Avvento è anche sopportare le parole che feriscono per imitare Cristo!

cose di lassùE’ quasi Natale,

gli alberi illuminati nei giardini e le luci appese ai negozi me lo ricordano.

Devo darmi una mossa. No, non intendo comprare i regali o a finire di preparare il presepe (si mi manca anche quello a dir la verità). Quello che intendo è che devo sbrigarmi a preparare il mio cuore all’incontro col Salvatore. E poi si sa, a Natale siamo tutti più buoni. Quindi devo farlo questo sforzo ed inizierò col liberarmi da qualche peso superfluo.

Tipo: perché non imparare a fregarmene del giudizio degli altri e vivere così in pace con me stessa?

Quante volte mi sono sentita ferita di fronte a quel saluto pronunciato a mezza bocca. O quante volte ho interpretato quella frase esternata col mezzo ghigno come una presa per i fondelli o ho intravisto dietro un semplice consiglio una velata critica. Tantissime. Forse perché sono fatta così o forse perché sono donna chissà (alle donne non sfugge nulla si sa) . Sta di fatto che ogni volta è un “questa me la lego al dito”. Ma col tempo ne ho accumulata di roba: quella volta che sono stata guardata con compassione, quella volta che sono stata derisa perché cattolica, quella volta che “sei un’integralista perché non fai festeggiare Halloween a tuo figlio” ect ect ect. Critiche su critiche su critiche sul mio modo di vivere la fede o di trasmetterla a mio figlio. Certo critiche mascherate da consigli, sorrisini, battute ma sempre critiche rimangono. E io accumulo, accumulo, accumulo. E intanto sto male.
Le parole sono veramente una spada, feriscono profondamente ma continuare a rimuginarci su non serve a nulla, non serve a star meglio.

A cosa ci porta questo tener a mente tutte quelle volte che?

Illuminante è stato un passo de L’imitazione di Cristo*: “Perché ti feriscono così tanto cose di poco conto?”. “Cosa sono le parole se non parole? Volano nel vento ma non scalfiscono la pietra”. Giusto. Perché mi feriscono? Forse perché desidero essere apprezzata e stimata dagli altri.
Ma perché dare tutta questa importanza al giudizio altrui? Perché piacere così tanto agli altri mi fa stare bene? Un solo giudizio devo tenere in considerazione e non è certo quello dell’amico.
L’Imitazione di Cristo continua dicendo che non solo dobbiamo essere superiori e distaccarci dalle cose terrene ma dobbiamo anche riflettere sul fatto che ogni parola pronunciata è stata pronunciata in quanto permessa e voluta da Dio. Wow. Quindi quell’offesa che quella persona mi ha arrecato in realtà è stata permessa da Dio.

Dio ha permesso che fossi umiliata?

Ebbene si, per la mia santificazione. “Io conosco chi offende e chi è offeso…Sarò io a giudicare il colpevole e l’innocente ma voglio prima metterli alla prova entrambi”. Il primo perché si ravveda il secondo perché impari a perdonare e passare oltre. Infatti “nulla di ciò che il Signore permette che succeda potrà essere mai motivo di turbamento perché al giusto non può accadere alcun male”. Se abbiamo Gesù come nostro amico intimo nulla potrà farci del male. Non solo riusciremo anche meglio a sopportare gli accanimenti esterni.
Allora Gesù mi rimetto a te che tutto puoi. Donami la grazia di saper sopportare meglio in seguito le offese ricevute, aiutami a fare spazio durante questo periodo d’Avvento alle cose davvero importanti, a lasciar andare tutto il materiale e superfluo. Aiutami a svuotarmi di tutto quello che non serve, arrabbiature, offese ricevute, così da lasciarle entrare da un orecchio e farle uscire dall’altro come si suol dire per far spazio a Te.
Maria aiutami a essere piccolo e umile come quel bambino che hai deposto nella mangiatoia che nella vita ha solo amato nonostante il tanto male ricevuto. Io per suo amore qualche piccola parola di troppo posso allora sopportarla.

*Cap 46: La fiducia in Dio contrapposta alle parole che feriscono

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