Oggi, ti ho capita, Madonnina della peste

Ci sono Madonnine fino ai confini della terra:

dalle piccole città ai grandi stati, dal monte del Carmelo fino a Guadalupe.
Poi ce ne sono di più green, molto adatte ai giorni d’oggi: la madonna della neve, del mare, e anche quella delle api e dei roseti.
Quelle ever-green, sempre sul pezzo, coordinate bene alle stagioni della vita, al passo pure coi canoni della moda, attuali, molto chic: Madonna dal manto azzurro, dal manto blu, dal manto verde, dal manto rosso (che Valentino scansate).
Madonnine raffinate ed eleganti in total look nero (modestamente quella di Loreto è mia vicina di casa) o bianco.
Oltre le “Marie” di stile e perfetta eleganza, troviamo quelle manager impegnate, che si addossano oneri e responsabilità, gioie e dolori, pregate e scongiurate, ringraziate ed onorate da tanti, per tanti motivi, in tanti tempi: Madonna degli infermi, Madonna delle famiglie, degli angeli (che magari anche loro qualche volta hanno bisogno), e senza fare torto ad alcuna categoria e stare a scomodarle proprio tutte, la Madonna delle grazie, così proprio nessuno resta orfano.
Quelle un po’ psicologhe ci risollevano le giornate: Madonna degli afflitti, della consolazione, Madonna della speranza. .
Ma in tutte queste accezioni e sotto questi mille nomi, tra le Madonnine dai mille volti e i tanti look, una l’ho sempre snobbata e quasi sottovalutata: la Madonna della peste. Non mi piaceva ricordare quel grigiore, quegli anni di angoscia e di dolore. E poi, chi ne ha bisogno, oggi? Una Madonnina demodé, un po’ dimenticata, fuori uso di certo. Nonostante quella statua nel duomo della mia città e quell’altare tutto per lei, sono sempre svicolata tra le alte colonne, salutandola, ma senza prestarle troppa attenzione, un po’ indifferente insomma.
Tra me e me pensavo: “Che triste, perché associare una Madonna ad un evento così brutto e tragico? Perché non fare la statua alla Madonna della salute, o magari della salvezza? Non riesco proprio a pregare una Madonna “della peste”, così lontana da noi, così triste”.
Tutto questo fino ad oggi, quando il mondo è cambiato, e con lui anche il volto di questa Madonnina, da me snobbata e dimenticata.

Perché sì, la salvezza, la salute, fisica spirituale, spesso passa dalla peste, da quelle sciagure che neanche immaginavi e ti trovi ad affrontare. Dalla paura, dalla sofferenza, da quei momenti in cui nella prova, possiamo solo starci e non fuggire o nasconderci. E per quei momenti serve una Madonnina che porti proprio quel nome, quello che non vorremmo ricordare, quello che preferiremmo scansare anche a sentirlo solo pronunciare. Quel nome, “Madonnina della peste”, a ricordarci invece che Lei c’è, è al nostro fianco nella miseria, nella lotta, nella fine. Fino a quando sarà necessario.

Sì perché oltre alla protezione estrema in un momento in cui tutte le certezze crollano, questa statua oggi mi sembra una Madonnina della speranza, con le spalle larghe, pronta ad addossarsi non solo le sofferenze e le difficoltà, ma anche le paure e lo stress, le incertezze e la solitudine.
Ho riscoperto un grande dono in questa Madonnina, non solo per nascondere dentro il suo manto tutte le paure ma anche per rimboccarsi le maniche dell’abito e con lei, insieme, sognare di ricominciare, per sollevarci e per renderci coraggiosi e forti. Ed è così che quella della peste è diventata la mia eroina preferita: in lei ho ritrovato la madonnina degli ammalati, delle famiglie, delle difficoltà, della pazienza, di tutte le grazie e di tutti i popoli e persino l’eco di quella degli scout che continua a ripetere “Estote Parati!”, siate pronti a ricominciare fuori di voi, quando sarà il momento, preparandovi dentro, “lui è risorto, e io sarò con te!”.
Proprio ora che non posso uscire, questo ricordo Madonnina della Peste, è per te: il ricordo di quando un prete saggio, alla fine di un matrimonio in cui ero testimone, ci disse ” Andate a donare il bouquet della sposa alla Madonnina della peste, lei è la vostra forza! Mettetevi sotto la sua protezione.”

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