Dolci e altre storie pasquali da fare coi bimbi (…e non solo!)

Ci sono tradizioni a metà tra il sacro e il…forno!

Ecco, quelle tradizioni lì mi piacciono tanto, da quando sono bambina, proprio perché, da quando ero bambina, mia mamma e mia nonna mi coinvolgevano nelle preparazioni, soprattutto gastronomiche, legate alle feste. Dolci, tortellini, ravioli a Pasqua: tutto rigorosamente in grandi quantità! Ai bambini piace pasticciare in cucina, soprattutto se diamo loro anche una storia, un “motivo” per farlo. E se a Natale c’è da sfamare San Nicola o Babbo Natale col pan di zenzero, a Pasqua ci sono dolci della tradizione che sono una vera Resurrezione (concedetemelo!) per il palato, dopo le privazioni (che di solito coinvolgono i dolci almeno per me) quaresimali. Santificare le feste è una questione di spirito, ma anche di corpo, di rendere speciale un giorno, una tavola, un momento.

Preparare insieme dei dolci, raccontare la storia e i significati può aiutare i più piccoli a vivere la Quaresima e comprenderne i significati immensi e spesso complessi dietro. Oltre a lasciare un ricordo divertente e aiutare l’apprendimento dei fatti dei Vangeli, è sperimentare il significato della Pasqua insieme, è intavolare (in tutti i sensi) concetti che possono gettare confusione o domande perplesse come la morte, il sacrificio, ma che abbiamo il dovere, come genitori e cristiani non di nascondere, ma di far loro conoscere quanto prima, con le loro capacità e il loro linguaggio.

Convengo che non tutte le ricette pasquali sono semplici da realizzare coi bimbi (la pastiera non sono ancora capace di farla neanche io decente!), ma possiamo provare senza essere troppo perfezionisti per quanto riguarda il risultato. Qui ve ne proponiamo una classica della nostra tradizione, con una bella storia e tanti significati da spiegare ai bambini e altre poco conosciute in Italia, recuperate dalla creatività anglosassone. E ricordiamo: non significa giocare col sacro o banalizzare un concetto, solo cercare di usare un linguaggio più kid-friendly, fatto di esperienza e vicinanza, senza sminuire il racconto, i fatti, la forza del messaggio.

Hot Cross Buns

Hot cross buns pronti all'assaggio

Immagine e ricetta dal blog di Sonia Peronaci

Sono dei panini dolci, con varie spezie e uvetta e una caratteristica croce simbolica sulla parte superiore (che i golosi ricoprono di glassa zuccherata rendendola bianca e ben visibile dopo la cottura) che ricorda non a caso il giorno della Passione di Cristo. Infatti questi panini (o buns in inglese) furono distribuiti secondo la tradizione proprio un Venerdì Santo del 1300  (Medioevo secolo di buongustai!) ai poveri, da un monaco dell’abbazia di St. Albans. Di questa vicenda mi pare solo strano che proprio un monaco abbia deciso di distribuire dolci in un giorno di digiuno…ma tant’è. Moltissime altre sono le storie e le leggende popolari intorno agli Hot Cros Buns e anche le credenze legate al mangiare questi speciali panini: guarire le malattie degli infermi, fare una tranquilla traversata in mare (…se  mai avevate intenzione di mettervi in viaggio e onorare il “Pasqua con chi vuoi”), restare amici o innamorati tutto l’anno se condividete un bun proprio il giorno di Pasqua. Fare una croce sul pane è risaputo che aiuti la lievitazione, ma oltre che per questo motivo pratico, ricordo mia nonna raccontare sempre con quanta devozione i contadini di una volta segnavano quelle pagnotte da infornare, quasi a ringraziare la Provvidenza che l’aveva loro procurate, prima di cuocerle.

Se volete onorare questa tradizione, vi lasciamo la ricetta dal blog di Sonia Peronaci (molto più affidabile di noi in cucina!) e una storia dalla tradizione apocrifa della Francia Medievale molto carina che potrete raccontare come aneddoto ai vostri bambini mentre cucinate e parla proprio di quella volta che un piccolo Gesù vide per la prima volta mamma Maria fare la croce sul pane (fonte dal blog “Una penna spuntata”):

“Dai, Gesù! Mettiti le scarpe, in fretta: dobbiamo andare al forno!”.
Il bimbo, che se ne stava accucciato in un angolino della stanza giocando con i trucioli di legno che si ammassavano ai piedi del tornio, sollevò la testa, velocemente. Ubbidiente, si mise in piedi e trotterellò verso la mamma. “Al forno?”.
“Sì. Vedi?”. Maria si chinò sul bambino e gli indicò una grossa pagnotta, non ancora cotta, che campeggiava sul tavolo in un vassoio di terracotta. “Andiamo al forno del paese, e mettiamo a cuocere questa forma di pane. Per l’ora di cena, sarà cotta. Mangeremo un pane buonissimo, stasera!”.
Gesù sorrise, e si alzò leggermente sulla punta dei piedi per poter avere una visuale migliore della pagnotta sul tavolo. Maria si allontanò per un attimo, per fissarsi il velo sui capelli, e Gesù si divertì, non osservato, a far sprofondare il dito nell’impasto profumato e molle.
“Allora! Sei pronto?”. Maria era tornata vicino al tavolo, finendo di sistemarsi il velo. Gesù annuì, contento.
“Ecco qua… allora c’è solo un’ultima cosa, da fare”, commentò sua madre. “Guarda”. Sempre sorridendo – perché una mamma sorride sempre, quando insegna qualcosa al suo bambino – prese un coltello che stava lì sul tavolo e incise il pane con un taglio leggerissimo. “Questo aiuta il pane a lievitare meglio”, spiegò tranquilla. E allora affondò la punta della lama nell’impasto bianco della pagnotta: e fece una prima incisione, dall’alto verso il basso; e poi tracciò una seconda riga da sinistra verso destra, che andò a incrociar la prima. “Hai visto?”.
Si voltò verso Gesù dedicandogli un gran sorriso; ma fu sorpresa di notare che suo figlio, improvvisamente, si era fatto cupo e serio. Fissava la croce che svettava sulla pagnotta; e c’era un non so che di adulto, nel suo sguardo.
“Beh? Che hai visto?”, commentò Maria in tono scherzoso, contemplando il bambino e il suo sguardo corrucciato.
Gesù scosse il capo, riscuotendosi, e guardò sua madre con occhi gravi. “Niente. Stavo solo pensando”.
E tornò a guardare il pane, con espressione piena di consapevolezza.

Dolcetti di Pasqua “sepolcro vuoto: è risorto!”

Easter-Crafts-For-Sunday-School

Foto dal blog faithfullyfree.com

Un’idea per i più piccoli, da usare come segna posto al pranzo di Pasqua o come pensiero dolce sul finale! Se a Natale si fa il presepe, a Pasqua gioiamo per il sepolcro vuoto! Potete usare come base un muffin/cupcake oppure un semplice rettangolo di pastafrolla. Cucinate delle ciambelle al forno (mi raccomando che vengano col buco però e occhio alla dimensione giusta per la base che avete scelto!) e colate sopra della cioccolata fondente. Nel frattempo montate della panna oppure fate una camy cream col mascarpone che resta più soda soprattutto se avete scelto di decorare dei cupcake o muffin si presta meglio. Aggiungete del colorante alimentare verde o qualche goccia di menta se vi piace il sapore e avrete ottenuto la vostra erba. Non resta che assemblare: sacca a poche o un cucchiaino da tè per fare il primo strato di erba con la camy cream, poi appoggiate la ciambella e davanti un biscotto “Oreo” leggermente spostato , a coprire in parte il buco della ciambella come in foto (sarebbe la pietra che apre il sepolcro): ecco il vostro sepolcro vuoto!

Tocco finale? Una bel topper bandierina che annuncia “è Risorto!”.

Vi lascio i link alle ricette dei vari elementi tranne che degli Oreo che ovviamente trovate al supermercato!

Camy Cream

Cupcake base

Ciambelle al forno

Pane corona di spine

crown of thorns bread how to

Foto dal blog catholicicing.com

Idea perfetta per il Venerdì Santo, giorno di digiuno a pane e acqua. Certo, non vale per i più piccoli, ma questa attività che unisce il cibo “povero” del Venerdì alla preghiera è una proposta molto carina per vivere a loro modo la giornata di raccoglimento.

Una corona di spine fatta di pane in cui infilzare tanti stecchini che i bambini avranno la responsabilità di togliere lungo la giornata del Venerdì Santo: via uno stecchino ogni volta che preghiamo per ricordare la Passione di Gesù durante la giornata, facciamo una buona azione, ci tratteniamo dal rispondere male alla mamma o ai fratelli o simili. a fine giornata resterà il pane da condividere in famiglia e (speriamo) nessuna spina.

Per la ricetta del pane potete scegliere quella che preferite o usate di solito, a me piace la versione salata di queste treccine alla panna (tolgo lo zucchero e aggiungo parmigiano o più farina) l’importante è dare la forma di una treccia e poi chiuderla a maxi ciambella per fare la base della corona. C’è chi, al posto degli stecchini, infilza pezzetti di pretzel-snack (quei bastoncini dal sapore di pretzel un po’ salati che si trovano nelle buste per gli aperitivi, per capirci), in modo che i bimbi possano sgranocchiare qualcosa durante tutta la giornata, ma da questo punto di vista, a me sembra più sobrio per il significato della cosa utilizzare lo stecchino. E il pane lo mangiamo insieme a tutta la famiglia a fine giornata o il giorno seguente per gli adulti che fanno digiuno totale.

Resurrection Rolls

Risultato immagini per resurrection rolls

Immagine da Wikihow

Altra americanata! Nel senso buono de termine! I resurrection rolls sono dolcetti che raccontano la storia della passione fino alla resurrezione…con realistico effetto speciale per un vero WOW dei bambini! Degli involtini dolci che avvicinano con parole e ingredienti semplici al mistero della Pasqua. L’origine è recente e non si sa bene a chi attribuire l’invenzione della ricetta, comunque i cattolici anglosassoni la rispolverano ad ogni Pasqua. Qui vi diamo una ricetta tradotta dall’inglese trovata sul web con tanto di modalità di preparazione e cosa più importante, i versetti del Vangelo da leggere ad ogni fase.

Prendete un rotolo di pasta sfoglia e dei marshmallow medi. Tagliate la pasta sfoglia formando dei triangolini. Sciogliete il burro, lasciatelo intiepidire e inzuppate i marshnallow. Raccontate di come Gesù è l’unto (Luca 23:55-56), il prescelto, bianco e puro, senza macchia (ecco il perché del marshmallow!). Poi rotolateli in un mix di cannella e zucchero di canna che rappresentano gli oli profumati con cui si ungevano i morti. Avvolgete il marshmallow nel triangolino di pasta sfoglia mentre spiegate che quello rappresenta il lino in cui fu avvolto il corpo di Cristo (Giovanni 19:38-40). A questo punto un’altra spennellata di burro e infornate fino a doratura raccontando dei tre giorni e delle tre notti nel sepolcro (Matteo 12:40 e Luca 24:1-8). Quando sfornerete e darete un morso ecco che troverete il vuoto (Romani 10:9): il mashmallow sarà come svanito. Ecco il mistero della Resurrezione e di una tomba vuota spiegato anche ai più piccoli in un modo che certo ricorderanno e magari potrebbe diventare una tradizione pasquale!

Pretzel del Giovedì Santo

Pretzel

Immagine e ricetta da cucchiaio.it

Sono rimasta molto sorpresa nell’apprendere la storia dietro a uno dei miei pani preferiti, che a tutto avrei associato, tipo all’Oktoberfest, meno che alla Quaresima. Invece pare proprio che i pretzel siano nati dalla fantasia di un monaco che intorno al 610 dC mentre preparava il pane senza lievito in occasione della Quaresima appunto, decise di realizzare una forma che ritraesse la posizione dei cristiani preganti (con le braccia piegate sul petto e ogni mano a toccar la spalla opposta) per invogliare (guarda caso!) i bambini alla preghiera.

Potete prepararli proprio il giovedì santo per mangiarli insieme e ricordare la preghiera di Gesù nell’orto degli ulivi come da Vangelo di Luca 22:39-46. Qui una possibile ricetta!

Casatiello Napoletano

Foto e ricetta dal blog di Luciano Pignataro

Origini Napoletane per uno dei dolci più iconici della nostra tradizione gastronomica: il casatiello è un pane “ricco” con una forte simbologia cristiana, rappresenta infatti nella forma a ciambella la corona di spine del Crocifisso. Si mangia il sabato santo (troppa ciccia per il Venerdì di digiuno!) accompagnato da fave, soppressata e ricotta salata; quello che avanza si porta alla gita fuori porta il lunedì di pasquetta. Le uova poste sopra, a differenza del cugino tortano, che le prevede all’interno tagliuzzate come parte del ripieno ricoprono un ruolo importante nella Pasqua, in quanto simbolo di Gesù che apre il sepolcro e in più vengono semicoperte da due lingue di impasto disposte a croce, per simboleggiare appunto la croce di Cristo che precede la Resurrezione.

Vi lasciamo il link alla ricetta.

 

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