotti differenti, e ciò mi ha spinta costantemente a migliorarmi e imparare nuove cose. Ciò che sono oggi, come madre e come artigiana, lo considero quindi frutto del lento lavoro della Provvidenza, che sempre mi guida e mi dona le Grazie per affrontare le piccole sfide di ogni giorno.
Tra moda modesta, veli muliebri, rosari e tabarri si percepisce il tuo amore per la tradizione, direi più precisamente per la tradizione cattolica. Hai sempre vissuto così la tua fede?
No; sono cresciuta cattolica e molto attiva in parrocchia, ma la mia fede era superficiale, inerzialmente quella che la mia famiglia mi aveva trasmesso. Sentivo la mancanza di qualcosa di più completo e profondo. Grazie al mio fidanzato (ora marito), ho scoperto la Messa in latino che il mio parroco celebra. E’ stato come mettere gli occhiali e d’un tratto mettere a fuoco tutto ciò che la miopia del modernismo rendeva sfocato e indistinto. Ogni mia domanda era già stata espressa, e le risposte offerte dalla Madre Chiesa. Ho approfondito sempre più grazie a conferenze, libri e nuovi amici, e ho finalmente iniziato a comprendere la ricchezza del depositumfidei, e a sentire vicinissimi santi e personaggi d’altri tempi, perché accomunati dalla stessa Fede. Autori come Guareschi, Benson o Tolkien, ad esempio, non mi parlano più di epoche o miti lontani, ma di situazioni a me care. Anche se molti pensano che la Chiesa debba seguire e anzi andare incontro ai tempi moderni, ho scoperto che la Tradizione è attuale più che mai, perché l’uomo si pone le stesse domande di sempre, ricerca il Bene, il Bello e il Vero ora come 2000 anni fa.
Sei giovane, sposata da diversi anni e già mamma di due bellissimi bambini. Tuo marito condivide da sempre il tuo stesso progetto di vita e di fede?
Come ho già detto, mio marito è stato il promotore della mia conversione, e probabilmente senza di lui mai avrei scoperto questa miniera di Grazie da cui attingere. Insieme abbiamo camminato e approfondito sempre più, rivedendo di continuo le nostre posizioni. Sempre lui mi ha fatto scoprire la Fraternità san Pio X, che con grande coraggio perpetra e propone la santa Messa di sempre e gli insegnamenti della tradizione. Vivere insieme questa conversione ha reso tutto più semplice; spesso sento di mogli i cui mariti sono indifferenti, insofferenti o addirittura contrari, e mi rendo conto di quanto debba essere difficile non essere supportati dalla propria metà.
Anche nella vita quotidiana mio marito mi sostiene, è di grande aiuto nella gestione familiare (così da darmi il tempo materiale per produrre artigianalmente i miei articoli)…ed è il mio più grande critico! La sua brutale onestà è preziosa per capire se il pubblico maschile potrebbe apprezzare le mie creazioni. E il suo senso pratico spesso mi ha aiutato a trovare soluzioni semplici ma efficaci a problemi talvolta complessi.
Entrando nel merito delle tue creazioni: come mai hai deciso di produrre veli copricapo? E dove hai trovato l’ispirazione che ti ha portata ai tabarri?
Quando mi sono avvicinata alla Messa di sempre, ho sentito la necessità di imitare le madri di famiglia che mi hanno preceduto, utilizzando il velo muliebre. Come in ogni gesto che il sacerdote e i fedeli compiono durante il rito, anche il velo ha un profondo significato (oltre ad aiutare la concentrazione e predisporre l’animo alla preghiera).Trovandomi a Roma, decisi di acquistarne uno, convinta che gli innumerevoli negozi di souvenir attorno al Vaticano ne sarebbero stati pieni. Non ne trovai neanche uno…E, se già mi conoscete un pochino, capirete che il passo è stato breve: ho cominciato a cucirne! La domanda è stata subito tanta, davvero non credevo che questa pia pratica fosse in ascesa. Vendo tanto in Italia (essendo l’unica artigiana produttrice) ma anche all’estero (molto negli Stati Uniti ad esempio). Ed è davvero bello sapere di contribuire, con dei semplici oggetti, all’avvicinamento alla Messa tridentina e alla conversione di tante donne come me. Ricevo spesso messaggi di ringraziamento dalle clienti e mi si scalda ogni volta il cuore, grata di essere mezzo di crescita spirituale.
Per la nascita dei miei tabarri devo invece ringraziare la pagina Facebook “La civiltà del Tabarro”, per la scoperta di questo indumento storico ma senza tempo. Sebbene fosse un costume della mia terra (sono della Bassa come Peppone e don Camillo), non mi era mai venuto in mente che potesse essere un capo d’abbigliamento comodo, versatile e anche femminile. Rapita dall’eleganza dei “tabarristi”, mi sono cimentata in questo nuovo progetto…e il resto lo immaginerete! Ora che ci sono avvezza vedo tabarri ovunque: nei film di don Camillo, nei dipinti di battaglie, sui preti con talare…e addosso ai miei nuovi clienti!
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